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Titolo: Trust Is Like A Mirror (You Can Fix It If It’s Broke)
Autore: [livejournal.com profile] el_defe
Beta: [livejournal.com profile] lisachanoando
Fandom: ... GagaVerse? Boh. "Fanfiction ispirata ai video musicali"?
Personaggi: Ga Ga, Honey Bee
Rating: 14+
Warning: spoiler dei succitati video, linguaggio, violenza (citata), femslash e UST
Conteggio Parole: 838 (FDP)
Note: Partecipa al contest "Il primo a saperlo" indetto da [livejournal.com profile] harriet_yuuko su [livejournal.com profile] magic_reservoir; il contest è in onore dei betareader, la storia è in onore della mia betareader. ♥ Il resto a fine storia.
Disclaimer: Loro non sono mie, purtroppo, né lo saranno mai. E il titolo viene da Telephone.
Intro: Prodromi, inizio e continuazione dell'operazione "Hamburger di Bovino".

Trust Is Like A Mirror (You Can Fix It If It’s Broke)

L’aula del tribunale era gremita almeno il triplo o il quadruplo di quanto si fosse aspettata: il suo campo visivo non registrava altro che decine di facce, persone assiepate lungo i corridoi o pigiate nei banchi come sardine, tutte, invariabilmente, boccheggianti alla ricerca di aria fresca e di notizie sulla sentenza. Ga Ga non dedicò che una lunga, pigra occhiata allo scranno del giudice quando si sedette al proprio posto, facendo tintinnare le manette contro il bancone in un chiaro gesto di ostentazione; era certa che da qualche parte – a sensazione, dalla parte opposta rispetto alla sua e parecchie file più indietro, nascosta da occhialoni scuri e abiti castigati, se la conosceva abbastanza bene – Honey Bee attendeva con interesse più o meno pari al suo, ovvero appena superiore allo zero, che l’udienza predibattimentale avesse luogo. Probabilmente aveva anche tutte le intenzioni di evitare di guardare dalla sua parte, in segno di disapprovazione per essersi ficcata in una situazione del genere senza neanche averla avvisata, se non altro perché avrebbe voluto essere la prima a sapere quando avrebbe ucciso Eric.

Effettivamente, disse tra sé Ga Ga mentre il suo avvocato ciarlava su continui maltrattamenti e tentato omicidio, avrebbe dovuto dirlo. Honey Bee le aveva spedito la tizia europea che l’aveva rimessa a posto dopo che il bastardo l’aveva buttata giù dal balcone, e sempre lei le aveva fatto avere l’anello con l’arsenico. Ma se l’avesse coinvolta troppo, rimuginò ancora, sarebbero finite entrambe dentro – e Honey Bee era infinitamente più utile fuori.

Ga Ga quasi non sentì la cifra a sei zeri che corrispondeva alla sua cauzione: si alzò con la stessa indolenza con cui si era seduta, lasciandosi riaccompagnare al furgone blindato che l’avrebbe portata nuovamente in prigione. Prima di lasciare l’aula, pur mezza accecata dai flash dei fotografi che non avrebbero dovuto essere ammessi all’interno, il suo sguardo fu catturato dal posto vuoto in terzultima fila, sul lato sinistro; piegò la testa verso quello spazio vuoto sulla panca – una sessantina di centimetri che si andavano gradualmente restringendo per accogliere le giunoniche forme di una matrona nera e quelle asciutte di un allampanato vecchietto – e, senza dire una parola, chiuse il frastuono dei media al di là delle doppie porte di legno che si chiusero alle sue spalle.

 

Anche se Honey Bee l’aveva tenuta all’oscuro del giorno esatto in cui sarebbe passata a liberarla dalla gabbia, Ga Ga sapeva che, per quanto l’amica fosse arrabbiata, non l’avrebbe mai costretta a prepararsi per uscire in pompa magna da una prigione di stato per poi frustrare il suo desiderio di libertà per più di ventiquattr’ore. L’arrivo di vestiti nuovi, in ogni caso, era stato più eloquente di qualsiasi messaggio in codice avesse provato a recapitarle con il pretesto di una telefonata: e adesso, abbigliata impeccabilmente – forse anche troppo: molti avrebbero faticato a riconoscerla, dando un’occhiata o due alle foto scattate in cella – pregustava la possibilità di chiudere la partita una volta e per sempre.

«È il tuo giorno fortunato, cocca, qualche idiota ti ha pagato la cauzione.»

