[identity profile] flannery-flame.livejournal.com posting in [community profile] fanfic_italia
 Titolo: Baratro
Fandom:
Star Trek RPS
Rating: NC17
Pairing: Young!
William Shatner/Young!Leonard Nimoy
Warning: 
Slash,  Sesso Descrittivo
Disclaimer:
I personaggi non mi appartengono ciò di cui scrivo probabilmente non è mai accaduto (o forse sì?) e non guadagno neanche mezza lira da tutto ciò D:
Betareader: [livejournal.com profile] mkbdiapason e [livejournal.com profile] rei_hino88 <3
Scritta per: La challenge di [livejournal.com profile] bingo_italia con il prompt: 'baratro'  Qui trovate la tabella con i prompt ed i link alle fanfiction.
Wordcounter: 3046 ([livejournal.com profile] fiumidiparole )
Dedica:[livejournal.com profile] rei_hino88 che mi ha praticamente convinta a pubblicarla.
Note: Come già specificato nel pairing, i due sono considerati da giovani e non proprio al momento attuale... mi c'è voluto un po' per pubblicarla, ma eccola qua!

Bevi, bevi l'ultima goccia che trascinerà la tua mente in un baratro oscuro dal quale non sarai sicuro di risalire.
Bevi, bevi l'ultima goccia di veleno che cancellerà ogni tuo contatto con la realtà.

La verità è che bevi perché non sai che altro fare; ti getti sul divano di casa tua, disperato, con il nodo alla gola perché sei solo, sei tremendamente solo.
Accendi la tv, quella scatola emette suoni insensati, le immagini si sfocano, danzano sotto i tuoi occhi, i volti si distorcono e i sorrisi divengono soltanto ghigni malefici.
Voci, voci nella tua testa, voci intorno alla stanza e poi il sonno.
Sogni una vita migliore, sogni una vita lontana da quella roba, dall'alcool. E' diventato troppo, troppo persino per te. E' una dipendenza, ti fa stare bene, non ti fa pensare, ti piace sentirlo scorrere giù per la tua gola, con quel gusto pungente e agrodolce.
L'alcool affoga le tue colpe, uccide i tuoi pensieri, ti trascina nel suo baratro, dove ti culla dolcemente e allevia ogni pensiero.
Allevia il pensiero di lui, così persistente nella tua mente; ti sei reso conto di dipendere dalla sua presenza.

***
Era stato quasi sconvolgente per te, risvegliarti dal tuo mondo fatto di timidi tocchi e occhiate per scoprire che sì, ti stavi innamorando di un uomo.
William si aggirava sempre al tuo fianco con un sorrisetto impertinente stampato sulla faccia; era spavaldo, borioso e probabilmente una delle persone meno affabili che ti fosse capitato di incontrare sulla faccia della terra, eppure, anche con tutta quell'aura di magnificenza intorno, ti piaceva. Sapevi che oltre quell'aura, quella faccia da ragazzino sfacciato - anche se, tanto ragazzino non era- c'era qualcosa di più importante, profondo.
Poi, un giorno, afferra il tuo volto, s'impadronisce delle tue labbra, esplora la tua bocca con la lingua, affamato di te. Cerca il tuo consenso, la tua risposta e senti di non poterne fare a meno.
Ti avventi come un cane bramoso su di lui, lo sovrasti, lasci che la tua voglia di averlo prenda il sopravvento eppure non riesci a capire. Sei sempre stato con delle donne, come mai quell'improvvisa voglia di mettere le mani nei suoi pantaloni? Eppure, tu lo sai cosa c'era di diverso tra i suoi pantaloni e ciò che c'è sotto la gonna di una donna.
Con un po' di vergogna ti stacchi violentemente da lui, spingendolo indietro. Ti guarda sorpreso e si limita ad alzarsi dal pavimento sul quale eravate finiti. Si leccò le labbra, evidentemente compiaciuto dall'atto che aveva appena compiuto. Tu, dal canto tuo, rimanesti immobile a terra, senza fiatare e fissandolo con quella che doveva essere la faccia più ebete del mondo.
Ma quella non fu la prima ed unica volta. Ce ne furono altre, molte altre, dove si aggiungeva sempre un piccolo dettaglio, dal bacio alle carezze, dalle carezze ai tocchi più intimi, dai tocchi ai corpi nudi...

