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Titolo: Ficus Strangolatore
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Parte: 3/16
Rating: da R in su.
Conteggio Parole: 2206
Beta: Nuki
Riassunto: Da quando Harry ha visto Malfoy in quelle vesti, non riesce a togliersene l'immagine dalla mente. Quando troppo potere ed ossessione si concentrano nelle mani di una sola persona, i risultati possono essere pericolosi.
Note: Sequel di Narciso. Il pr0n è vicino gente XD
Avvertimenti: Stavolta abbiamo un bel pout-pourri di Non-con, Angst, Molestie, Umiliazione, Violenza Psicologica, pseudoslash, crossdressing e credo che Harry vada abbastanza OOC ma potrebbe anche essere un'Alternative Character Interpretation (o potrei star solo cercando di pararmi il culo). É leggermente AU per una questione di praticità (niente Umbridge). Oh, e in questo capitolo c'è una mezza scena etero, ma è solo menzionata e non credo che dia fastidio.
Link al capitolo precedente: 2
Link al capitolo successivo: 4
Quella mattina, Harry evitò accuratamente di alzare lo sguardo verso la tavolata dei Serpeverde.
Non voleva rischiare di incrociare lo sguardo con gli occhi grigi di Malfoy.
Non voleva ricordare il sogno...no, l'incubo che di quella notte.
Non voleva ricordare cosa era successo la sera prima.
Ma il rullino nella sua tasca gli impediva di dimenticare.
La verità era che non aveva sviluppato un bel niente.
La verità era che non aveva modo di sviluppare quella foto senza che nessuno facesse domande, a meno di non farlo da solo.
Ma così avrebbe rischiato di danneggiare il rullino.
No, era meglio lasciare Malfoy con questa convinzione.
Meglio lasciare che si tormentasse al pensiero che qualcuno potesse scoprire il suo segreto.
Se lo meritava, come minimo, dopo quello che gli stava facendo.
Se lo meritava per il modo in cui lo stava facendo diventare pazzo.
Era colpa sua, su questo non aveva dubbi.
Non era lui il pervertito, fra i due.
Non era lui ad aver avuto certe idee!
Era stato Malfoy, quella serpe, a renderlo strano.
Aveva cominciato lui per primo, perseguitandolo nei suoi sogni.
Non era colpa sua se ora non riusciva più a smettere di pensarci.
Sollevò la testa solo per un secondo, giusto il tempo di intravederlo mentre discuteva di qualcosa con Zabini.
“Dannato Malfoy”, pensò con rabbia, abbassando lo sguardo sul proprio piatto di uova e pancetta, praticamente intoccato.
-Harry? Tutto bene?-
Hermione lo scrutava preoccupata, di fianco a lui.
-Non hai una bella cera-
Harry fece spallucce.
-Non ho dormito bene ultimamente- ammise, abbozzando un sorriso.
Doveva aver notato qualcosa di strano in lui.
Si stava comportando in modo insolito?
Harry iniziò a preoccuparsi.
Non doveva farli insospettire.
Se avessero scoperto quello che gli passava per la mente, o quello che aveva fatto...
Beh, dubitava che avrebbero capito.
Perfino Ron aveva ritenuto troppo crudele l'idea di diffondere quella foto.
Ma era naturale: lui non aveva problemi a dormire la notte, e la mattina era fresco e riposato come una rosa.
Harry avrebbe voluto poter scordare l'avvenuto a quel modo, o almeno essere in grado di ignorarlo.
Se Malfoy non avesse iniziato ad infestare i suoi sogni lui non avrebbe mai considerato l'opzione di ricattarlo.
E se solo quello che era successo la sera prima avesse fatto sparire quelle immagini dalla sua mente, anziché renderle più vivide, ora non sarebbe stato così nervoso e confuso.
-'On 'ai hame?- chiese Ron, che come al solito si stava ingozzando, beccandosi prontamente un'occhiataccia da parte di Hermione.
Eccolo lì, ad ingozzarsi senza un pensiero al mondo, e soprattutto senza pensieri che riguardassero acerrimi nemici travestiti da donna.
In quel momento lo invidiava da morire.
-Harry, hai per caso sognato di nuovo...Tu-Sai-Chi?-
Il ragazzo storse la bocca, in un sorriso amaro.
