[RPF Pattinaggio] Once upon a dream [2/2]
Apr. 27th, 2010 05:08 am![[identity profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/openid.png)
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Titolo: Once upon a dream
Autrice: Fae (
faechan)
Beta/Pre-reader:
lisachanoando
Prompt/Challenge: Alphabet Challenge
Fandom: RPF pattinaggio
Personaggi/Pairing: Scott Moir/Tessa Virtue, apparizioni e citazioni sparse di Jordan e Jim Virtue, Carol, Alma, Danny, Shari e Cara Moir, Paul MacIntosh, Igor Shpilband, Marina Zoueva, Meryl Davis, Charlie White, Jessica Dubé
Rating: G/PG
Warnings: drabble, gen-het, f-ship, canon come se piovesse, spruzzatine sparse di angst e fluff
Parole: 5.015 (FDP) (ma per Word erano 5200, ovvero 26x200 *sbuffa*)
Disclaimer/Credits: tutti i personaggi sono realmente esistenti, nessuno di essi mi appartiene eccetera.
Note: chi mi conosce sa che io amo il canon. Io vivo di canon \o/, vivo per trovare buchi in cui potermi incastrare, aneddoti da sviluppare, missing moment da raccontare e quant'altro del genere. Ora, voi capite che il fatto che Tessa e Scott abbiano un canon che è già una fanfiction di per sé non mi aiuta a contenermi. Tantomeno mi aiuta il fatto che entrambi abbiano rilasciato chili di interviste suquanto si amano quanto forte sia la loro amicizia/partnership/cosa unica che non sanno come definire e che il resto del mondo ha definito da un pezzo. Per cui insomma, questa cosa è nata perché mi andava di giocare con il loro canon, visto che c'erano robe troppo carine e amorevoli per non farlo <3 Laddove i riferimenti non siano chiarissimi, o laddove mi vada di dirvi cose inutili, o laddove senta il bisogno di squeeare (…quindi, in totale, molto spesso), ci saranno gioiose note a pié di pagina con tanto di link culopeso-friendly che vi aiuteranno a capire di cosa diavolo sto parlando \o/
Buon compleanno,
el_defe <3 e grazie per gli amorevoli momenti di fangirling congiunto su questi due bimbi :*
--
Prima parte
2006
"Non so cosa fare" si lamenta Scott, con un tono talmente infantile che Tessa non può che ridacchiare accanto alla cornetta.
"Non mi dire" lo prende in giro. "Dove sono finite le ragazze che facevano la fila per uscire con te?"
"A fare la fila per uscire con qualcuno che non viva qui solo una settimana all'anno" mugugna lui, irritato.
"Esci con un amico."
"Già sentiti tutti. Occupati, dispersi, fidanzati da poco."
"Non c'è qualche partita?"
"Tess" si indigna Scott "non è possibile che tu sia canadese e non sappia che la stagione dell'hockey è finita, ormai."
"Ehi, cercavo di rendermi utile."
Il lungo silenzio che segue è intervallato solo dagli occasionali sospiri annoiati di Scott e dalle occasionali risatine condiscendenti di Tessa.
"…Tess?"
"Mh?"
"Ci vieni a pattinare con me?"
"Scott" sospira lei, pazientemente. "Siamo in vacanza. Ti sembra il caso di passare le vacanze a fare quello che facciamo quando non siamo in vacanza?"
"Che c'entra, non è la stessa cosa" la liquida lui. "E' solo per divertirci."
Tessa si morde un labbro, pensosa. "Non lo so."
"Hai di meglio da fare?"
"…No" ammette, con una smorfia.
"Un quarto d'ora?"
Tessa rotea gli occhi e sorride. "Ti aspetto." [9]
2007
"Oggi sei strana" osserva Meryl, sedendole accanto sulle tribune. "Anzi, sei strana da qualche giorno, ormai."
Tessa si lascia sfuggire un sospiro e giocherella per un po' con la zip della felpa.
"Non è niente" mormora. "E' solo… non lo so. Penso di essere solo un po' stanca. E quando sono stanca non riesco a dare il massimo, e non dare il massimo mi rende ancora più stanca."
"Questo capita a tutti, Tess, ma…" Meryl esita, cercando le parole più giuste. "Insomma, hai gli allenamenti, e le gare, e poi l'università, e anche quando potresti riposare non ti fermi mai. Magari stai chiedendo troppo a te stessa."
"Può darsi" riflette Tessa, lo sguardo che vaga lontano per un secondo, prima di tornare a posarsi sull'altra. "Grazie" sussurra, e Meryl le passa comprensiva un braccio attorno alle spalle.
"Ehi, signore!" urla Scott dalla pista, dove lui e Charlie sono impegnati a rincorrersi e strillarsi contro di tutto in una partita improvvisata di dio solo sa cosa. "Vi unite a noi?"
Tessa scuote la testa, divertita. "Quando la pianteranno di fare gli idioti?"
"Non so Charlie" ribatte Meryl, con dolcezza "ma Scott non la pianterà finchè non ti vedrà sorridere di nuovo."
2008
Per tutto il tempo in cui i medici parlano con la famiglia Virtue, Scott attende con discrezione nel corridoio della clinica, passeggiando avanti e indietro e cercando di non pensare a niente. Solo quando tutti se ne sono andati, e Jim ha terminato di ragguagliarlo sulla situazione, si decide ad entrare e avvicinarsi al letto di Tessa.
Lei gli rivolge un sorriso stanco e si sposta leggermente di lato per permettergli di sedersi sul materasso.
"Hai già deciso, vero?" le chiede dolcemente, prendendole una mano tra le sue.
Tessa si limita ad annuire. "Non sei d'accordo?"
"E' una cosa che riguarda te."