"Bill..."
Ti eri ritrovato disteso sul letto di casa sua, con la patta dei pantaloni slacciata e la camicia per terra, lui ti stava baciando il collo. Oh quelle labbra, soffici, chiare, bellissime labbra. Le desideravi più di ogni altra cosa al mondo.
Non sapevi bene come definire ciò che stavate vivendo, non riuscivi a capire se per Bill era la stessa cosa che stavi provando tu. Tu sentivi il bisogno di una relazione, di quelle stabili e durature, dove il mattino seguente ti risvegli al suo fianco, magari nudo e avvinghiato al suo corpo. Però temevi che per Bill non fosse lo stesso; lui era un'anima libera, indipendente da ogni vincolo, socievole ed amichevole. Forse era solo sesso.
Ma come poteva esserlo?
"Tutto bene, Len?"
Sentisti un brivido percorrere la tua schiena, da cima a fondo come una scarica elettrica. Il suo sguardo era magnetico e ti aveva incollato lì, al materasso.
"Bill!" lo chiamasti di nuovo, lui si fermò a guardarti.
"Qualche problema?" chiese, esitando un attimo.
"Beh... no, soltanto che, vorrei capire cosa c'è... tra noi, ecco." confessasti imbarazzato, voltandoti da un lato, forse temendo la sua risposta.
William avvicinò il suo volto al tuo e cominciò a baciarti casualmente, senza risponderti.
Ed in effetti quel giorno non ti rispose, neanche quello dopo, né quello seguente.
Ogni volta che tornavi a casa tua di mattina, era probabilmente perché avevi trascorso la notte con lui, ed ogni sacrosanta volta ti ritrovavi a fissare la foto che tieni sul comodino, chiedendoti se sia giusto continuare così.
Potevi provare a farti una famiglia, ma no, ti eri auto convinto che no, non la volevi. Con Bill stavi bene, lui ti faceva ridere, lui ti faceva sentire nuovo e sempre più bello anche quando ti sentivi terribilmente a disagio con te stesso. Tu non avevi mai avuto un discreto successo con le donne, a differenza sua. Ti chiedevi continuamente, tormentandoti, per quale motivo un uomo così... fantastico, dovesse desiderare la compagnia di un altro uomo.
La verità è che non riuscivi a concepire di aver scoperto la vostra omosessualità, ma neanche riuscivi a capire se essa era determinante oppure no, se vi avrebbe legato per la vita o semplicemente per quel periodo 'confuso' e così ambiguo.
Però, mentre inghiottivi il tuo sorso di alcolico forte, - di quello che tieni nella credenza alla quale accedi ogni tanto, di quello che bevi per dimenticare- desideravi di nuovo essere nel suo letto e sperare che quelle braccia così lisce e forti ti abbracciassero ancora.

***

Ed adesso sei lì, che bevi il liquido di quel bicchiere e ogni tanto ti fermi a fissarlo. Fuori piove, sono quasi le cinque, ed oggi è un giorno di pausa dal set di Star Trek.
Tiri giù l'ultimo goccio osservando il cielo; è grigio, plumbeo, proprio come te. Bill è ancora passato da te. Ti senti morire ogni volta che non lo fa, hai paura che ti dimentichi e tu non potresti mai permettergli di farlo.
Ti siedi sul divano, sconsolato, c'è silenzio. Ascolti il ticchettio delle lancette dell'orologio, di tanto in tanto fissi il tavolo marrone di fronte a te. Vorresti avere un vero communicator e contattarlo, ma sai che non è possibile.
Ti stendi sul divano e cominci a fissare il soffitto, spostando di tanto in tanto lo sguardo sull'orologio poco più in là.
Le cinque e mezza.
Ti alzi dal divano e cominci a fare su e giù per la stanza, nervosamente.
Perché non arriva? Forse non vuole vederti? Forse ti ha visto troppo freddo il giorno prima?
Dentro la tua testa regna il caos ed hai paura, paura di non averlo più.
Lanci un'altra occhiata all'orologio, sono le sei. Apri la porta di casa, scoraggiato. Bill non arrivava mai più tardi delle cinque. Ti appoggi allo stipite della porta ed attendi, cercando di essere paziente e positivo.
Poi, mentre fissi le gocce di pioggia scendere ed uniformarsi in tante piccole pozzanghere, il tuo pensiero cade di nuovo sulla vostra relazione.
Hai cercato di dirgli tante volte che lo amavi, che con lui niente era innaturale, che la sua presenza riusciva a farti sentire meglio, più giovane, più bello, completo. La verità è che ti senti insicuro di fronte a lui perché, al contrario dei tuoi tentativi, lui non ne aveva fatto neanche uno. Si limitava a dirti quanto ti voleva, quanto eri affascinante, ma tra di voi non c'era mai stato un semplice, secco e vero 'ti amo.'
Con la speranza sotto il tacco delle scarpe ti volti e afferri la porta, pronto per rientrare in casa e chiudertela alle spalle; dovevi aspettartelo, ultimamente la vostra 'relazione' non era granché, Bill era spesso nervoso e tu... tu non facevi eccezione.