“Voldemort? Magari si trattasse di lui...preferirei mille volte quegli incubi a...a questo”
Almeno se tentava di immaginarsi Voldemort in lingerie l'unica reazione che gli suscitava era l'impulso di scoppiare a ridere.
“Ecco”, pensò “Se solo Malfoy fosse sembrato altrettanto ridicolo...diamine, se non lo avessi mai visto con i miei occhi non avrei mai immaginato che potesse essere tanto convincente! Un ragazzo non dovrebbe essere così ambiguo!”
Era sicuro che non fosse colpa sua.
No, era colpa di Malfoy, di certo.
Nessun ragazzo normale poteva essere attraente conciato in quel modo, ne era sicuro.
Ron non gli avrebbe fatto quell'effetto, né tantomeno Neville o Lee.
Che colpa ne aveva lui se Malfoy era terribilmente convincente come ragazza?
Che colpa ne aveva lui se quella “ragazza” era più attraente anche di Cho Chang, la ragazza che ancora gli faceva balzare il cuore in gola ed annodare budella e lingua tanto da renderlo incapace di parlare normalmente ogni volta che la vedeva?
Improvvisamente gli comparve in mente l'immagine di Cho e di quella ragazza bionda, seminude, abbracciate insieme in una posa inequivocabilmente erotica.
Harry sussultò violentemente, rovesciando il bicchiere di succo di zucca sul tavolo e facendo cadere la forchetta a terra con un tintinnio acuto.
-Harry!?!- fecero Ron ed Hermione all'unisono, allarmati.
-Ehm...la...la cicatrice!- improvvisò il ragazzo, avvampando.
“Smettila di pensarci! Non anche durante il giorno, maledizione!!!”
-Dovresti parlarne con Silente!-
-Hermione, non ricominciare per favore...-
-Harry, questa è una cosa seria, e tu la stai sottovalutando! Avevi detto di aver smesso di fare incubi!-
-Ho smesso-
-Ron mi ha detto che ti agiti nel sonno, e che più di una volta ti ha visto svegliarti agitato ed in un bagno di sudore!-
Ron distolse lo sguardo con le orecchie arrossate e l'aria colpevole.
Harry sospirò.
Non biasimava Ron per averglielo detto, viste le circostanze.
In fondo era vero che continuava ad avere incubi.
Solo non del genere che credevano loro.
-É un problema che posso risolvere da solo- sbottò, alzandosi dal tavolo e dirigendosi a passo spedito verso il dormitorio, evitando di incrociare lo sguardo dei compagni attoniti.
-Hai visto? Potterino dà in escandescenze- squittì Pansy, deliziata, avvinghiandosi al braccio di Draco.
-Già- commentò lui, tornando a concentrarsi sui toast che stava imburrando e disponendo nel piatto.
Le croste giacevano in un angolino, in una mucchietta ordinata.
Odiava i bordi del pane, erano terribilmente fastidiosi, soprattutto nei sandwich.
-Non ti interessa sapere come mai?- insistette lei, tracciando dei circoletti sulla sua spalla con un dito.
Draco ignorò l'impulso di scostarsela di dosso, sorridendole ed assicurandola che ciò che faceva Potter al momento era l'ultimo dei suoi pensieri.
Sopportava le sue smancerie per diplomazia, anche se odiava come lo toccava con quelle mani.
Erano mani piccole, dalle dita corte e tozze, pur se curate e smaltate con la massima attenzione.
I Parkinson erano una famiglia purosangue da lungo tempo amica dei Malfoy, addirittura con una o due parentele in comune.
Non sarebbe stato conveniente per lui rifiutarla apertamente, anche se dubitava che i suoi genitori si aspettassero che la sposasse in futuro: da quanto le aveva sentito dire mentre origliava di nascosto le sue conversazioni col padre, Narcissa non voleva eredi così brutti.
E nemmeno Draco.
Tuttavia, quella ragazza aveva altri pregi: era stupida, facilmente manipolabile e più che disposta ad accontentare le sue curiosità sull'altro sesso.
Finché non la guardava troppo in faccia, o non faceva troppo caso alle sue mani, non era tanto male.