"Riguarda entrambi" ribatte lei, testarda. "E' il sogno di tutti e due. Non ho intenzione di aspettare altri quattro anni, né di farli aspettare a te."
"Tess…"
"E poi anche i medici" prosegue, parlando sempre più in fretta "anche loro dicono…"
"Tess" la interrompe, sollevando un pollice per posarglielo sulle labbra e sentendole tremare leggermente. "Lo so."
Tessa lo fissa per qualche istante, prima di cedere e rifugiarsi contro il suo petto, sciogliendosi lentamente in un pianto liberatorio. Scott chiude gli occhi e la stringe più forte che può, ascoltando in silenzio i battiti spezzati del suo cuore. [10]
2008
"Quanto saremo distanti, secondo te?" riflette distrattamente Tessa, stringendo il telefono in una mano e massaggiandosi piano la gamba con l'altra.
"…geograficamente, vuoi dire?" domanda Scott.
"Mh-h" conferma, sistemandosi più comodamente contro i cuscini. "Siamo andati da Canton fino a casa tante di quelle volte e non ho idea di quanto precisame-"
"Centoventidue miglia e seicento."
Tessa rimane senza parole per un attimo.
"In linea d'aria, si intende" precisa Scott.
"…Te lo sei inventato!" lo accusa, fintamente indignata.
"No" ride lui. "L'ho controllato su internet."
"In due secondi?"
"L'avevo già controllato, scema" la prende in giro, e prima che lei possa realizzare da sola cosa significa, aggiunge "…E' che ci pensavo anch'io. A quanto siamo distanti, voglio dire."
Tessa stringe forte le labbra per non lasciarsi vincere dalla malinconia. La convalescenza è necessaria, questo lo sa, ma non è sufficiente per rendere ogni giorno che passa meno lungo o per farla sentire meno smarrita nello stare lontana da quanto - a parte la sua famiglia - ha di più importante nella vita.
"Mi manchi" sussurra, cercando di farsi forza. "Mi manca tutto quanto."
"Mi manchi anche tu, partner" mormora Scott, con il sorriso nella voce, e Tessa sorride con lui. [11]
2009
Ritornare alle competizioni di alto livello così presto e dopo un'operazione così delicata è una scelta in merito alla quale si sono levate perplessità da più parti, ma Scott ha ogni giorno che passa la conferma che è stata la scelta giusta: lo legge negli occhi determinati di Tessa, e lo sente nella forza immensa che traspare da ogni suo gesto. La stessa che la sostiene anche ora, mentre si avviano fianco a fianco verso la pista dello Staples Center.
"D'accordo, ci sono" mormora lei, stringendogli una mano. "Andrà tutto bene."
"Certo che andrà bene" la rassicura, ricambiando la stretta.
"Andrà tutto bene" ripete Tessa, quasi come una cantilena. "Devo solo concentrarmi."
"Ehi" la blocca, prendendo anche l'altra mano tra le sue e costringendola a fermarsi. "Io sono qui."
"Lo so" annuisce lei, gettando un'occhiata alle tribune.
Scott lascia andare le sue mani e le prende il viso tra le proprie, facendola trasalire per un attimo. "Io sono qui con te" ripete lentamente, catturando il suo sguardo e lasciandole il tempo di assorbire ogni parola. "Pensa solo a questo."
Tessa annuisce impercettibilmente, sorridendogli finalmente di un sorriso vero.
"Okay" sussurra, e Scott ha la certezza che, davvero, andrà tutto bene. [12]
2009
"Scott, se non la pianti di muoverti la uso per strozzarti, giuro."
Tessa inarca un sopracciglio come avvertimento - potrebbe scommettere che i giornalisti che tanto elogiano la sua grazia avrebbero uno scompenso nel vederla ora - e basta questo per convincerlo a stare fermo. Non è che non sappia farsi il nodo alla cravatta anche da solo, in effetti, ma praticamente da quando ha memoria o quasi è sempre stata Tessa a farlo per lui. Con risultati indubbiamente migliori, questo deve ammetterlo.
"Mi ricordi perché esattamente devo fare questa cosa?" sbuffa, sentendosi già svenire al pensiero del cocktail di beneficenza organizzato da non-ricorda-nemmeno-chi al quale sta per essere trascinato.
"Accompagnarmi al cocktail o mettere la cravatta?"
"Entrambe."
"La prima perché hai promesso a me che l'avresti fatto, la seconda perché io ho promesso alla tua ragazza che ti saresti vestito come si deve." Tessa gli sorride zuccherosa, terminando il nodo con un'ultima stretta e sistemandogli il colletto. "E non puoi sperare di vincere contro me e Jessica insieme."
La verità, pensa Scott con un sospiro rassegnato, è che non potrebbe vincere a prescindere contro nessuna delle due. Ma questo - almeno a voce alta - non lo ammetterà mai.
2009
"Tess! Tessa, ehi, aspetta!"
La presa al volo di Scott sul suo polso è delicata e precisa come sempre. Quasi come se stessero ancora danzando, si volta con un mezzo giro su sé stessa e se lo ritrova davanti.
"Mi dispiace" comincia, senza trovare il coraggio di alzare del tutto gli occhi.
"Vuoi smetterla, ora? Guardami, Tess." La pressione gentile delle sue dita sotto il mento la costringe ad ubbidirgli. "Non è stata colpa tua e neppure mia. E' stato un incidente, e sarebbe potuto succedere in qualunque momento, non credi?"
Tessa sospira. Una parte di lei non fa nessuna fatica a trovarsi d'accordo con Scott, ma un'altra parte non può fare a meno di pensare che qualcosa debba per forza essere cambiato irrimediabilmente tra di loro, adesso che sa com'è avere le sue labbra contro le proprie.