"LEN!"
Una voce ti urla ed interrompe prima che tu chiuda la porta sotto il rumore dell'acqua scrosciante.
"Leonard!"
Ti volti e con tua sorpresa ogni tua speranza viene ripagata, era Bill, bagnato fradicio sotto l'acqua. Ti affretti ad aprirgli il cancello, mentre senti la pioggia bagnare i tuoi capelli e farsi strada sotto la tua camicia leggera. Ti butti su di lui e l'abbracci, trattenendo le lacrime, William rimane un po' sorpreso, ma poi contraccambia con calore quel gesto, senza capirne il vero e proprio motivo.
Lo baci sul collo, ripetutamente, poi sulle guancie, e non ti sposti, rimani lì, sotto l'acqua con lui.
"Scusami se ho fatto ritardo, ma si è guastata l' auto e sono dovuto venire a piedi, per di più ho rotto l'unico ombrello che avevo a disposizione" Bill alzò l'ombrello ridotto a stracci.
Sorridi e poi lo abbracci di nuovo, accompagnandolo in casa.
"Nonostante tutto sei venuto."
"Non potevo certo mancare al nostro appuntamento giornaliero, no?"
"No, in effetti. Ma ora togliti quegli abiti, vado a prenderti qualcosa di asciutto, anche se non sono della tua taglia."
"Non ti disturbare."
Quando ti volti Bill è già nudo ed accoccolato sul tuo divano davanti al caminetto che si sta comodamente riscaldando.
"Sei incredibile," dici, alzando un sopracciglio ed avvicinandoti a lui.
E' splendido; le sue forme risaltano grazie alla luce del fuoco, il suo profilo è armonioso ed il suo corpo è talmente perfetto da non sembrare reale. Il tuo cuore ha due tuffi man mano che ti avvicini a lui.
Si alza e viene verso di te, con una camminata ed uno sguardo capace di uccidere ogni tua buona volontà di resistergli anche solo per provare a parlarci. In effetti, vuoi parlarci, ma forse non in quell'esatto momento.
Comincia a spogliarti, privandoti dei tuoi abiti bagnati, i quali ricadono pesanti sul pavimento. Comincia a baciarti le labbra, guidando il movimento con il pollice ed appoggiandolo sul tuo mento; decidi di prendere in mano la situazione spostando una mano dietro la sua nuca ed attirandolo a te. Ogni volta è come la prima, passionale e sentita. Anzi, forse è anche meglio della prima, meglio di quei gesti impacciati; ora c'è la sicurezza, la consapevolezza dei punti di piacere reciprochi e delle proprie sensibilità.
Prendi in mano la situazione e lo conduci fino al divano, coricandoti sopra di lui non appena ti sei tolto quei fastidiosissimi pantaloni di troppo.
"Bill, ti voglio come non ho mai voluto nessun altro prima al mondo."
"Ed allora prendimi," ti sussurra con quelle labbra favolose.
Oh, quelle labbra, così chiare e morbide. Passi un dito su di esse, per poi dirigerlo giù, sul suo mento, poi quanto arrivi ai capezzoli sostituisci il dito con le labbra; cominci a suggergli un capezzolo lentamente, poi l'altro, la lingua gioca con entrambi alternativamente con la mano; lo senti gemere e spingere il bacino verso l'alto, probabilmente bisognoso di maggior contatto.
"Bill..."
"L-Len" gemette, accarezzando il suo viso.
Decidi che non era il momento opportuno per dire niente, quindi ti fiondi di nuovo sul suo corpo. I capezzoli erano ormai abbastanza turgidi e così decidi di continuare la tua esplorazione con la lingua più in giù, sempre più verso il basso ventre, leccando ogni addominale di quell'uomo che, dio, aveva un fisico magnifico.
Passi le mani ancora sul suo petto, era liscio e curvilineo, curve armoniose date dai suoi intensi allenamenti in palestra, ma non troppo pompate. Adori il suo petto, rimarresti per ore a guardarlo nudo sotto di te.
Continui la tua operazione scendendo esattamente sul punto del suo desiderio all'altezza del suo pene già eretto e bisognoso di attenzioni. Lo tocchi lievemente con la mano, ottenendo un gemito da parte del tuo compagno.
"Le-leccamelo, Len!" lo vedi spingere il bacino verso il tuo volto, tu decidi ti accontentarlo, sentendo anche il tuo sesso inturgidirsi e cominciare ad aver bisogno di attenzioni.