Non sai quanto, perdente, commentò tra sé, sollevando appena gli angoli in un principio di sorriso sarcastico. Chissà se Honey Bee conosce qualcuno per hackerare l’account su PlentyOfFish a questa frigida stronza.

 

«E dopo questo ultimo grande successo, un collegamento con i nostri sponsor prima di un classico di Christina Aguilera. Restate sintonizzati, questa è Radio K UK.»

«Spegni» borbottò Ga Ga, raccogliendo in un mazzetto la dozzina abbondante di Polaroid fresche di stampa; l’amica non diede cenno di aver sentito, comunque, così fu costretta ad allungare lei stessa il dito e a schiacciare un interruttore dopo l’altro fino a far tacere la radio. «Potresti smetterla di essere incavolata con me?»

«Potresti smetterla di fare di testa tua.»

«Sì, Mommy Bee. Dov’è che stai portando la vecchia Pussy, in ogni caso?»

Honey Bee inclinò la testa prima da un lato, poi dall’altro, molto lentamente. «Shawn mi ha procurato l’arsenico. Andato lui, sei libera.»

«Questo si chiama: “prendere due superstar con un duetto”.» Ga Ga finse di reggere un bicchiere di champagne e di levarlo in alto verso il cruscotto. Non parlarono molto fino a quando non furono in vista di un saloon in mezzo al nulla: mentre Honey Bee parcheggiava il furgone tra due camion alti il doppio, Ga Ga disfaceva il grosso pacco sul sedile posteriore, rivelando una quantità di abiti – due completi con veletta e cappello, un tubino giallo girasole, perfino un costume da Wonder Woman. «Hai svaligiato una lavanderia filippina?»

«L’ultima volta che ho svaligiato qualcuno è stato quando ho svuotato il conto del tuo Eric per pagarti la cauzione.»

Ga Ga attese che l’amica si spogliasse sul sedile posteriore, infilandosi il tubino giallo. «Mi sarebbe piaciuto saperlo in anticipo. Sai com’è, quei soldi erano anche miei.»

«Infatti sei stata la prima a sapere che aveva un conto con i tuoi soldi, a nome suo, in qualche isola vergine solo di nome.»

Spalancò gli occhi, impressionata. «E poi sono io la cattiva ragazza» borbottò, ma ottenne in risposta il primo vero sorriso da quando si erano ricongiunte.


FINE




A/N e spiegazioni doverose:

1. Genesi della follia: Paparazzi e Telephone sono due cortometraggi musicali per le omonime canzoni di Lady Gaga. Nel primo video, Ga Ga - nota star mondiale - è coinvolta in un incidente a causa del suo avido fidanzato (interpretato da Alexander Skarsgård, l'Eric Northman di True Blood), finendo per cadere giù da una terrazza e restare invalida per un certo periodo; per vendicarsi, lo uccide con dell'arsenico (nascosto nella cavità di un anello che porta al dito) disciolto in una bevanda. Il video si conclude con Ga Ga arrestata che posa per le foto segnaletiche.
Telephone comincia da Ga Ga in carcere, in attesa di giudizio per l'omicidio da lei commesso, ma viene misteriosamente scarcerata: all'uscita della prigione l'aspetta la sua migliore amica - che Ga Ga chiama affettuosamente Honey Bee (interpretata da Beyoncé Knowles, la quale duetta con lei nel succitato video) a bordo del Pussy Wagon (il furgone guidato da The Bride/Beatrix Kiddo in Kill Bill). Si fermano in un'area di servizio dove, per non meglio identificate ragioni, avvelenano l'intera clientela, compreso l'ex fidanzato di Honey Bee, e fuggono oltre il confine palesemente per vivere felici insieme forevah end evah.

2. I nomi dei due uomini (il fidanzato di Ga Ga e l'uomo di Honey Bee) non vengono mai fatti: ho scelto Eric in omaggio al personaggio che Skarsgård interpreta nel suo telefilm di maggior successo, e Shawn in omaggio a Jay-Z, marito di Beyoncé.

3. Sì, in America è possibile essere rilasciati su cauzione anche in caso di reati gravi come l'omicidio. Come dire, c'è sempre chi sta messo peggio in quanto a legislazione.

4. Il social network PlentyOfFish e Radio K UK sono realmente citati nel video Telephone. E, secondo le malelingue, tra la Aguilera e Lady Gaga non corre buon sangue.

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