Era bassa, ma aveva un bel corpo, un seno abbastanza florido ed una pelle chiara e vellutata a cui dedicava una cura quasi maniacale.
Draco non si era mai spinto molto in là con lei, a dire il vero.
Nonostante lei gliel'avesse chiesto, non l'aveva mai penetrata.
Troppo rischioso: non conosceva abbastanza bene gli incantesimi di protezione, e preferiva evitare sorprese che rischiavano di portare scandalo alla sua famiglia.
Considerando anche gli eventi recenti, aveva imparato che non valeva la pena di correre certi rischi.
“Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio” pensò con sollievo.
Anche se quella del giorno prima era un'esperienza che non desiderava rifare.
-Draco, ti va di vederci stasera?-
Draco alzò lo sguardo verso di lei.
Si, forse l'avrebbe aiutato a distrarsi, a togliersi certi problemi dalla mente.
Doveva smettere di preoccuparsi per cose già risolte.
Sorrise, sfruttando la scusa per toglierle la mano dalla sua spalla, prendendola nella sua.
-Dopo le lezioni. Sii puntuale-
Lei si lasciò sfuggire una risatina acuta, sbattendo le ciglia.
Mascara tendente al viola, ed appena una passata di ombretto scuro.
Draco si sforzò di non pensare...
“Non posso correre di nuovo quel rischio”
...di non pensare a come quei colori sarebbero stati meglio sul proprio viso.
-Sei preoccupata?-
Hermione annuì
-Di solito si confida di più con noi-
Ron le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé con un po' di imbarazzo.
-Non possiamo fare molto se lui non vuole parlare- le fece notare.
Lei sospirò.
-Forse sto insistendo troppo...però non so cosa fare! Dovrebbe davvero parlarne a Silente!-
-Credo che ce l'abbia ancora con lui...sai, da quest'estate.- disse Ron, grattandosi il naso -Ti ricordo la sfuriata che ha fatto, no?-
Hermione annuì, guardandolo più seria che mai.
-É comprensibile. Cedric gli è morto davanti...Harry si sente ancora responsabile di questo, e poi c'è stata la storia di Barty Crouch...dopo tutto quel che è successo l'anno scorso, ritrovarsi confinato in quel modo per tutta l'estate, per di più in un posto che odia...deve essersi sentito tradito ed abbandonato. É comprensibile che sia sconvolto-
-Già...-
-E quindi...quindi è comprensibile che abbia ancora incubi, e Tu-Sai-Chi potrebbe anche non avere nulla a che fare con tutto ciò-
-Però la cicatrice...-
-Non lo so Ron, è proprio per quello che non sono sicura...potrebbe anche essere che la tensione lo renda più suscettibile anche all'influenza di Tu-Sai-Chi, e questo sarebbe comunque pericoloso.-
Rimasero in silenzio per un po', meditando sulla cosa.
-In ogni caso, dobbiamo stargli vicini e cercare di capire che cosa gli succede. Non possiamo lasciare che si isoli in un momento del genere. Può darsi che si senta ancora tradito, e faccia fatica a fidarsi, ma non possiamo lasciarlo solo-
Ron era d'accordo.
Non sapevano che cosa stesse succedendo al loro amico, ma erano determinati ad aiutarlo a risolverlo.
Quella sera Draco era stato più entusiasta del solito.
Pansy lo guardò mentre rifaceva il letto, tirando le coperte e piegandole con una precisione quasi maniacale, lisciando le piccole pieghe rimaste con la mano.
Più entusiasta, ma anche più distaccato.
Come se fosse stato perso nei suoi pensieri.
Lo guardò sistemare i cuscini, sbattendoli un po' troppo forte, un po' troppo bruscamente, nervoso.
Pansy si alzò dalla sedia, abbracciandolo da dietro, e sentì il corpo del ragazzo irrigidirsi contro il suo.
-Va tutto bene, Draco?- gli chiese, appoggiandogli la testa sulla schiena.
Draco non rispose.
Sospirò, inspirando poi a fondo ed espirando lentamente, per calmarsi.
Le mani di Pansy, i suoi capelli sudati che gli si appiccicavano alla schiena, il suo respiro caldo...tutto questo al momento non faceva che innervosirlo ancora di più.
Gentilmente però le prese le mani nelle sue, scostandogliele, e si voltò verso di lei.