Appoggi le labbra calde sulla punta del suo pene, una goccia di umore preorgasmo comincia già a fuoriuscire alla prima fugace leccata. Decidi di inoltrare la tua esplorazione prendendolo un po' più in bocca e masturbandolo lentamente alla base, passando le dita in modo quasi tormentoso, mentre senti il suo respiro aumentare ad ogni tocco ed ad ogni leccata.
Pensi che non ci sia niente di meglio che essere lì con lui in quell'esatto momento; il sesso non ti era mai piaciuto così tanto, ne sentivi l'estremo bisogno, l'estremo dato da quella sofferenza, da quella mancanza di lui, dalla paura di perderlo. Ma ora è lì, sotto le tue mani, e tu lo torturi lentamente, passandole in ogni parte del suo corpo, in ogni punto sensibile, mentre tieni racchiusa tra le labbra quella meravigliosa e sempre più dura, eccitazione.
Mentre spinge la sua asta nella tua bocca, cerchi di trattenerlo più a lungo possibile, non vuoi farlo venire subito, così lo lasci per un attimo, appoggiando soltanto le labbra sulla cima e leccandola parzialmente.
"Oh, cazzo Len, h-hai deciso di... farmi soffrire?"
"Diciamo di sì."
"Ah! Mi- mi piace..." asserì Bill, lasciandosi completamente nelle tue mani e bagnandoti la bocca con un po' di sperma.
Ti tiri su, asciugandoti le labbra con la lingua ed il dorso della mano, per poi ripiegarti su di lui e baciarlo lentamente, facendogli assaggiare il suo stesso sapore.
Trovi che non ci sia mai stato un momento più erotico di quello che state passando, decidi di provare qualcosa di nuovo. Così lo fai voltare e ti posizioni su di lui, leccandogli la schiena partendo dal collo fino a seguire la linea data dalla spina dorsale. Cavolo, quell'uomo è veramente perfetto.
Arrivi alle sue natiche, così tonde e sode, non puoi non eccitarti solo alla vista di quel paradiso; le divarichi leggermente, cominciando a stimolare la fessura con la lingua, per poi sentire il suo corpo spingere contro il tuo volto, scosso da tremiti di eccitazione. Solleva leggermente il bacino in modo che tu possa prendere il suo pene e cominciare a masturbarlo, mentre gli regali quel dolce sollievo. Lo lasci un attimo, sentendo il bisogno di dedicarti a te, se non ti tocchi per un attimo rischi di scoppiare; hai bisogno di qualcosa mentre infili la lingua in quella stretta fessura, che lo sai, sarebbe stata tua ora più che mai.
"Leonar- è una co-sa mer-meravigliosa, ah! Di più!" invoca Bill, gemente e implorante sotto di te.
Provi ad alleviare la tua eccitazione toccandoti, ma non è sufficiente, hai bisogno di sentirlo di più, hai bisogno di sentirti dentro di lui.
Decidi di smettere quella pratica sentendo una piccola disapprovazione da parte di Bill, subito placata dalle tue labbra; lo hai fatto voltare di nuovo e baciato, mentre ti diverti a far scontrare le vostre erezioni, poi gli fai intrecciare le gambe con le tue, fino a far combaciare i vostri ventri, e per aver libero accesso alle sue natiche.
"Prendimi, Len, non desidero altro," ti sussurra nell'orecchio e tu non te lo fai ripetere.
Gli lecchi le labbra lievemente mentre con una mano ti inoltri nella sua fessura, cominciando ad allargarla con un solo dito; la senti già rilassata grazie al trattamento precedente. Senti il corpo del compagno spingersi verso la tua mano per avere di più, introduci quindi un secondo dito, cominciando a muovere entrambi. William apre la bocca, in cerca d'aria, tu ti avventi di nuovo sulle sue labbra, a volte prendendole a volte no, lasciando svariati baci sul volto.
"Len... Len, entra dentro di me, ti prego," geme tu acconsenti e gli baci una guancia, mentre togli le dita dalla sua fessura, facendolo posizionare su di te per permetterti di entrare.
