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Titolo: Ogni consolazione ha il suo prezzo
Fandom: originale
Personaggi: Billy e Franz (William e Francesco)
Rating: pg13 (linguaggio)
Conteggio Parole: 2753 (fiumidiparole)
Riassunto: Billy non voleva andare ad allenamento, non quella sera e forse mai più.
Note: Scritta per il WWF Fest di [livejournal.com profile] fiumidiparole con la tematica hurt/comfort. Questa storia fa parte della lunga serie dei bambolotti che condivido con [livejournal.com profile] koorime_yu  ma può essere letta come storia indipendente. Dal punto di vista cronologico si po’ porre prima di How many roads must a man walk down (before you can call him a man?) e dopo Il dolore ci avvinghia crudelmente di [livejournal.com profile] koorime_yu .

Buona lettura

***

Billy non voleva andare ad allenamento, non quella sera e forse mai più.
Avrebbe preferito rinchiudersi in camera con abbastanza gelato e dolcetti da esplodere in una conflagrazione di zuccheri e coloranti tali da scuotere l’universo intero, perché qualcosa di terribile era successo e il mondo non si era fermato, anzi, continuava a girare indifferente e senza un graffio.
Billy contemplava seduto sullo schienale della panchina la totale mancanza di interesse della gente per il buco nero di rabbia e dolore che aveva piantato nello stomaco e che pensava fosse palese a chiunque passasse di lì. Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo mentre le emozioni e i pensieri gli vorticavano selvaggi nella testa confondendolo oltre la sua soglia di gestione. Ecco perché si era aggrappato all’unico impegno che lo riportava un po’ più vicino alla razionalità e al controllo che voleva sempre esercitare su se stesso e su quello che gli girava attorno, pensando che saltare l’allenamento e rinchiudersi in camera per morire di dolore in santa pace fosse l’unica soluzione possibile.
Presa finalmente di nuovo una decisione razionale che gli aveva fatto riacquistare la padronanza su di sé, aveva trovato la forza di alzarsi dalla panchina su cui era rimasto solo e si era avviato per tornare a casa.
Peccato che, una volta , suo fratello Leone non gli aveva lasciato il tempo di dire neanche una parola, anzi lo aveva sospinto in camera e gli aveva ringhiato di darsi una mossa a preparare la borsa perché non aveva tempo da perdere dietro ad un mocciosetto capace di arrivare in ritardo persino al proprio funerale. Travolto dalla stazza del proprio fratello e completamente svuotato da qualsiasi emozione aveva semplicemente eseguito il facile compito affidatogli solo per non doversi sforzare e ribellarsi. Così si era trovato davanti alla porta della palestra dove si allenava la squadra di calcetto senza neanche sapere come ci era arrivato, se non un vago ricordo di suo fratello che ce lo scaricava davanti dopo averlo accompagnato, fuggendo via per uno dei suoi innumerevoli impegni con il corso di fisioterapia, o per qualche ragazza misteriosa con cui aveva un appuntamento romantico. Il pensiero di suo fratello con una ragazza gli fece stringere il cuore in un singhiozzo doloroso di nostalgia e pena che lui soffocò velocemente mordendosi a sangue le labbra ed entrando a passo di carica in palestra con tutta l’intenzione di massacrarsi di fatica per dimenticare qualsiasi cosa fosse successa quel pomeriggio.
***
L’allenamento era, ovviamente, andato uno schifo e Billy era stato così tanto spesso sull’orlo delle lacrime ogni volta che Sandro gli urlava contro di darsi una mossa e di non fare la donnicciola da costringerlo a prendersi un paio di pause non previste nello spogliatoio per non scoppiare a piangere come un bambino in mezzo al campo.
Per fortuna lo strazio finì in fretta, almeno quello in mezzo al campo, e Billy si ritrovò come al solito a farsi la doccia per ultimo dopo aver perso intenzionalmente tempo a mettere via i palloni. Non sarebbe stato in grado di affrontare né un’altra discussione accesa con uno dei migliori amici di sua sorella che sembrava divertirsi a trattarlo come uno straccio, né lo sguardo di attento controllo con cui l’altro migliore amico di Nora sottolineava pesantemente quanto poco lo considerasse adulto e responsabile. Come se non bastassero due fratelli più grandi, due genitori e due padrini iper protettivi a farlo sentire un cuccioletto inadeguato ad affrontare la vita da solo.