Le sorrise e si sforzò di nasconderle il proprio nervosismo, accarezzandole il viso.
-Vado a fare una doccia- le disse, raccogliendo la propria camicia da terra per rimetterla in ordine assieme con gli altri vestiti, mormorando un incantesimo di pulizia giusto per assicurarsi che non fosse sporca.
Draco odiava la sporcizia ancora più del disordine.
La sporcizia era per i mezzosangue ed i babbani, per gli elfi domestici e le altre creature inferiori.
La porta comparve automaticamente nella parete quando ne espresse il bisogno.
Era stata una fortuna scoprire quella stanza.
Se solo avesse potuto restare il suo segreto...
Se solo Potter non avesse dovuto rovinargli anche quello...
Lavò via quei pensieri sotto l'acqua calda, lavò via il sudore col sapone.
Lavò via il suo rossetto.
Le sue carezze.
Il suo calore.
Lavò via ogni traccia di lei, come sempre, perché non voleva il suo odore addosso.
Pansy aspettò che Draco uscisse, sapendo che non la voleva in bagno mentre si lavava.
Non capiva il motivo di quell'improvvisa pudicizia, ma aspettava lo stesso ogni volta che lui andava in bagno per primo.
Quasi le dispiaceva doversi fare la doccia, e non sentirsi più addosso il suo odore.
Draco non le lasciava mai segni di nessun genere, così ogni volta era quasi come se non fosse mai successo.
Avrebbe voluto che tutto il mondo sapesse quello che facevano, avrebbe voluto stare insieme con lui per davvero.
Ma Draco non l'aveva mai permesso, e lei non sapeva dirgli di no.
E anche se sapeva che lui non provava niente per lei, anche se sapeva che le sue attenzioni erano pura formalità, alla fine lui accettava quasi sempre i suoi inviti.
E questo doveva pur significare qualcosa.
Quando Pansy tornò in camera, trovò Draco con addosso solo i pantaloni, e la camicia per terra.
Draco non lasciava mai nulla per terra.
Draco non si vestiva mai a metà.
Rimaneva immobile in piedi, lo sguardo fisso su qualcosa che teneva in mano.
-Draco?-
Pansy si avvicinò, accorgendosi che si trattava di una lettera.
Draco la teneva in mano, stringendola convulsamente.
Aveva le nocche bianche, ed anche il volto.
-Draco?-
Lo vide alzare lo sguardo, con aria smarrita e...
“spaventata?”
Draco sollevò lo sguardo, incrociando quello sorpreso di Pansy.
-Draco?- lo chiamò di nuovo.
“Non deve sapere...”
Abbozzò un sorriso, sentendo il sangue riaffluirgli gradualmente al volto.
-É successo qualcosa? A casa?-
-N...nulla di grave.-
-Draco?-
-Non è successo niente, non è nulla di importante.-
Appallottolò la lettera senza piegarla, cacciandosela in tasca prima di tornare a rivestirsi, raccogliendo la camicia senza neanche ripulirla.
Pansy avrebbe voluto insistere, chiedergli di chi era la lettera, chiedergli perché fosse così sconvolto.
Invece rimase in silenzio, guardandolo mentre si rivestiva ed usciva dalla Stanza, chiudendo la porta con troppa forza.
Se solo lui non l'avesse sempre tenuta lontana dai suoi segreti...
Harry si rigirava nel letto, insonne, la mente che tornava a quella lettera scritta solo poche ore prima.
“É una follia” , si ripeté per l'ennesima volta “è la cosa più stupida e rischiosa che potesse venirmi in mente...”
Ma sentiva che se fosse andato avanti in quel modo ancora per molto ne sarebbe uscito pazzo.
Doveva fare qualcosa per fermarlo, qualsiasi cosa.
Prima di perdere il controllo.
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Parte: 3/16
Rating: da R in su.
Conteggio Parole: 2206
Beta: Nuki
Riassunto: Da quando Harry ha visto Malfoy in quelle vesti, non riesce a togliersene l'immagine dalla mente. Quando troppo potere ed ossessione si concentrano nelle mani di una sola persona, i risultati possono essere pericolosi.