La sua fessura è dannatamente calda e stretta, ti eccita. Spingi appena la punta dentro e lo senti gemere dal dolore, hai veramente paura di fargli del male, seppur tu sia sicuro di averlo preparato come meglio puoi. Senti il suo pene eretto battere contro il tuo addome, lo accarezzi lievemente, cercando di placare anche la sensazione di dolore che sta provando Bill, il quale sembra apprezzare. Comincia a spingersi più freneticamente sull'asta, desiderando di accoglierla interamente dentro il suo corpo, non puoi far a meno di spingere, più veloce e poi più lento, fuori e dentro.
"Di più, Len, di più."
La faccia di Bill è un continuo contorcersi di smorfie, una più bella dell'altra, ma soprattutto siete entrambi eccitati, lo senti, lo vedi.
"Bill, Bill..." lo chiami per due volte senza riuscire a dire niente.
"Len... di più!" si spinge su di te freneticamente, come se avesse fretta di sentirsi tuo.
"Bill... io..."
"Cazzo Len, ah... io..."
Un'ultima spinta e il tuo sperma si scioglie dentro l'uomo, il quale si sente invadere da un calore enorme e viene a sua volta tra i vostri ventri, macchiandoti del suo seme biancastro e denso.
Rimani per un attimo dentro di lui, hai il volto appoggiato sulla sua spalla e oh, sì, se stai bene.
"Ti amo," quelle parole risvegliano ogni tuo senso, lo guardi negli occhi, stupito, ed esci lentamente da lui.
"Bill..."
"Non te l'ho mai detto prima perché... non sono abituato a farlo. Ma tu sei il primo verso il quale sento un legame così forte... sei il primo a coinvolgermi emotivamente così tanto e non solo carnalmente. Il nostro è un rapporto perfetto, sembra esser stato deciso da qualche forza Divina. Ti prego, Len, ora dimmi che per te è lo stesso."
Rimani immobile su quel divano a fissarlo. Hai sentito bene? O era solo uno strano scherzo della tua mente?
"Len?" Bill ti riporta alla realtà, mentre tu lo fissi a vuoto come uno sciocco.
"Bill, dire che ti amo... è dire veramente poco. Io darei tutto per te, io sono geloso degli altri quando si avvicinano a te, tu sei mio, mio e soltanto mio. Sei il mio unico uomo, non ne vorrei altri, neanche di più belli, anche perché credo non possano esistere."
Soltanto un lungo scambio di sguardi. Avvicini di nuovo il tuo volto al suo, lasciando che un bacio ricolmo di passione si prenda il posto del silenzio.
"Niente e nessuno ci dividerà, ti aiuterò per ogni cosa, io sarò tuo e tu sarai mio," affermi con convinzione, stendendoti e portandolo sopra di te.
Vedi i suoi occhi nocciola non staccarsi per neanche un secondo dai tuoi, sono così belli che potresti fissarli per la vita, ed in effetti è quello che intendi fare.
Mentre sei steso su quel divano ed accarezzi il suo corpo, per la prima volta in vita tua, ti senti veramente felice. Sei innamorato, innamorato folle di quell'uomo così diverso da te, ma che allo stesso tempo ti appartiene. Sei convinto che con lui non cadrai mai nel nulla, non brancolerai nel buio, non cadrai nel baratro assieme ad un bicchiere di un qualsiasi alcolico. Lui è accanto a te, ti afferrerà ogni volta che cadrai, ti consolerà ogni volta che piangerai e ti terrà tra le sue braccia ogni volta che sentirai la tua vita scivolare da sotto le tue mani.
Sei felice perché senti di amarlo davvero e perché sai che diventerà una dipendenza molto più forte di quella alcolica, ed anzi, lo è già. Il suo corpo è la tua dipendenza ed il tuo dolce rifugio.

*___*

Date: 2011-01-09 11:34 am (UTC)
From: [identity profile] stormredpegasus.livejournal.com
ma...ma... *Cerca di riprendersi dalla catalessi e di smetterla di balbettare*
Ok, ora ci sono. Dicevo... E' bellissima! Seriamente, mi è piaciuta moltissimo. E' la prima loro RPF che leggo *si autofustiga* e l'ho trovata veramente bella. Il punto di vista di Leonard è interessante, sarà che per me quell'uomo è un buco nero, però trovo che sia descritto veramente bene.
Insomma, da mio modesto (e anche di più) parere è veramente bella. Bene, sarà meglio che finisca prima di riprendere a vaneggiare. Ancora tantissimi complimenti *venera e santifica*

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