Quando entrò nello spogliatoio lo trovò, per sua fortuna, quasi deserto. Luchino, da cui sperava di avere un minimo di appoggio amichevole, se n’era andato immediatamente con un cenno del capo perché doveva studiare, così Billy si accontentò di non dover affrontare nessuno. Si spogliò velocemente e senza pensarci troppo su, infilandosi in una doccia che sperava avesse ancora un po’ d’acqua calda. Ma, vista la giornata, il fiotto gelido che gli colpì la nuca non lo sorprese più di tanto ma affossò completamente ogni barlume di speranza di sopravvivere al carico di destino avverso che gli era capitato. La doccia fu rapida e deprimente e si ritrovò prestissimo a ciabattare nello spogliatoio con l’asciugamano a coprirgli i capelli e la faccia costringendolo a contare sull’istinto e sulla forza dell’abitudine per non andare a sbattere contro nulla. Peccato che solo le braccia che lo intercettarono stringendolo brevemente addosso ad un corpo tonico e possente, mollandolo poi immediatamente gli evitarono uno scontro doloroso con il lettino per i massaggi. Billy fece scivolare il telo sul corpo per finire di asciugarsi agganciandoselo in vita per osservare il suo salvatore. Ovviamente, visto che la sfiga arrivava sempre in coppia, ecco davanti a lui Francesco, l’amico figo di sua sorella, quello che lo trattava come un bambino. Almeno Jo, facendogli pesare i due anni di differenza tra loro con battutine sarcastiche e commenti pesanti sul gusto per i bambini della sua ragazza –cazzo, Laura… un fiotto di rabbia e rimpianto lo confuse per un attimo-, gli dava la scusa per attaccare briga e sfogarsi a parole e, un paio di volte, a pugni. Francesco invece lo trattava con così tanto rispetto e cura che gli faceva dubitare di essere in grado di badare a se stesso. E questo lo imbestialiva due volte, la prima perché era orgoglioso e non voleva che nessuno pensasse di doversi occupare di lui e la seconda perché lo faceva con così tanta innocenza da non fargli presupporre davvero cattive intenzioni.
Come si fa ad incazzarsi con uno che vuole essere gentile con te solo perché pensa che avere due fratelli maggiori non sia abbastanza? si chiedeva spesso, ogni volta cioè che era sull’orlo dell’attacco isterico quando Franz gli contava le birre o si preoccupava che avesse un passaggio a casa.
Billy decise che non era serata per essere educati, così, dopo avergli riservato un’occhiata e un breve cenno di ringraziamento lo superò per raggiungere la sua borsa e cambiarsi velocemente sperando che suo fratello fosse fuori ad aspettarlo e non brontolasse troppo per il suo ritardo cronico.
“Ho dimenticato le chiavi della macchina.”
Se gli fosse interessato, Billy avrebbe subito notato che il tono era quello imbarazzato di qualcuno che aveva qualcosa che gli premeva dire e non sapeva come cominciare. Ma l’unica necessità di Billy era quella di venir fuori in fretta da quello spogliatoio per potersi chiudere in camera sua e trovare un modo per sfogare un po’ il grumo di emozioni che gli si agitava dentro. Gli rispose solo con un grugnito ad occhi bassi mentre cominciava a rivestirsi. Ma l’altro gli lasciò solo il tempo di infilarsi boxer e jeans e tuffarsi nella borsa a caccia dei calzini, dandogli la speranza che se ne fosse andato, prima di riprovare ad attaccare bottone un’altra volta.
“Allenamento pesante, eh?”
Billy questa volta non si prese neanche la briga di rispondere, se non con una alzata di spalle, continuando a cercare i propri vestiti.
“Sandro stasera ce l’aveva con te, ma tu… sembravi proprio distratto.”
Commentò a bassa voce facendo stringere i pugni a Billy per tenersi per sé la rispostaccia che gli era salita prontamente alle labbra. Dovette ripetersi un paio di volte tutte le formule di geometria solida ripassate con la sua cuginetta Vittoria il weekend scorso per non rispondergli di farsi i cazzi suoi una volta per tutte e per riprendere la calma. Ci volle un po’ ma poi la tecnica di rilassamento sembrò funzionare e lui tirò fuori un tono neutro per rassicurarlo e congedarlo assieme.
“Sì, ho giocato alla cazzo, ma non era serata. Senti, non serve che mi aspetti, c’è di sicuro fuori mio fratello Leone; non ho bisogno di un passaggio. “
Dando per scontato che Franz fosse ancora lì per controllare che non rimanesse a piedi nella notte buia e tempestosa in cui, in ogni angolo, c’era un bruto che poteva attentare alla sua virtù di donzella in pericolo.
Sì, Franz decisamente tira fuori il lato più permaloso di me,
si ripeté Billy con un sorrisetto stanco.
“A dir la verità fuori non c’è nessuno. Sei sicuro che ti viene a prendere?”
Rispose Franz cautamente interessato. A quel punto Billy si voltò di scatto e, senza pensare che non aveva fatto caso a cosa gli stava dicendo suo fratello quando lo aveva scaricato contro la sua volontà davanti alla palestra, se la prese con il ragazzo di fronte a lui apostrofandolo con un tono aggressivo.
“Come non c’è?”
Visto che Franz non aveva certo una risposta sensata per lui e non aveva certo colpa di quel contrattempo, decise di deviare la sua ostilità verso la propria borsa, sottolineando ogni frase con un calcio ben piazzato alla struttura rigida del porta scarpe.
“E come cazzo pretende che torni a casa?” Diede un altro colpo che rimbombò nello spogliatoio vuoto.
Porca puttana, non era difficile aspettarmi, ma no, starà sicuramente scopando da qualche parte…” Un’altra pedata per ribadire il concetto.