Note: Sequel di Narciso. Il pr0n è vicino gente XD
Avvertimenti: Stavolta abbiamo un bel pout-pourri di Non-con, Angst, Molestie, Umiliazione, Violenza Psicologica, pseudoslash, crossdressing e credo che Harry vada abbastanza OOC ma potrebbe anche essere un'Alternative Character Interpretation (o potrei star solo cercando di pararmi il culo). É leggermente AU per una questione di praticità (niente Umbridge). Oh, e in questo capitolo c'è una mezza scena etero, ma è solo menzionata e non credo che dia fastidio.
Link al capitolo precedente: 2
Link al capitolo successivo: 4
Quella mattina, Harry evitò accuratamente di alzare lo sguardo verso la tavolata dei Serpeverde.
Non voleva rischiare di incrociare lo sguardo con gli occhi grigi di Malfoy.
Non voleva ricordare il sogno...no, l'incubo che di quella notte.
Non voleva ricordare cosa era successo la sera prima.
Ma il rullino nella sua tasca gli impediva di dimenticare.
La verità era che non aveva sviluppato un bel niente.
La verità era che non aveva modo di sviluppare quella foto senza che nessuno facesse domande, a meno di non farlo da solo.
Ma così avrebbe rischiato di danneggiare il rullino.
No, era meglio lasciare Malfoy con questa convinzione.
Meglio lasciare che si tormentasse al pensiero che qualcuno potesse scoprire il suo segreto.
Se lo meritava, come minimo, dopo quello che gli stava facendo.
Se lo meritava per il modo in cui lo stava facendo diventare pazzo.
Era colpa sua, su questo non aveva dubbi.
Non era lui il pervertito, fra i due.
Non era lui ad aver avuto certe idee!
Era stato Malfoy, quella serpe, a renderlo strano.
Aveva cominciato lui per primo, perseguitandolo nei suoi sogni.
Non era colpa sua se ora non riusciva più a smettere di pensarci.
Sollevò la testa solo per un secondo, giusto il tempo di intravederlo mentre discuteva di qualcosa con Zabini.
“Dannato Malfoy”, pensò con rabbia, abbassando lo sguardo sul proprio piatto di uova e pancetta, praticamente intoccato.
-Harry? Tutto bene?-
Hermione lo scrutava preoccupata, di fianco a lui.
-Non hai una bella cera-
Harry fece spallucce.
-Non ho dormito bene ultimamente- ammise, abbozzando un sorriso.
Doveva aver notato qualcosa di strano in lui.
Si stava comportando in modo insolito?
Harry iniziò a preoccuparsi.
Non doveva farli insospettire.
Se avessero scoperto quello che gli passava per la mente, o quello che aveva fatto...
Beh, dubitava che avrebbero capito.
Perfino Ron aveva ritenuto troppo crudele l'idea di diffondere quella foto.
Ma era naturale: lui non aveva problemi a dormire la notte, e la mattina era fresco e riposato come una rosa.
Harry avrebbe voluto poter scordare l'avvenuto a quel modo, o almeno essere in grado di ignorarlo.
Se Malfoy non avesse iniziato ad infestare i suoi sogni lui non avrebbe mai considerato l'opzione di ricattarlo.
E se solo quello che era successo la sera prima avesse fatto sparire quelle immagini dalla sua mente, anziché renderle più vivide, ora non sarebbe stato così nervoso e confuso.
-'On 'ai hame?- chiese Ron, che come al solito si stava ingozzando, beccandosi prontamente un'occhiataccia da parte di Hermione.
Eccolo lì, ad ingozzarsi senza un pensiero al mondo, e soprattutto senza pensieri che riguardassero acerrimi nemici travestiti da donna.
In quel momento lo invidiava da morire.
-Harry, hai per caso sognato di nuovo...Tu-Sai-Chi?-
Il ragazzo storse la bocca, in un sorriso amaro.
“Voldemort? Magari si trattasse di lui...preferirei mille volte quegli incubi a...a questo”
Almeno se tentava di immaginarsi Voldemort in lingerie l'unica reazione che gli suscitava era l'impulso di scoppiare a ridere.
“Ecco”, pensò “Se solo Malfoy fosse sembrato altrettanto ridicolo...diamine, se non lo avessi mai visto con i miei occhi non avrei mai immaginato che potesse essere tanto convincente! Un ragazzo non dovrebbe essere così ambiguo!”