"Non è cambiato niente" mormora lui, e lei sorride automaticamente, senza nemmeno più stupirsi. "Siamo sempre noi, Tess."
Annuisce e si lascia stringere, respirando il profumo di Scott e la familiarità del suo abbraccio. Per un attimo, nell'eco della voce di lui, le sembra di sentir vibrare la sua stessa incertezza, ma sceglie volutamente di ignorarla. E' molto, molto più semplice così. [13]
2010
Uscire dagli spogliatoi e trovarsi davanti le tribune gremite all'inverosimile del Pacific Coliseum non riesce a non farle provare un brivido - di emozione, di paura, di commozione e di un sacco di altre cose insieme. Quasi non si accorge di star trattenendo il respiro fino a quando Scott non scivola d'improvviso alle sue spalle, passandole le braccia attorno alla vita e stringendola contro di sé.
"Tu credi che possiamo farcela?" chiede Tessa, e non ha alcun bisogno di specificare che non è all'obbligatorio che stanno per pattinare che si riferisce.
"Io" replica Scott con la voce più calma del mondo "credo che saremo fantastici. Credo che abbiamo lavorato tanto e bene, che conosciamo gli avversari e che siamo pronti." Si ferma per un istante, sollevando una mano per grattarsi la punta del naso prima di continuare. "E credo anche che siamo incredibilmente belli. Beh - tu sei bella, in effetti. Io sono bellissimo."
Tessa alza gli occhi al cielo ma si lascia sfuggire una risata, rilassandosi almeno un po'.
"Credi che possiamo farcela?" domanda di nuovo, dopo aver inspirato profondamente.
"Non lo credo" mormora Scott, stringendola più forte e posandole un bacio lieve a lato della testa. "Lo so."
2010
Vancouver è un'unica, immensa distesa di rosso e di bianco, di striscioni che le sembra di poter leggere persino da lontano e di grida festanti che non le hanno mai scaldato il cuore così tanto. La voce dello speaker suona lontana e quasi inconsistente, e il solo momento in cui vi presta davvero attenzione è quando la sente scandire i nomi di Meryl e Charlie e un sorriso di gioia sincera le sale spontaneo alle labbra.
Da piccola, Tessa amava le fiabe. Specie quelle a lieto fine, dove la bellissima principessa superava tutte le prove e diventava la regina del mondo accanto al suo principe.
"Grazie" bisbiglia Scott, tanto piano che solo lei riesce a sentirlo.
"L'hai già detto, sai?" ride, con gli occhi lucidi, e lui per una volta tace e le lascia l'ultima parola. Sorride soltanto, sfiorandole casualmente il fianco con il dorso della mano, e l'ultimo pensiero di Tessa, un attimo prima che venga il loro turno, è che vuole che quella mano resti lì per sempre a stringere la sua.
Poi c'è solo il boato della folla a sovrastare tutto il resto. Il mondo è ai loro piedi e Tessa, ora, può davvero sentirsene la regina. [14]
2010
"With glowing hearts we see thee rise" canta Scott - stonando atrocemente - mentre trascina Tessa per una mano sotto il porticato del ristorante. Lei ride e lo lascia fare, persino quando accenna qualche passo del peggior valzer della loro carriera, facendole quasi perdere l'equilibrio.
"Ti ho detto che ho baciato il ghiaccio?" domanda, posandole le mani sui fianchi e tirandosela accanto. "Ho baciato il ghiaccio. Con la lingua. Il miglior bacio della mia vita."
"Me l'hai detto" sospira Tessa, scuotendo la testa divertita e passandogli automaticamente le braccia attorno al collo.
"Stasera" dichiara, sollevando le dita a stringere la medaglia sul proprio petto e circondandole la vita con il braccio ancora libero "stasera potrei baciare con la lingua chiunque, giuro."
Ci vuole un attimo perché realizzi quello che ha detto, ed è un attimo che si dilata per una vita intera mentre gli occhi di Tessa - così bella, così felice, così vicina - si perdono nei suoi con la stessa intensità di mille altre volte.
"Lo sai che abbiamo vinto?" mormora lei sorridendo e scostandosi un poco, togliendo entrambi dall'imbarazzo.
Scott le accarezza piano una guancia e ricambia il sorriso, ringraziando qualunque dio esista di averla con sé. [15]
2010
'Xoxo, Scott'
Da ragazzini, Tessa lo prendeva in giro a morte per l'abitudine di firmare così ogni bigliettino gli capitasse di scrivere - che fosse per lei, per le sue cugine o per la fidanzatina della settimana. Lui la ignorava, replicando con una scrollata di spalle che era il suo marchio di fabbrica e facendola ridere ancora di più.
Ora, con il naso affondato nel più grande mazzo di peonie che abbia mai visto e le labbra aperte in un sorriso così enorme che quasi le fa male, non può fare a meno di ridere di nuovo mentre rilegge all'infinito quelle due parole e stringe tra le dita il biglietto come fosse un talismano. Il cellulare gettato con noncuranza sul piumone vibra all'improvviso, e lei non ha nemmeno bisogno di guardare il display prima di arrampicarsi sul letto, afferrarlo e rispondere.
"…avevamo detto niente regali!" lo rimprovera, cercando di imprimere un minimo di severità al proprio tono e fallendo totalmente.
Scott ride a sua volta. "Tu lo avevi detto. Io non ho mai detto che ti avrei dato retta."
Tessa stringe il mazzo al petto, accarezza lentamente un petalo con le dita e ordina a sé stessa di non piangere. [16]
2010
"Yogurt e cereali?" si scandalizza Scott, arricciando il naso davanti al tavolo della colazione. "Andiamo, Tess. A che serve aver vinto le Olimpiadi se non possiamo nemmeno festeggiare come si deve?"
