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Titolo: Quel che non lasciamo indietro
Fandom: Final Fantasy XII
Personaggi: Party completo + il pozionatore folle
Rating: Verde
Parole: 1268
Genere: introspettivo, slice of life
Riassunto: Un rito di condivisione Garif non è fatto per Hume e Viera. I viaggiatori ripartirono carichi com'erano arrivati, ma all'alba le parole loro rimasero immerse fra le ceneri del fuoco speziato, saldate in un'unica storia.
Note: Per la Mauropia Treasure Hunt, 6/6 eeeeee chiuso baracca! Ciiiigolo ciiiiigolo ciiiiiigolo, fatiiiiica fatiiiica fatiiiica! E questa non era la 'trama' migliore per riavviare il motore di un fandom arrugginito, proprio no, ma oh, questa è venuta e questa svolgo. Ritenta ancora sarai più fortunata...?
Come Ci Azzecca Col Prompt, Per Lo Sfizio Della Nostra Stimata Admin: Nell'Isola Banana si parla di un rito e qui mi sono inventata un rito alla bell'e meglio, con i primi indigeni che mi sono capitati a tiro...
Juu, tutta per te. O, beh, "Voglio scrivere su FFXII anche se ne andrà della mia sanità mentale >_<" è nato tutto per te, nella realizzazione pratica lo è, uhm, almeno per due settimi, il tutto sperando di non aver sparato boiate atomiche... idealmente varrà per la Sfida dell'Anno dell'Anonima, una volta che mi sarò convinta che non è una boiata atomica.
Nel frattempo, mi ingozzo di fanart. Burp.
“Il villaggio vi accoglie per questa notte, viaggiatori. Leggiamo su di voi una grande stanchezza: le nostre coperte la scacceranno, i nostri letti la accoglieranno. Venite.”
Penelo fece per ringraziare, ma il Garif si era già allontanato con passo svelto. Ricordava di averlo visto all'udienza, quando i discorsi di dèi e di uomini avevano perso ogni significato per lei e aveva iniziato a curarsi più degli intagli nel legno, o del volto che le maschere davano a ogni membro di quella tribù imperscrutabile. Quel particolare Garif era stato sempre in movimento, sempre attorno all'anziano. Un tuttofare. Penelo poteva simpatizzare.
“L'anziano non obbliga”, aveva detto, prima di congedarsi davanti alle capanne che erano state loro assegnate. “Ma l'anziano consiglia. La vostra stanchezza è anche cambiamento, perché le vostre gambe portano il peso di due persone: quello che eravate e quello che state divendando. Quando un Garif sente il cambiamento, il Garif lo affida al fuoco. Il fuoco lo brucia e l'animo del Garif è sereno. L'anziano spera che voi Hume e Viera potrete abbandonare quello che fughe e lotte hanno suscitato in voi. Se lo desiderate, preparerò il fuoco.
“Grazie! Lo faremo!”, annuì Penelo estasiata da quelle premure, prima che il silenzio calatole attorno le ricordasse che aveva parlato senza l'autorità per prendere simili decisioni.
“Non vedo perché no”, concesse infine Ashe.
Il fuoco scoppiettava nella piazza, impreziosito dai profumi delle resine di Ozmone.
“Posso iniziare io”, disse Penelo. “Se ho capito bene come funziona. Qualcosa di nuovo che non ci piace. A Rabanastre, le mie giornate erano sempre così piene... commissioni, ordini, contrordini, Migelo, l'Impero, gente che non sta a sentire, gente che vuole farsi sentire a tutti i costi. Arrivavo a sera esausta, ma c'era un pensiero che mi faceva addormentare col sorriso, una... una fantasia sciocca, se volete, ma mi aiutava. Pensavo che se ci fosse stata...” Si guardò intorno con un non ridete, vi prego dipinto in volto. “Che se io fossi stata la principessa, lassù a palazzo, ecco l'ho detto scusi Altezza, avrei dato io gli ordini, sapete? Immaginavo il buon cibo e i bei vestiti e venir pettinata e truccata, ma anche come avrei distribuito il pane, stabilito i prezzi dei fiori e del vino, mi vedevo fare tanto meglio di quello stupido reggente, se fossi stata la principessa. Ecco, non avrei voluto scoprire che esserlo non basta. Mi sento così piccola, in un mondo così grande. Scusate, non volevo annoiarvi.”