Era sicuro che non fosse colpa sua.
No, era colpa di Malfoy, di certo.
Nessun ragazzo normale poteva essere attraente conciato in quel modo, ne era sicuro.
Ron non gli avrebbe fatto quell'effetto, né tantomeno Neville o Lee.
Che colpa ne aveva lui se Malfoy era terribilmente convincente come ragazza?
Che colpa ne aveva lui se quella “ragazza” era più attraente anche di Cho Chang, la ragazza che ancora gli faceva balzare il cuore in gola ed annodare budella e lingua tanto da renderlo incapace di parlare normalmente ogni volta che la vedeva?
Improvvisamente gli comparve in mente l'immagine di Cho e di quella ragazza bionda, seminude, abbracciate insieme in una posa inequivocabilmente erotica.
Harry sussultò violentemente, rovesciando il bicchiere di succo di zucca sul tavolo e facendo cadere la forchetta a terra con un tintinnio acuto.
-Harry!?!- fecero Ron ed Hermione all'unisono, allarmati.
-Ehm...la...la cicatrice!- improvvisò il ragazzo, avvampando.
“Smettila di pensarci! Non anche durante il giorno, maledizione!!!”
-Dovresti parlarne con Silente!-
-Hermione, non ricominciare per favore...-
-Harry, questa è una cosa seria, e tu la stai sottovalutando! Avevi detto di aver smesso di fare incubi!-
-Ho smesso-
-Ron mi ha detto che ti agiti nel sonno, e che più di una volta ti ha visto svegliarti agitato ed in un bagno di sudore!-
Ron distolse lo sguardo con le orecchie arrossate e l'aria colpevole.
Harry sospirò.
Non biasimava Ron per averglielo detto, viste le circostanze.
In fondo era vero che continuava ad avere incubi.
Solo non del genere che credevano loro.
-É un problema che posso risolvere da solo- sbottò, alzandosi dal tavolo e dirigendosi a passo spedito verso il dormitorio, evitando di incrociare lo sguardo dei compagni attoniti.
-Hai visto? Potterino dà in escandescenze- squittì Pansy, deliziata, avvinghiandosi al braccio di Draco.
-Già- commentò lui, tornando a concentrarsi sui toast che stava imburrando e disponendo nel piatto.
Le croste giacevano in un angolino, in una mucchietta ordinata.
Odiava i bordi del pane, erano terribilmente fastidiosi, soprattutto nei sandwich.
-Non ti interessa sapere come mai?- insistette lei, tracciando dei circoletti sulla sua spalla con un dito.
Draco ignorò l'impulso di scostarsela di dosso, sorridendole ed assicurandola che ciò che faceva Potter al momento era l'ultimo dei suoi pensieri.
Sopportava le sue smancerie per diplomazia, anche se odiava come lo toccava con quelle mani.
Erano mani piccole, dalle dita corte e tozze, pur se curate e smaltate con la massima attenzione.
I Parkinson erano una famiglia purosangue da lungo tempo amica dei Malfoy, addirittura con una o due parentele in comune.
Non sarebbe stato conveniente per lui rifiutarla apertamente, anche se dubitava che i suoi genitori si aspettassero che la sposasse in futuro: da quanto le aveva sentito dire mentre origliava di nascosto le sue conversazioni col padre, Narcissa non voleva eredi così brutti.
E nemmeno Draco.
Tuttavia, quella ragazza aveva altri pregi: era stupida, facilmente manipolabile e più che disposta ad accontentare le sue curiosità sull'altro sesso.
Finché non la guardava troppo in faccia, o non faceva troppo caso alle sue mani, non era tanto male.
Era bassa, ma aveva un bel corpo, un seno abbastanza florido ed una pelle chiara e vellutata a cui dedicava una cura quasi maniacale.
Draco non si era mai spinto molto in là con lei, a dire il vero.
Nonostante lei gliel'avesse chiesto, non l'aveva mai penetrata.
Troppo rischioso: non conosceva abbastanza bene gli incantesimi di protezione, e preferiva evitare sorprese che rischiavano di portare scandalo alla sua famiglia.