"Lasciami indovinare" ride Tessa, mandando giù un boccone. "Il tuo come si deve consiste in ciambelle e sciroppo d'acero?"
"Molto sciroppo d'acero. E molte ciambelle. E pancetta, anche" annuisce Scott, compito.
"Mh. E tornerai ai cereali quando sarai diventato un ex atleta in forma e peserai quanto il Michigan?"
"Il mio peso non è cosa che ti riguardi, Virtue" ribatte lui, facendo il giro del tavolo e arrivando accanto alla sua sedia. "Tanto sono io che sollevo te" aggiunge, con uno scintillio divertito negli occhi.
Tessa impiega solo una frazione di secondo di troppo a capire le sue intenzioni, ma è abbastanza perché Scott riesca ad afferrarla, zittire le sue proteste e caricarsela in spalla, con un'eleganza che probabilmente riceverebbe uno zero da qualunque giudice al mondo, ma con indubbia efficacia.
"Scott! Scott, non è divertente - Scottie, mettimi giù immediatamente!" scalpita, sbuffando e ridendo e tempestandogli la schiena di pugni mentre lui la trascina fuori. "Si può sapere dove andiamo?"
"A festeggiare come si deve" ribadisce Scott, sorridendo.
2010
Zittire Marina - ormai l'hanno imparato da un pezzo - è un'impresa fuori dalla loro portata, specialmente quando l'argomento è una gara imminente. Per cui si limitano ad ascoltare un po' rassegnati e un po' divertiti la voce che filtra dal sedile appena dietro i loro raccomandare a entrambi la massima concentrazione, il massimo impegno, "e non pensate che una medaglia olimpica vi autorizzi a non muovere il culo", mentre l'aereo procede lentamente verso Torino.
"…perché non abbiamo preso il volo successivo?" mugugna Scott sottovoce, scansandosi automaticamente per evitare la gomitata di Tessa. "Sono distrutto" aggiunge un attimo dopo, portando le mani al viso nel tentativo di coprire un mezzo sbadiglio.
"Ma davvero, signor posso-allenarmi-e-anche-uscire-e-non-mi-serve-nemmeno-un-caffè?" lo prende in giro lei, facendogli il verso.
"Non mi serve un caffè, infatti" la rimbecca, con un'occhiataccia.
"E cosa ti serve?"
Scott fa finta di pensarci su per un istante, prima di allungare con noncuranza le dita, scostarle i capelli dalla spalla e appoggiarvi la testa con un sospiro. "Svegliami quando siamo arrivati" bofonchia, gli occhi già chiusi.
Tessa sbuffa teatralmente e gli rifila uno schiaffetto sulla fronte. Poi si rilassa contro il sedile, sorridendo quando Scott le scansa la mano prendendola nella sua.
[9] [Tessa e Scott] scherzavano sul fatto di non sapere come fosse stare separati […]. 'Abbiamo una settimana di riposo e ci telefoniamo perché non sappiamo cosa fare se non possiamo parlare l'uno con l'altra' (fonte) [torna su]
[10] Nel 2008 Tessa viene operata a causa di una sindrome compartimentale da sforzo cronico agli arti inferiori, una patologia che le rende impossibile pattinare senza sentire dolore. 'A Tessa era stata concessa una scelta' dice suo padre Jim. 'L'operazione o il ritiro. Non sapevamo se sarebbe stata in grado di riprendersi. Non sapevamo cosa sarebbe successo.' (fonte) (*piange e angsteggia* ;W;) [torna su]
[11] Dopo l'operazione Tessa rimane dalla sua famiglia a London per la convalescenza, mentre Scott torna a Canton per continuare ad allenarsi. 'E' stato strano stare lontano da Tessa per così tanto' ammette Moir. 'Da un certo punto di vista è stata una benedizione. A volte dimentichi quanto ti piaccia la tua partner.' Virtue è d'accordo. 'Credo semplicemente che abbiamo sentito molto la mancanza l'uno dell'altra.' (fonte) Per il calcolo della distanza, ovviamente, si ringrazia Google Maps :P [torna su]
[12] 'I ricordi di Tessa del loro libero allo Staples Center a Los Angeles [durante i campionati del mondo del 2009] sono confusi. "Credo di aver rimosso, ricordo che parlavo molto e che mi sentivo malissimo,' dice. […] Fortunatamente Scott mi ha sostenuto così tanto, ho chiuso fuori tutto il resto e mi sono concentrata solo su di lui.'" (fonte) (*muore d'amore*) [torna su]
[13] '[Tessa e Scott] erano talmente vicini mentre provavano un passo abbracciati, a inizio stagione, che le loro labbra si sono accidentalmente toccate. […] Liquidano l'involontario bacio - il primo in tredici anni insieme - come un incidente professionale. "E' stato talmente divertente, abbiamo riprovato il passo la volta successiva e lei non riusciva a guardarmi,' dice Moir ridendo. "E io ero tipo, 'che diavolo? Non riesci a guardarmi? E' stato un incidente.'"' (fonte) (HO GIA' DETTO CHE SONO UNA FANFICTION VIVENTE? *disegna cuoricini*) [torna su]
[14] Alla fine del libero di Vancouver si vede chiaramente il labiale di un 'thank you so much' che Scott rivolge a Tessa :') [torna su]
[15] NON MI INVENTO COSE, SAPPIATELO *rotola* 'Moir era rimasto da solo per qualche minuto […], è tornato sulla pista con la medaglia ancora al collo e si è avvicinato al centro del ghiaccio. "Ho sempre voluto baciare gli anelli. Sentivo di dovere qualcosa a quella pista […] Credo di aver baciato il ghiaccio con la lingua. Sono rimasto laggiù per così tanto che la mia faccia era bagnata."' (fonte). Moir, tu non sei normale e noi ti amiamo per questo \o/ 'With glowing hearts we see thee rise' è un verso dell'inno nazionale del Canada. Tessa e Scott sono andati davvero a festeggiare la medaglia d'oro in un ristorante di Vancouver. [torna su]
[16] Le peonie sono i fiori preferiti di Tessa :) (fonte) [torna su]
Autrice: Fae (
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Beta/Pre-reader:
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Prompt/Challenge: Alphabet Challenge
Fandom: RPF pattinaggio
Personaggi/Pairing: Scott Moir/Tessa Virtue, apparizioni e citazioni sparse di Jordan e Jim Virtue, Carol, Alma, Danny, Shari e Cara Moir, Paul MacIntosh, Igor Shpilband, Marina Zoueva, Meryl Davis, Charlie White, Jessica Dubé
Rating: G/PG
Warnings: drabble, gen-het, f-ship, canon come se piovesse, spruzzatine sparse di angst e fluff
Parole: 5.015 (FDP) (ma per Word erano 5200, ovvero 26x200 *sbuffa*)
Disclaimer/Credits: tutti i personaggi sono realmente esistenti, nessuno di essi mi appartiene eccetera.