Non osò cercare lo sguardo di Ashe, ma la sua regina la fissava con orgoglio.
“Farei a meno della speranza”, disse Basch subito dopo, guadagnandosi le reazioni sorprese di chi gli era seduto vicino. Scosse la testa come a dire di non sorprendersene. “Un uomo può sopravvivere senza speranza, ho scoperto. Può combattere e può difendere. Basterebbe, per ciò che sono chiamato a fare. Così, vivo nel timore di perdere quel che è rimasto. È un'abitudine che ho perso, e quel che è rimasto è così poco.”
Ashelia B'nargin Dalmasca era stata chiamata con molti nomi, ma 'Poco' era una novità.
“E troppo prezioso”, concluse Basch.
Prese parola Vaan.
“Per questa cosa ho bisogno del vostro aiuto”, disse, puntando le mani sulle gambe incrociate, “perché non è tutta colpa mia.”
“E quando mai, Vaan?”, sospirò Penelo.
“Quando ho successo, di solito è merito mio”, ribatté il ragazzo. “Come lei”, disse, tornando a rivolgersi al gruppo, “sono vissuto per le strade di Rabanastre. È quello che siamo, assieme a Kyte, Filo, Tomaj e tutti gli altri. Siamo cresciuti insieme, siamo gli occhi, le orecchie e le gambe della città.”
“Le gambe ci sarai tu, Vaan. Noialtri non rubiamo e non dobbiamo scappare a rotta di collo da nessuno.”
“Solo ai soldati.”
“E a palazzo...”, disse Balthier.
“Perché è diventato imperiale! Lasciatemi parlare! Volevo solo dire che qui non sono più il fratellone, e va bene, lo capisco, siete tutti così esperti, così importanti... però mi sento perso. Questo non è un cambiamento che mi piace. Per questo voglio chiedervi se posso almeno... beh, chiamarvi amici.”
Studiò le loro reazioni. Senza pensare, aveva parlato troppo presto, come al solito. Penelo si sbilanciò a tirargli un pugno affettuoso sulla spalla.
Ma nessuno gli aveva nemmeno detto di no.
Balthier prese fiato, ficcò una mano in una delle borse che portava alla cinta, ne estrasse un paio di occhiali, li gettò nelle fiamme e sbuffò. Avevano una montatura semplice e allungata, nera sotto, vetro libero sopra, e nessuno glieli aveva mai visti indossare o utilizzare in alcun modo.
“E resta lontano!”, disse allo spettro del padre che glieli aveva regalati e che acquisiva corpo ogni volta che sentiva il suo nome nei vicoli più bui, sopra il deserto, nelle miniere.
Fran restava in silenzio, con lo sguardo impegnato dai dettagli della capanna in penombra alla sua destra, mentre la lunga coda di capelli bianchi dondolava impercettibilmente. Solo Balthier sapeva che la vera attenzione della Viera era concentrata al margine del suo campo visivo, su di lui.
Le rivolse un cenno rilassato: parla pure.
“Ffamran”, disse allora, srotolando quel nome sulla lingua in un suono ruvido, accentato e aspro che era un discorso intero. Tornò in silenzio, scostando la polvere dall'armatura.
Gli altri si rassegnarono a dover continuare a considerare Fran un enigma: qualunque cosa avesse rivelato, pensarono, aveva deciso di farlo in una lingua nota a lei sola, confidandosi al fuoco e alla notte. Ma Balthier rabbrividì. Non sentiva quel nome da anni – non si sentiva addosso quel nome da anni, da quando, diciassettenne, aveva tirato pugni a uno specchio ripetendo “Balthier, Balthier, Balthier” fino a soppiantarlo. Ma lo sguardo di una Viera – della sua Viera: Balthier non presupponeva né ambiva la conoscenza di altre – è acuto e forse, con Archades che svettava sempre più minacciosa al margine dei loro orizzonti, il passato non poteva essere evitato. Aggrottò le sopracciglia. Fine dei giorni da pirata libero e apolide, almeno per il momento.
Ashe lottava con le parole. Iniziò più volte a vuoto fissando il capitano, mentre sentiva il silenzio attento dei compagni farsi opprimente. Infine sembrò cambiare idea.