Considerando anche gli eventi recenti, aveva imparato che non valeva la pena di correre certi rischi.
“Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio” pensò con sollievo.
Anche se quella del giorno prima era un'esperienza che non desiderava rifare.
-Draco, ti va di vederci stasera?-
Draco alzò lo sguardo verso di lei.
Si, forse l'avrebbe aiutato a distrarsi, a togliersi certi problemi dalla mente.
Doveva smettere di preoccuparsi per cose già risolte.
Sorrise, sfruttando la scusa per toglierle la mano dalla sua spalla, prendendola nella sua.
-Dopo le lezioni. Sii puntuale-
Lei si lasciò sfuggire una risatina acuta, sbattendo le ciglia.
Mascara tendente al viola, ed appena una passata di ombretto scuro.
Draco si sforzò di non pensare...
“Non posso correre di nuovo quel rischio”
...di non pensare a come quei colori sarebbero stati meglio sul proprio viso.
-Sei preoccupata?-
Hermione annuì
-Di solito si confida di più con noi-
Ron le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé con un po' di imbarazzo.
-Non possiamo fare molto se lui non vuole parlare- le fece notare.
Lei sospirò.
-Forse sto insistendo troppo...però non so cosa fare! Dovrebbe davvero parlarne a Silente!-
-Credo che ce l'abbia ancora con lui...sai, da quest'estate.- disse Ron, grattandosi il naso -Ti ricordo la sfuriata che ha fatto, no?-
Hermione annuì, guardandolo più seria che mai.
-É comprensibile. Cedric gli è morto davanti...Harry si sente ancora responsabile di questo, e poi c'è stata la storia di Barty Crouch...dopo tutto quel che è successo l'anno scorso, ritrovarsi confinato in quel modo per tutta l'estate, per di più in un posto che odia...deve essersi sentito tradito ed abbandonato. É comprensibile che sia sconvolto-
-Già...-
-E quindi...quindi è comprensibile che abbia ancora incubi, e Tu-Sai-Chi potrebbe anche non avere nulla a che fare con tutto ciò-
-Però la cicatrice...-
-Non lo so Ron, è proprio per quello che non sono sicura...potrebbe anche essere che la tensione lo renda più suscettibile anche all'influenza di Tu-Sai-Chi, e questo sarebbe comunque pericoloso.-
Rimasero in silenzio per un po', meditando sulla cosa.
-In ogni caso, dobbiamo stargli vicini e cercare di capire che cosa gli succede. Non possiamo lasciare che si isoli in un momento del genere. Può darsi che si senta ancora tradito, e faccia fatica a fidarsi, ma non possiamo lasciarlo solo-
Ron era d'accordo.
Non sapevano che cosa stesse succedendo al loro amico, ma erano determinati ad aiutarlo a risolverlo.
Quella sera Draco era stato più entusiasta del solito.
Pansy lo guardò mentre rifaceva il letto, tirando le coperte e piegandole con una precisione quasi maniacale, lisciando le piccole pieghe rimaste con la mano.
Più entusiasta, ma anche più distaccato.
Come se fosse stato perso nei suoi pensieri.
Lo guardò sistemare i cuscini, sbattendoli un po' troppo forte, un po' troppo bruscamente, nervoso.
Pansy si alzò dalla sedia, abbracciandolo da dietro, e sentì il corpo del ragazzo irrigidirsi contro il suo.
-Va tutto bene, Draco?- gli chiese, appoggiandogli la testa sulla schiena.
Draco non rispose.
Sospirò, inspirando poi a fondo ed espirando lentamente, per calmarsi.
Le mani di Pansy, i suoi capelli sudati che gli si appiccicavano alla schiena, il suo respiro caldo...tutto questo al momento non faceva che innervosirlo ancora di più.
Gentilmente però le prese le mani nelle sue, scostandogliele, e si voltò verso di lei.
Le sorrise e si sforzò di nasconderle il proprio nervosismo, accarezzandole il viso.
-Vado a fare una doccia- le disse, raccogliendo la propria camicia da terra per rimetterla in ordine assieme con gli altri vestiti, mormorando un incantesimo di pulizia giusto per assicurarsi che non fosse sporca.
Draco odiava la sporcizia ancora più del disordine.