Note: chi mi conosce sa che io amo il canon. Io vivo di canon \o/, vivo per trovare buchi in cui potermi incastrare, aneddoti da sviluppare, missing moment da raccontare e quant'altro del genere. Ora, voi capite che il fatto che Tessa e Scott abbiano un canon che è già una fanfiction di per sé non mi aiuta a contenermi. Tantomeno mi aiuta il fatto che entrambi abbiano rilasciato chili di interviste su
Buon compleanno,
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
Prima parte
2006
"Non so cosa fare" si lamenta Scott, con un tono talmente infantile che Tessa non può che ridacchiare accanto alla cornetta.
"Non mi dire" lo prende in giro. "Dove sono finite le ragazze che facevano la fila per uscire con te?"
"A fare la fila per uscire con qualcuno che non viva qui solo una settimana all'anno" mugugna lui, irritato.
"Esci con un amico."
"Già sentiti tutti. Occupati, dispersi, fidanzati da poco."
"Non c'è qualche partita?"
"Tess" si indigna Scott "non è possibile che tu sia canadese e non sappia che la stagione dell'hockey è finita, ormai."
"Ehi, cercavo di rendermi utile."
Il lungo silenzio che segue è intervallato solo dagli occasionali sospiri annoiati di Scott e dalle occasionali risatine condiscendenti di Tessa.
"…Tess?"
"Mh?"
"Ci vieni a pattinare con me?"
"Scott" sospira lei, pazientemente. "Siamo in vacanza. Ti sembra il caso di passare le vacanze a fare quello che facciamo quando non siamo in vacanza?"
"Che c'entra, non è la stessa cosa" la liquida lui. "E' solo per divertirci."
Tessa si morde un labbro, pensosa. "Non lo so."
"Hai di meglio da fare?"
"…No" ammette, con una smorfia.
"Un quarto d'ora?"
Tessa rotea gli occhi e sorride. "Ti aspetto." [9]
2007
"Oggi sei strana" osserva Meryl, sedendole accanto sulle tribune. "Anzi, sei strana da qualche giorno, ormai."
Tessa si lascia sfuggire un sospiro e giocherella per un po' con la zip della felpa.
"Non è niente" mormora. "E' solo… non lo so. Penso di essere solo un po' stanca. E quando sono stanca non riesco a dare il massimo, e non dare il massimo mi rende ancora più stanca."
"Questo capita a tutti, Tess, ma…" Meryl esita, cercando le parole più giuste. "Insomma, hai gli allenamenti, e le gare, e poi l'università, e anche quando potresti riposare non ti fermi mai. Magari stai chiedendo troppo a te stessa."
"Può darsi" riflette Tessa, lo sguardo che vaga lontano per un secondo, prima di tornare a posarsi sull'altra. "Grazie" sussurra, e Meryl le passa comprensiva un braccio attorno alle spalle.
"Ehi, signore!" urla Scott dalla pista, dove lui e Charlie sono impegnati a rincorrersi e strillarsi contro di tutto in una partita improvvisata di dio solo sa cosa. "Vi unite a noi?"
Tessa scuote la testa, divertita. "Quando la pianteranno di fare gli idioti?"
"Non so Charlie" ribatte Meryl, con dolcezza "ma Scott non la pianterà finchè non ti vedrà sorridere di nuovo."
2008
Per tutto il tempo in cui i medici parlano con la famiglia Virtue, Scott attende con discrezione nel corridoio della clinica, passeggiando avanti e indietro e cercando di non pensare a niente. Solo quando tutti se ne sono andati, e Jim ha terminato di ragguagliarlo sulla situazione, si decide ad entrare e avvicinarsi al letto di Tessa.
Lei gli rivolge un sorriso stanco e si sposta leggermente di lato per permettergli di sedersi sul materasso.
"Hai già deciso, vero?" le chiede dolcemente, prendendole una mano tra le sue.
Tessa si limita ad annuire. "Non sei d'accordo?"
"E' una cosa che riguarda te."
"Riguarda entrambi" ribatte lei, testarda. "E' il sogno di tutti e due. Non ho intenzione di aspettare altri quattro anni, né di farli aspettare a te."
"Tess…"
"E poi anche i medici" prosegue, parlando sempre più in fretta "anche loro dicono…"
"Tess" la interrompe, sollevando un pollice per posarglielo sulle labbra e sentendole tremare leggermente. "Lo so."