“La verità è che dovrei gettare me stessa nel fuoco”, concluse. Ponderò l'ipotesi. “Sarei più felice, certo, se potessi cancellare ogni passo, ogni pensiero degli ultimi due anni della mia vita. Brucerei l'abito del lutto e tutto ciò che ha comportato. Ma sarei la regina che ero due anni fa, di fronte al mio popolo di oggi e non è questo il mio destino, né sarebbe onesto richiederlo a Dalmasca. Porto il mio strascico.”
Larsa Ferrinas Solidor ascoltava e scuoteva la testa, lontano dal cerchio del gruppo. Non aprì bocca, perché non aveva diritto di parlare di cambiamento a chi era stato privato di tutto da suo padre e da suo fratello. Tacque anche perché non avrebbe desiderato offendere gli ospiti né i suoi fortuiti compagni di viaggio, verso i quali per molte ragioni portava stima. Raccontò a se stesso delle correnti di cambiamento che soffiavano in tutti i tempi e tutti i luoghi, sospingendo le genti, e di come i draghi gemelli dello stemma dei Solidor vi s'innalzassero in larghe spirali. Si trattava di sentire, cogliere, agire con mente e istinto, in ogni istante della propria vita: se si fossero fermati a recriminare, i draghi sarebbero crollati a terra, azzoppati dalla caduta.
Cedette al sonno mentre l'ultima di loro finiva il suo discorso. Prestò attenzione a quelle parole e sorrise: sapeva di potersi fidare di Lady Ashe.
Fandom: Final Fantasy XII
Personaggi: Party completo + il pozionatore folle
Rating: Verde
Parole: 1268
Genere: introspettivo, slice of life
Riassunto: Un rito di condivisione Garif non è fatto per Hume e Viera. I viaggiatori ripartirono carichi com'erano arrivati, ma all'alba le parole loro rimasero immerse fra le ceneri del fuoco speziato, saldate in un'unica storia.
Note: Per la Mauropia Treasure Hunt, 6/6 eeeeee chiuso baracca! Ciiiigolo ciiiiigolo ciiiiiigolo, fatiiiiica fatiiiica fatiiiica! E questa non era la 'trama' migliore per riavviare il motore di un fandom arrugginito, proprio no, ma oh, questa è venuta e questa svolgo. Ritenta ancora sarai più fortunata...?
Come Ci Azzecca Col Prompt, Per Lo Sfizio Della Nostra Stimata Admin: Nell'Isola Banana si parla di un rito e qui mi sono inventata un rito alla bell'e meglio, con i primi indigeni che mi sono capitati a tiro...
Juu, tutta per te. O, beh, "Voglio scrivere su FFXII anche se ne andrà della mia sanità mentale >_<" è nato tutto per te, nella realizzazione pratica lo è, uhm, almeno per due settimi, il tutto sperando di non aver sparato boiate atomiche... idealmente varrà per la Sfida dell'Anno dell'Anonima, una volta che mi sarò convinta che non è una boiata atomica.
Nel frattempo, mi ingozzo di fanart. Burp.
Quel che non lasciamo indietro
“Il villaggio vi accoglie per questa notte, viaggiatori. Leggiamo su di voi una grande stanchezza: le nostre coperte la scacceranno, i nostri letti la accoglieranno. Venite.”
Penelo fece per ringraziare, ma il Garif si era già allontanato con passo svelto. Ricordava di averlo visto all'udienza, quando i discorsi di dèi e di uomini avevano perso ogni significato per lei e aveva iniziato a curarsi più degli intagli nel legno, o del volto che le maschere davano a ogni membro di quella tribù imperscrutabile. Quel particolare Garif era stato sempre in movimento, sempre attorno all'anziano. Un tuttofare. Penelo poteva simpatizzare.
“L'anziano non obbliga”, aveva detto, prima di congedarsi davanti alle capanne che erano state loro assegnate. “Ma l'anziano consiglia. La vostra stanchezza è anche cambiamento, perché le vostre gambe portano il peso di due persone: quello che eravate e quello che state divendando. Quando un Garif sente il cambiamento, il Garif lo affida al fuoco. Il fuoco lo brucia e l'animo del Garif è sereno. L'anziano spera che voi Hume e Viera potrete abbandonare quello che fughe e lotte hanno suscitato in voi. Se lo desiderate, preparerò il fuoco.