La sporcizia era per i mezzosangue ed i babbani, per gli elfi domestici e le altre creature inferiori.
La porta comparve automaticamente nella parete quando ne espresse il bisogno.
Era stata una fortuna scoprire quella stanza.
Se solo avesse potuto restare il suo segreto...
Se solo Potter non avesse dovuto rovinargli anche quello...
Lavò via quei pensieri sotto l'acqua calda, lavò via il sudore col sapone.
Lavò via il suo rossetto.
Le sue carezze.
Il suo calore.
Lavò via ogni traccia di lei, come sempre, perché non voleva il suo odore addosso.
Pansy aspettò che Draco uscisse, sapendo che non la voleva in bagno mentre si lavava.
Non capiva il motivo di quell'improvvisa pudicizia, ma aspettava lo stesso ogni volta che lui andava in bagno per primo.
Quasi le dispiaceva doversi fare la doccia, e non sentirsi più addosso il suo odore.
Draco non le lasciava mai segni di nessun genere, così ogni volta era quasi come se non fosse mai successo.
Avrebbe voluto che tutto il mondo sapesse quello che facevano, avrebbe voluto stare insieme con lui per davvero.
Ma Draco non l'aveva mai permesso, e lei non sapeva dirgli di no.
E anche se sapeva che lui non provava niente per lei, anche se sapeva che le sue attenzioni erano pura formalità, alla fine lui accettava quasi sempre i suoi inviti.
E questo doveva pur significare qualcosa.
Quando Pansy tornò in camera, trovò Draco con addosso solo i pantaloni, e la camicia per terra.
Draco non lasciava mai nulla per terra.
Draco non si vestiva mai a metà.
Rimaneva immobile in piedi, lo sguardo fisso su qualcosa che teneva in mano.
-Draco?-
Pansy si avvicinò, accorgendosi che si trattava di una lettera.
Draco la teneva in mano, stringendola convulsamente.
Aveva le nocche bianche, ed anche il volto.
-Draco?-
Lo vide alzare lo sguardo, con aria smarrita e...
“spaventata?”
Draco sollevò lo sguardo, incrociando quello sorpreso di Pansy.
-Draco?- lo chiamò di nuovo.
“Non deve sapere...”
Abbozzò un sorriso, sentendo il sangue riaffluirgli gradualmente al volto.
-É successo qualcosa? A casa?-
-N...nulla di grave.-
-Draco?-
-Non è successo niente, non è nulla di importante.-
Appallottolò la lettera senza piegarla, cacciandosela in tasca prima di tornare a rivestirsi, raccogliendo la camicia senza neanche ripulirla.
Pansy avrebbe voluto insistere, chiedergli di chi era la lettera, chiedergli perché fosse così sconvolto.
Invece rimase in silenzio, guardandolo mentre si rivestiva ed usciva dalla Stanza, chiudendo la porta con troppa forza.
Se solo lui non l'avesse sempre tenuta lontana dai suoi segreti...
Harry si rigirava nel letto, insonne, la mente che tornava a quella lettera scritta solo poche ore prima.
“É una follia” , si ripeté per l'ennesima volta “è la cosa più stupida e rischiosa che potesse venirmi in mente...”
Ma sentiva che se fosse andato avanti in quel modo ancora per molto ne sarebbe uscito pazzo.
Doveva fare qualcosa per fermarlo, qualsiasi cosa.
Prima di perdere il controllo.
no subject
Date: 2010-07-12 01:04 pm (UTC)*esulta selvaggiamente* \O/ \O/ \O/
Ok, a parte questo, mi è piaciuto molto anche questo capitolo *w*
Come sempre e più di sempre, odio Pansy Parkinson
e spero che faccia una brutta fineMi piace molto il modo in cui scrivi, riesci a creare tensione e a farla gradualmente aumentare fino a giungere al punto di rottura.
eeee... attendo il seguito! *ç*
no subject
Date: 2010-07-13 01:57 pm (UTC)Mah Pansy non è un personaggio centrale di questa storia, l'ho usata perché era comoda, non so se, come e quando ricomparirà ancora XD quindi non so dirti se farà o no una brutta fine.
Sono felice che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
no subject
Date: 2011-08-11 10:00 pm (UTC)Alla fine hai avuto ragione XD