Tessa lo fissa per qualche istante, prima di cedere e rifugiarsi contro il suo petto, sciogliendosi lentamente in un pianto liberatorio. Scott chiude gli occhi e la stringe più forte che può, ascoltando in silenzio i battiti spezzati del suo cuore. [10]
2008
"Quanto saremo distanti, secondo te?" riflette distrattamente Tessa, stringendo il telefono in una mano e massaggiandosi piano la gamba con l'altra.
"…geograficamente, vuoi dire?" domanda Scott.
"Mh-h" conferma, sistemandosi più comodamente contro i cuscini. "Siamo andati da Canton fino a casa tante di quelle volte e non ho idea di quanto precisame-"
"Centoventidue miglia e seicento."
Tessa rimane senza parole per un attimo.
"In linea d'aria, si intende" precisa Scott.
"…Te lo sei inventato!" lo accusa, fintamente indignata.
"No" ride lui. "L'ho controllato su internet."
"In due secondi?"
"L'avevo già controllato, scema" la prende in giro, e prima che lei possa realizzare da sola cosa significa, aggiunge "…E' che ci pensavo anch'io. A quanto siamo distanti, voglio dire."
Tessa stringe forte le labbra per non lasciarsi vincere dalla malinconia. La convalescenza è necessaria, questo lo sa, ma non è sufficiente per rendere ogni giorno che passa meno lungo o per farla sentire meno smarrita nello stare lontana da quanto - a parte la sua famiglia - ha di più importante nella vita.
"Mi manchi" sussurra, cercando di farsi forza. "Mi manca tutto quanto."
"Mi manchi anche tu, partner" mormora Scott, con il sorriso nella voce, e Tessa sorride con lui. [11]
2009
Ritornare alle competizioni di alto livello così presto e dopo un'operazione così delicata è una scelta in merito alla quale si sono levate perplessità da più parti, ma Scott ha ogni giorno che passa la conferma che è stata la scelta giusta: lo legge negli occhi determinati di Tessa, e lo sente nella forza immensa che traspare da ogni suo gesto. La stessa che la sostiene anche ora, mentre si avviano fianco a fianco verso la pista dello Staples Center.
"D'accordo, ci sono" mormora lei, stringendogli una mano. "Andrà tutto bene."
"Certo che andrà bene" la rassicura, ricambiando la stretta.
"Andrà tutto bene" ripete Tessa, quasi come una cantilena. "Devo solo concentrarmi."
"Ehi" la blocca, prendendo anche l'altra mano tra le sue e costringendola a fermarsi. "Io sono qui."
"Lo so" annuisce lei, gettando un'occhiata alle tribune.
Scott lascia andare le sue mani e le prende il viso tra le proprie, facendola trasalire per un attimo. "Io sono qui con te" ripete lentamente, catturando il suo sguardo e lasciandole il tempo di assorbire ogni parola. "Pensa solo a questo."
Tessa annuisce impercettibilmente, sorridendogli finalmente di un sorriso vero.
"Okay" sussurra, e Scott ha la certezza che, davvero, andrà tutto bene. [12]
2009
"Scott, se non la pianti di muoverti la uso per strozzarti, giuro."
Tessa inarca un sopracciglio come avvertimento - potrebbe scommettere che i giornalisti che tanto elogiano la sua grazia avrebbero uno scompenso nel vederla ora - e basta questo per convincerlo a stare fermo. Non è che non sappia farsi il nodo alla cravatta anche da solo, in effetti, ma praticamente da quando ha memoria o quasi è sempre stata Tessa a farlo per lui. Con risultati indubbiamente migliori, questo deve ammetterlo.
"Mi ricordi perché esattamente devo fare questa cosa?" sbuffa, sentendosi già svenire al pensiero del cocktail di beneficenza organizzato da non-ricorda-nemmeno-chi al quale sta per essere trascinato.
"Accompagnarmi al cocktail o mettere la cravatta?"
"Entrambe."
"La prima perché hai promesso a me che l'avresti fatto, la seconda perché io ho promesso alla tua ragazza che ti saresti vestito come si deve." Tessa gli sorride zuccherosa, terminando il nodo con un'ultima stretta e sistemandogli il colletto. "E non puoi sperare di vincere contro me e Jessica insieme."
La verità, pensa Scott con un sospiro rassegnato, è che non potrebbe vincere a prescindere contro nessuna delle due. Ma questo - almeno a voce alta - non lo ammetterà mai.
2009
"Tess! Tessa, ehi, aspetta!"
La presa al volo di Scott sul suo polso è delicata e precisa come sempre. Quasi come se stessero ancora danzando, si volta con un mezzo giro su sé stessa e se lo ritrova davanti.
"Mi dispiace" comincia, senza trovare il coraggio di alzare del tutto gli occhi.
"Vuoi smetterla, ora? Guardami, Tess." La pressione gentile delle sue dita sotto il mento la costringe ad ubbidirgli. "Non è stata colpa tua e neppure mia. E' stato un incidente, e sarebbe potuto succedere in qualunque momento, non credi?"
Tessa sospira. Una parte di lei non fa nessuna fatica a trovarsi d'accordo con Scott, ma un'altra parte non può fare a meno di pensare che qualcosa debba per forza essere cambiato irrimediabilmente tra di loro, adesso che sa com'è avere le sue labbra contro le proprie.
"Non è cambiato niente" mormora lui, e lei sorride automaticamente, senza nemmeno più stupirsi. "Siamo sempre noi, Tess."