“Grazie! Lo faremo!”, annuì Penelo estasiata da quelle premure, prima che il silenzio calatole attorno le ricordasse che aveva parlato senza l'autorità per prendere simili decisioni.
“Non vedo perché no”, concesse infine Ashe.
*
Il fuoco scoppiettava nella piazza, impreziosito dai profumi delle resine di Ozmone.
“Posso iniziare io”, disse Penelo. “Se ho capito bene come funziona. Qualcosa di nuovo che non ci piace. A Rabanastre, le mie giornate erano sempre così piene... commissioni, ordini, contrordini, Migelo, l'Impero, gente che non sta a sentire, gente che vuole farsi sentire a tutti i costi. Arrivavo a sera esausta, ma c'era un pensiero che mi faceva addormentare col sorriso, una... una fantasia sciocca, se volete, ma mi aiutava. Pensavo che se ci fosse stata...” Si guardò intorno con un non ridete, vi prego dipinto in volto. “Che se io fossi stata la principessa, lassù a palazzo, ecco l'ho detto scusi Altezza, avrei dato io gli ordini, sapete? Immaginavo il buon cibo e i bei vestiti e venir pettinata e truccata, ma anche come avrei distribuito il pane, stabilito i prezzi dei fiori e del vino, mi vedevo fare tanto meglio di quello stupido reggente, se fossi stata la principessa. Ecco, non avrei voluto scoprire che esserlo non basta. Mi sento così piccola, in un mondo così grande. Scusate, non volevo annoiarvi.”
Non osò cercare lo sguardo di Ashe, ma la sua regina la fissava con orgoglio.
“Farei a meno della speranza”, disse Basch subito dopo, guadagnandosi le reazioni sorprese di chi gli era seduto vicino. Scosse la testa come a dire di non sorprendersene. “Un uomo può sopravvivere senza speranza, ho scoperto. Può combattere e può difendere. Basterebbe, per ciò che sono chiamato a fare. Così, vivo nel timore di perdere quel che è rimasto. È un'abitudine che ho perso, e quel che è rimasto è così poco.”
Ashelia B'nargin Dalmasca era stata chiamata con molti nomi, ma 'Poco' era una novità.
“E troppo prezioso”, concluse Basch.
Prese parola Vaan.
“Per questa cosa ho bisogno del vostro aiuto”, disse, puntando le mani sulle gambe incrociate, “perché non è tutta colpa mia.”
“E quando mai, Vaan?”, sospirò Penelo.
“Quando ho successo, di solito è merito mio”, ribatté il ragazzo. “Come lei”, disse, tornando a rivolgersi al gruppo, “sono vissuto per le strade di Rabanastre. È quello che siamo, assieme a Kyte, Filo, Tomaj e tutti gli altri. Siamo cresciuti insieme, siamo gli occhi, le orecchie e le gambe della città.”
“Le gambe ci sarai tu, Vaan. Noialtri non rubiamo e non dobbiamo scappare a rotta di collo da nessuno.”
“Solo ai soldati.”
“E a palazzo...”, disse Balthier.
“Perché è diventato imperiale! Lasciatemi parlare! Volevo solo dire che qui non sono più il fratellone, e va bene, lo capisco, siete tutti così esperti, così importanti... però mi sento perso. Questo non è un cambiamento che mi piace. Per questo voglio chiedervi se posso almeno... beh, chiamarvi amici.”
Studiò le loro reazioni. Senza pensare, aveva parlato troppo presto, come al solito. Penelo si sbilanciò a tirargli un pugno affettuoso sulla spalla.
Ma nessuno gli aveva nemmeno detto di no.
Balthier prese fiato, ficcò una mano in una delle borse che portava alla cinta, ne estrasse un paio di occhiali, li gettò nelle fiamme e sbuffò. Avevano una montatura semplice e allungata, nera sotto, vetro libero sopra, e nessuno glieli aveva mai visti indossare o utilizzare in alcun modo.
“E resta lontano!”, disse allo spettro del padre che glieli aveva regalati e che acquisiva corpo ogni volta che sentiva il suo nome nei vicoli più bui, sopra il deserto, nelle miniere.