Annuisce e si lascia stringere, respirando il profumo di Scott e la familiarità del suo abbraccio. Per un attimo, nell'eco della voce di lui, le sembra di sentir vibrare la sua stessa incertezza, ma sceglie volutamente di ignorarla. E' molto, molto più semplice così. [13]
2010
Uscire dagli spogliatoi e trovarsi davanti le tribune gremite all'inverosimile del Pacific Coliseum non riesce a non farle provare un brivido - di emozione, di paura, di commozione e di un sacco di altre cose insieme. Quasi non si accorge di star trattenendo il respiro fino a quando Scott non scivola d'improvviso alle sue spalle, passandole le braccia attorno alla vita e stringendola contro di sé.
"Tu credi che possiamo farcela?" chiede Tessa, e non ha alcun bisogno di specificare che non è all'obbligatorio che stanno per pattinare che si riferisce.
"Io" replica Scott con la voce più calma del mondo "credo che saremo fantastici. Credo che abbiamo lavorato tanto e bene, che conosciamo gli avversari e che siamo pronti." Si ferma per un istante, sollevando una mano per grattarsi la punta del naso prima di continuare. "E credo anche che siamo incredibilmente belli. Beh - tu sei bella, in effetti. Io sono bellissimo."
Tessa alza gli occhi al cielo ma si lascia sfuggire una risata, rilassandosi almeno un po'.
"Credi che possiamo farcela?" domanda di nuovo, dopo aver inspirato profondamente.
"Non lo credo" mormora Scott, stringendola più forte e posandole un bacio lieve a lato della testa. "Lo so."
2010
Vancouver è un'unica, immensa distesa di rosso e di bianco, di striscioni che le sembra di poter leggere persino da lontano e di grida festanti che non le hanno mai scaldato il cuore così tanto. La voce dello speaker suona lontana e quasi inconsistente, e il solo momento in cui vi presta davvero attenzione è quando la sente scandire i nomi di Meryl e Charlie e un sorriso di gioia sincera le sale spontaneo alle labbra.
Da piccola, Tessa amava le fiabe. Specie quelle a lieto fine, dove la bellissima principessa superava tutte le prove e diventava la regina del mondo accanto al suo principe.
"Grazie" bisbiglia Scott, tanto piano che solo lei riesce a sentirlo.
"L'hai già detto, sai?" ride, con gli occhi lucidi, e lui per una volta tace e le lascia l'ultima parola. Sorride soltanto, sfiorandole casualmente il fianco con il dorso della mano, e l'ultimo pensiero di Tessa, un attimo prima che venga il loro turno, è che vuole che quella mano resti lì per sempre a stringere la sua.
Poi c'è solo il boato della folla a sovrastare tutto il resto. Il mondo è ai loro piedi e Tessa, ora, può davvero sentirsene la regina. [14]
2010
"With glowing hearts we see thee rise" canta Scott - stonando atrocemente - mentre trascina Tessa per una mano sotto il porticato del ristorante. Lei ride e lo lascia fare, persino quando accenna qualche passo del peggior valzer della loro carriera, facendole quasi perdere l'equilibrio.
"Ti ho detto che ho baciato il ghiaccio?" domanda, posandole le mani sui fianchi e tirandosela accanto. "Ho baciato il ghiaccio. Con la lingua. Il miglior bacio della mia vita."
"Me l'hai detto" sospira Tessa, scuotendo la testa divertita e passandogli automaticamente le braccia attorno al collo.
"Stasera" dichiara, sollevando le dita a stringere la medaglia sul proprio petto e circondandole la vita con il braccio ancora libero "stasera potrei baciare con la lingua chiunque, giuro."
Ci vuole un attimo perché realizzi quello che ha detto, ed è un attimo che si dilata per una vita intera mentre gli occhi di Tessa - così bella, così felice, così vicina - si perdono nei suoi con la stessa intensità di mille altre volte.
"Lo sai che abbiamo vinto?" mormora lei sorridendo e scostandosi un poco, togliendo entrambi dall'imbarazzo.
Scott le accarezza piano una guancia e ricambia il sorriso, ringraziando qualunque dio esista di averla con sé. [15]
2010
'Xoxo, Scott'
Da ragazzini, Tessa lo prendeva in giro a morte per l'abitudine di firmare così ogni bigliettino gli capitasse di scrivere - che fosse per lei, per le sue cugine o per la fidanzatina della settimana. Lui la ignorava, replicando con una scrollata di spalle che era il suo marchio di fabbrica e facendola ridere ancora di più.
Ora, con il naso affondato nel più grande mazzo di peonie che abbia mai visto e le labbra aperte in un sorriso così enorme che quasi le fa male, non può fare a meno di ridere di nuovo mentre rilegge all'infinito quelle due parole e stringe tra le dita il biglietto come fosse un talismano. Il cellulare gettato con noncuranza sul piumone vibra all'improvviso, e lei non ha nemmeno bisogno di guardare il display prima di arrampicarsi sul letto, afferrarlo e rispondere.
"…avevamo detto niente regali!" lo rimprovera, cercando di imprimere un minimo di severità al proprio tono e fallendo totalmente.
Scott ride a sua volta. "Tu lo avevi detto. Io non ho mai detto che ti avrei dato retta."
Tessa stringe il mazzo al petto, accarezza lentamente un petalo con le dita e ordina a sé stessa di non piangere. [16]
2010
"Yogurt e cereali?" si scandalizza Scott, arricciando il naso davanti al tavolo della colazione. "Andiamo, Tess. A che serve aver vinto le Olimpiadi se non possiamo nemmeno festeggiare come si deve?"
"Lasciami indovinare" ride Tessa, mandando giù un boccone. "Il tuo come si deve consiste in ciambelle e sciroppo d'acero?"
"Molto sciroppo d'acero. E molte ciambelle. E pancetta, anche" annuisce Scott, compito.
"Mh. E tornerai ai cereali quando sarai diventato un ex atleta in forma e peserai quanto il Michigan?"