Fran restava in silenzio, con lo sguardo impegnato dai dettagli della capanna in penombra alla sua destra, mentre la lunga coda di capelli bianchi dondolava impercettibilmente. Solo Balthier sapeva che la vera attenzione della Viera era concentrata al margine del suo campo visivo, su di lui.
Le rivolse un cenno rilassato: parla pure.
“Ffamran”, disse allora, srotolando quel nome sulla lingua in un suono ruvido, accentato e aspro che era un discorso intero. Tornò in silenzio, scostando la polvere dall'armatura.
Gli altri si rassegnarono a dover continuare a considerare Fran un enigma: qualunque cosa avesse rivelato, pensarono, aveva deciso di farlo in una lingua nota a lei sola, confidandosi al fuoco e alla notte. Ma Balthier rabbrividì. Non sentiva quel nome da anni – non si sentiva addosso quel nome da anni, da quando, diciassettenne, aveva tirato pugni a uno specchio ripetendo “Balthier, Balthier, Balthier” fino a soppiantarlo. Ma lo sguardo di una Viera – della sua Viera: Balthier non presupponeva né ambiva la conoscenza di altre – è acuto e forse, con Archades che svettava sempre più minacciosa al margine dei loro orizzonti, il passato non poteva essere evitato. Aggrottò le sopracciglia. Fine dei giorni da pirata libero e apolide, almeno per il momento.
Ashe lottava con le parole. Iniziò più volte a vuoto fissando il capitano, mentre sentiva il silenzio attento dei compagni farsi opprimente. Infine sembrò cambiare idea.
“La verità è che dovrei gettare me stessa nel fuoco”, concluse. Ponderò l'ipotesi. “Sarei più felice, certo, se potessi cancellare ogni passo, ogni pensiero degli ultimi due anni della mia vita. Brucerei l'abito del lutto e tutto ciò che ha comportato. Ma sarei la regina che ero due anni fa, di fronte al mio popolo di oggi e non è questo il mio destino, né sarebbe onesto richiederlo a Dalmasca. Porto il mio strascico.”
Larsa Ferrinas Solidor ascoltava e scuoteva la testa, lontano dal cerchio del gruppo. Non aprì bocca, perché non aveva diritto di parlare di cambiamento a chi era stato privato di tutto da suo padre e da suo fratello. Tacque anche perché non avrebbe desiderato offendere gli ospiti né i suoi fortuiti compagni di viaggio, verso i quali per molte ragioni portava stima. Raccontò a se stesso delle correnti di cambiamento che soffiavano in tutti i tempi e tutti i luoghi, sospingendo le genti, e di come i draghi gemelli dello stemma dei Solidor vi s'innalzassero in larghe spirali. Si trattava di sentire, cogliere, agire con mente e istinto, in ogni istante della propria vita: se si fossero fermati a recriminare, i draghi sarebbero crollati a terra, azzoppati dalla caduta.
Cedette al sonno mentre l'ultima di loro finiva il suo discorso. Prestò attenzione a quelle parole e sorrise: sapeva di potersi fidare di Lady Ashe.
no subject
Date: 2010-08-16 10:59 pm (UTC)no subject
Date: 2010-08-17 06:28 pm (UTC)Riguardo a Basch, provo a spiegarmi meglio... Basch esce da due anni di prigionia in cui aveva dato tutto per perso e non sapeva nemmeno perché veniva lasciato vivo, se non erro (il fatto che fosse un ricatto potenziale a Ondore viene scoperto durante il gioco da tutte le parti in causa...? Ricordo bene?). D'improvviso bam! Viene liberato, scopre che Ashe è ancora viva e si ritrova a seguire una traccia per la restaurazione di Dalmasca che, per quanto labile e dubbia, è pur sempre un qualcosa. è passato da zero a cento e secondo me chiunque sarebbe terrorizzato di tornare a perdere qualcosa... ed essendo un soldato, teme che questo annebbi la sua capacità di agire. Ashe è in sua custodia, specie dopo la debacle di Vossler e lo scindersi dalla ribellione, e non può permettersi di fare un singolo passo falso. Quello che lui spera e desidera viene dopo. Essendo un uomo riservato, nella fanfic gliel'ho fatto esprimere in quelle poche parole.
Ecco, in quel momento del gioco io lo leggo così, poi liberissimi di dissentire. :)
no subject
Date: 2010-08-16 11:05 pm (UTC)Leggo della tenerezza grandiosa, qui ç___ç! Che fic vividissima, Crim, sono così belli e naturali tutti, e colti in maniera così perfetta che io devo solo inchinarmi e tacere! A parte il Garif!setting che io ho sempre trovato tremendamente bello (e che a quanto pare nasconde una conversazione fra Basch e Ashe di cui il giocatore sa un chispio) e significativo, soprattutto dopo Vossler, la cerimonia si appoggia su uno dei punti-cardine del gioco, e ognuno dei nostri piccoli grandi eroi la celebra a modo suo. Trovo le parti di Vaan e Panelo decisamente ADORABILI (considerando che ce l'ho con loro, poi, è un miracolo che solo tu potevi compiere), e mi sono decisamente sciolta nella dimamica Fran-Balthier e Basch-Ashe di tutto il resto, perché ne hai mantenuto la complicità, la purezza e la fiducia ç___ç! Ed è bellissimo che, pur scrivendo poco su questo fandom, tu riesca a centrare TUTTO dei personaggi con una freschezza sempre nuova, con una profondità genuina e sempre gradita.
(posso dirlo, che amo il tuo Basch? ;_;)
E mi onora che tu l'abbia dedicata a me, giuro che scriverò del worksafe tutto per te ç___ç!
no subject
Date: 2010-08-17 06:12 pm (UTC)Inizio invece con piccolafiammiferaia!Noah (http://loophole.x0.to/ff12/gabranth01.png). Cioè guardalo, è palesemente lui XDDDD
Diiiicevo. Beh, più che una conversazione vera e propria, un sottinteso, un pensiero comune dei due... "novità che complicano la vita? Bbbbbbeh... parliamo d'altro che è meglio, vah..." XD Originariamente doveva essere tutta sulla dinamica che va dal sonoro schiaffone a... beh, al dialogo della mattina dopo.
E Vaan e Penelo... io ce l'ho tantissimo (ma proprio a morte) col marketing Squenix, ma con loro due personalmente non ce la faccio a mettere il muso! Non se li fila nisciuno, al massimo il resto del party li usa come come comic relief: non sono il fighetto-sconosciuto-che-salverà-il-mondo con la sua amica-d'infanzia-dai-grandi-poteri, sono ::davvero:: due stupidotti presi su per caso che fanno da punto di vista. Poi Penelo mi sta onestamente simpatica. L'unica onta 'attiva' è che si sono fagocitati le prime quante, sei-sette ore del gioco? Quell'inizio è troppo troppo lungo, avrei preferito vederlo falciato in favore di cose più interessanti, di esposizione maggiore per tutti.
Ah, e non essere due Bangaa. Se fossero stati due Bangaa, il gioco sarebbe stato esponenzialmente migliore, ecco. :| (scherzo fino a un certo punto... il party ariano + coniglietta di playboy in un mondo così multiculturale mi sta ancora di traverso fin dall'annuncio, se la società ha tre-quattro razze preminenti gradirei tre-quattro razze nel party)
(puoi dirlo e mi fai felice! *_* Non so quando la svilupperò con le cose più pressanti ora, ma m'è rimasta sicuramente da dire una cosa su di lui e Larsa...)