"Il mio peso non è cosa che ti riguardi, Virtue" ribatte lui, facendo il giro del tavolo e arrivando accanto alla sua sedia. "Tanto sono io che sollevo te" aggiunge, con uno scintillio divertito negli occhi.
Tessa impiega solo una frazione di secondo di troppo a capire le sue intenzioni, ma è abbastanza perché Scott riesca ad afferrarla, zittire le sue proteste e caricarsela in spalla, con un'eleganza che probabilmente riceverebbe uno zero da qualunque giudice al mondo, ma con indubbia efficacia.
"Scott! Scott, non è divertente - Scottie, mettimi giù immediatamente!" scalpita, sbuffando e ridendo e tempestandogli la schiena di pugni mentre lui la trascina fuori. "Si può sapere dove andiamo?"
"A festeggiare come si deve" ribadisce Scott, sorridendo.
2010
Zittire Marina - ormai l'hanno imparato da un pezzo - è un'impresa fuori dalla loro portata, specialmente quando l'argomento è una gara imminente. Per cui si limitano ad ascoltare un po' rassegnati e un po' divertiti la voce che filtra dal sedile appena dietro i loro raccomandare a entrambi la massima concentrazione, il massimo impegno, "e non pensate che una medaglia olimpica vi autorizzi a non muovere il culo", mentre l'aereo procede lentamente verso Torino.
"…perché non abbiamo preso il volo successivo?" mugugna Scott sottovoce, scansandosi automaticamente per evitare la gomitata di Tessa. "Sono distrutto" aggiunge un attimo dopo, portando le mani al viso nel tentativo di coprire un mezzo sbadiglio.
"Ma davvero, signor posso-allenarmi-e-anche-uscire-e-non-mi-serve-nemmeno-un-caffè?" lo prende in giro lei, facendogli il verso.
"Non mi serve un caffè, infatti" la rimbecca, con un'occhiataccia.
"E cosa ti serve?"
Scott fa finta di pensarci su per un istante, prima di allungare con noncuranza le dita, scostarle i capelli dalla spalla e appoggiarvi la testa con un sospiro. "Svegliami quando siamo arrivati" bofonchia, gli occhi già chiusi.
Tessa sbuffa teatralmente e gli rifila uno schiaffetto sulla fronte. Poi si rilassa contro il sedile, sorridendo quando Scott le scansa la mano prendendola nella sua.
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[9] [Tessa e Scott] scherzavano sul fatto di non sapere come fosse stare separati […]. 'Abbiamo una settimana di riposo e ci telefoniamo perché non sappiamo cosa fare se non possiamo parlare l'uno con l'altra' (fonte) [torna su]
[10] Nel 2008 Tessa viene operata a causa di una sindrome compartimentale da sforzo cronico agli arti inferiori, una patologia che le rende impossibile pattinare senza sentire dolore. 'A Tessa era stata concessa una scelta' dice suo padre Jim. 'L'operazione o il ritiro. Non sapevamo se sarebbe stata in grado di riprendersi. Non sapevamo cosa sarebbe successo.' (fonte) (*piange e angsteggia* ;W;) [torna su]
[11] Dopo l'operazione Tessa rimane dalla sua famiglia a London per la convalescenza, mentre Scott torna a Canton per continuare ad allenarsi. 'E' stato strano stare lontano da Tessa per così tanto' ammette Moir. 'Da un certo punto di vista è stata una benedizione. A volte dimentichi quanto ti piaccia la tua partner.' Virtue è d'accordo. 'Credo semplicemente che abbiamo sentito molto la mancanza l'uno dell'altra.' (fonte) Per il calcolo della distanza, ovviamente, si ringrazia Google Maps :P [torna su]
[12] 'I ricordi di Tessa del loro libero allo Staples Center a Los Angeles [durante i campionati del mondo del 2009] sono confusi. "Credo di aver rimosso, ricordo che parlavo molto e che mi sentivo malissimo,' dice. […] Fortunatamente Scott mi ha sostenuto così tanto, ho chiuso fuori tutto il resto e mi sono concentrata solo su di lui.'" (fonte) (*muore d'amore*) [torna su]
[13] '[Tessa e Scott] erano talmente vicini mentre provavano un passo abbracciati, a inizio stagione, che le loro labbra si sono accidentalmente toccate. […] Liquidano l'involontario bacio - il primo in tredici anni insieme - come un incidente professionale. "E' stato talmente divertente, abbiamo riprovato il passo la volta successiva e lei non riusciva a guardarmi,' dice Moir ridendo. "E io ero tipo, 'che diavolo? Non riesci a guardarmi? E' stato un incidente.'"' (fonte) (HO GIA' DETTO CHE SONO UNA FANFICTION VIVENTE? *disegna cuoricini*) [torna su]
[14] Alla fine del libero di Vancouver si vede chiaramente il labiale di un 'thank you so much' che Scott rivolge a Tessa :') [torna su]
[15] NON MI INVENTO COSE, SAPPIATELO *rotola* 'Moir era rimasto da solo per qualche minuto […], è tornato sulla pista con la medaglia ancora al collo e si è avvicinato al centro del ghiaccio. "Ho sempre voluto baciare gli anelli. Sentivo di dovere qualcosa a quella pista […] Credo di aver baciato il ghiaccio con la lingua. Sono rimasto laggiù per così tanto che la mia faccia era bagnata."' (fonte). Moir, tu non sei normale e noi ti amiamo per questo \o/ 'With glowing hearts we see thee rise' è un verso dell'inno nazionale del Canada. Tessa e Scott sono andati davvero a festeggiare la medaglia d'oro in un ristorante di Vancouver. [torna su]
[16] Le peonie sono i fiori preferiti di Tessa :) (fonte) [torna su]