...Worksafe tutto per me, yaaaaaaaay! :D
no subject
Date: 2010-08-17 06:57 pm (UTC)*ride IRL* XDDDDDDDDDDDDDDD
Beh, in effetti penso che tale conversazione possa essere stata anche skippata dagli sviluppatori perché magari avremmo avuto tre ore di capitano & milady intenti a schiarirsi la gola, but still... ogni occasione di cutscene in cui Basch e Ashe si parlano sarebbe stata molto gradita qui :/
perché io non li shippo affatto, lo sappiamo tutti, no? XDDDDTi quoto tantissimo sul ruolo di Vaan e Penelo all'interno del gioco: sono un POV capitato lì per caso, e, a costo di ripetermi, è la cosa che mi piace di loro... i problemi sono sopraggiunti quando ho saputo che Basch era stato designato come protagonista al posto di Vaan - questo ribaltone gli ha tolto un sacco di ghiotte possibilità di approfondimentoper tacer del fatto che ci sarebbe stato del canon palese e inappellabile che avrebbe fatto di me una donna felice. Odio con tutto il cuore quelle scene in cui Basch se ne sta in disparte, contrapposte poi a tutta la parte sul Leviatano, durante la quale è l'unico che riesce a far tacere Ashe (che nelle prime sette-dieci ore di gioco è palesemente e comprensibilmente mestruata) con due parole secche come due stoccate. Un uomo del genere merita la sua grossa fetta di rispetto, considerato che Vaan, povero, ha il suo climax come leading man dando una spallatona a Vayne XDDDDD. Quindi sì, ti quoto su tutto e mi hai fatto venire in mente un plotbunny XDDDD.Uhm, ti dispiace se infilo Vossler di sgamo, nel caso? C'è gente che tende a non sopportarlo XD.
(totally unrelated: QUANTO ODIO GLI SHIPPER BASCH/ASHE CHE SCRIVONO QUINTALI DI FIC PER DIRTI IN SOSTANZA CHE "NAH, TANTO ASHE RASLER NON L?HA MAI AMATO!"!!!!!!)
*nasconde tutte le sue pre-wedding fic*
no subject
Date: 2010-08-17 07:56 pm (UTC)Plotbunny! :D Vossler non mi disturba, anzi! Gli unici con cui ho problemi -vaghissimi peraltro- sono Reddas e Cid, ma più per reminescenze astiosissssssime di gameplay che altro XD (e, col senno di poi, Cid sembra il fratello malvagio di Atrus, e santo cielo quell'uomo ha già abbastanza problemi con tutto il resto della sua famiglia per avere anche un fratello malvagio in un altro fandom u.u/)
E sì, più cutscene sarebbero state meravigliose e avrebbero fatto tanto tanto bene ç_ç La qualità dei dialoghi è splendida, ma se fai la caratterizzazione di fino, invece che riassunta come nei vecchi JRPG, devi darle spazio, diamine. Ciò premesso, la fetch quest della Sunstone è solo gente che dà aria ai denti e prende ORE.
Basch ha ancora la posizione del protagonista di una trama del genere, peraltro... grrrrrrrgnsolochenonnehalostatusesivede. I protagonisti delle storie di Ivalice sono fatti così, non come Vaan =/ Gli uomini giusti che si donano tutti a una causa massicciamente più grande di loro, che resta al di là della loro portata per l'intero svolgimento dei fatti, per poi sottrarli alle pagine della Storia... Basch ne ha il carattere e il ruolo. Ma, se FFT e VS sono buoni indizi, temo che il canone non sarebbe stato molto più evidente... XD Quello che ne ho tratto è che Ramza Vuole Tanto Bene Alla Sorella e Ashley... beh, Ashley sotto sotto è una fragile fanciulla. Chiusa parentesi imbarazzante sui sottintesi di VS (battuta solo dalle parentesi imbarazzanti sui costumi (http://browse.deviantart.com/?qh=§ion=&q=vagrant+story+rosencrantz#/d2blejn) di VS), il succo è che quest'uomo non scrive storie d'amore esplicite, mai. Ora sono curiosissima per Tactics Ogre su PSP, vediamo se conferma il trend...
no subject
Date: 2010-08-17 11:26 pm (UTC)(che poi, oltretutto, non so se è bene prendere RW come esempio, ma non mi appioppi la principessa da sola col capitano su una rupe, facendole dire "Mi trovi cambiata, Basch?" se non ci credi manco un po'. Lui però vabbe', tonto: "Governate molto bene"... Grazie a Dio non avevo un'accetta con me XDDDDDDDD...)
Sì, comunque ti quoto, il gioco comincia a prendermi molto da Barheim in poi, e sì, decisamente Basch è QUEL tipo di uomo, e ci piace proprio per quello!
GH, Reddas! Ho orribili ricordi delle sue capacità e dei suoi pantaloni (pur amandolo per il resto XD), ma per Al-Cid ho un debole, se non altro per le sue eclatantissime avances! Anyway, conoscendomi giuro che farò del mio meglio per rimanere più gen possibile XD.