“E ovviamente papà darà ragione a lui e mi romperà la minchia da qui all’eternità perché non sono capace di organizzare nemmeno una roba semplice come un passaggio a casa.”
La foga degli ultimi due colpi aveva scaraventato la borsa in mezzo allo spogliatoio senza che Franz si scansasse di un millimetro o desse segni di essere in qualche modo turbato. La reazione era davvero esagerata ma Billy doveva sfogare tutta la rabbia che gli ribolliva dentro. Solo quando il piede nudo cominciò a pulsargli si rese conto di sentirsi completamente svuotato e il dolore ruppe i confini in cui l’aveva costretto per tutto il pomeriggio. Si lasciò cadere sulla panca nascondendo il viso tra le mani; le spalle gli tremavano per lo shock lungamente rimandato e, fino a quel momento, negato con ogni molecola del suo corpo. Ma in quel momento l’ondata di piena lo travolse completamente e si rese conto di piangere silenziosamente solo quando un paio di lacrime caddero a terra scurendo il pavimento dello spogliatoio e poi scomparendo subito dopo. Registrò appena Franz che gli si sedeva accanto sulla panchina mantenendo una dignitosa distanza a disagio per essere incapace di gestire un evento talmente strano da sembrare alieno: un uomo in lacrime.
Uomo, poi… che parola grossa. Un moccioso in lacrime!
Billy credeva che semplicemente non avrebbe più smesso di piagnucolare e nemmeno le caute e virili pacche di incoraggiamento di Franz erano in grado di fermare la valanga di pena che si stava riversando fuori dai suoi occhi. Solo quando i colpetti si fermarono e vennero sostituiti dalla presenza calda e avvolgente di un braccio attorno alle sue spalle e i su, dai, non è successo niente, mutarono in un sussurrato e partecipe William, basta, Billy riuscì a riprendere abbastanza fiato per tornare a respirare e aggrapparsi al maglioncino di Franz per farsi stringere un po’ di più in un caldo abbraccio rassicurante. Percepì appena l’esitazione dell’altro, perso com’era nel cercare di recuperare un respiro un po’ più regolare e capire perché il profumo di Francesco gli sembrasse così familiare.
È quello che aleggia nella camera di Nora anche dopo che se n’è andato!
Billy venne colto quasi alla sprovvista dall’illuminazione e poi una domanda maliziosa lo sviò per un attimo da tutta la sua pena.
Andranno a letto assieme?
Qualsiasi pensiero vagabondo scomparve quando Francesco provò goffamente a dire qualche parola di consolazione allentando un po’ l’abbraccio imbarazzato.
“Ehi, non è successo niente, ok? Lo sai di essere il preferito di Sandro, per un allenamento alla cazzo non ti sbatte fuori dalla squadra… e per tornare a casa non c’è problema, ti ci porto io.”
Billy sospirò lungamente prima di riuscire a riprendere abbastanza controllo per spiegarsi, certo non poteva lasciargli credere che si facesse prendere da una crisi isterica per così poco.
“No, no… non è quello.” Iniziò a giustificarsi senza alzare lo sguardo, troppo imbarazzato per essersi messo a strillare come un bambino con uno che considerava quasi uno sconosciuto. Ovviamente Franz non si accontentò di quello e gli afferrò le spalle per allontanarlo da sé quel tanto per riuscire a guardarlo negli occhi.
“E allora cosa è successo di grave? Nora sta bene? La tua famiglia?”
Lo interrogò subito preoccupato. Billy si mordicchiò le labbra e poi provò ad alzare il viso per spiare le reazioni di Francesco mentre confessava in imbarazzo e demoralizzato.
“Ti… ti ricordi Laura, la mia ragazza?”
Franz ridacchiò e confermò malizioso.
“Certo che me la ricordo… tutta la squadra ha visto quanto ci date dentro quando pomiciate senza problemi nel parcheggio.”
Billy corrucciò le sopracciglia sorpreso per poi replicare.
“Esagerato, ci saremo dati qualche bacio…”
Franz non riuscì a trattenere un’altra risatina e uno scappellotto leggero sulla nuca del ragazzo che ancora non si era scostato dall’abbraccio.
“Credimi, c’erano scommesse aperte su quanto ci avresti messo a fartela sul cofano della macchina di Sandro… che non aveva per niente apprezzato.”
Billy sbuffò in maniera melodrammatica per poi appoggiare la guancia sulla spalla muscolosa di Franz e mugugnare.
“Beh, di questo non dovete più preoccuparvi… non ci saranno più scenate sconvenienti per me.”
Francesco gli avvolse un braccio attorno alle spalle per stringerlo brevemente a sé prima di lasciarlo andare chiedendogli partecipe.
“Cos’è successo?”
Billy prese un altro profondo respiro e finalmente ammise con gran fatica.
“Mi… mi ha mollato questo pomeriggio al parco. C’è… c’è un ragazzo che le piace ed è più… più grande di me.” Si morse così tanto le labbra e aveva gli occhi così tanto dispiaciuti ed enormi che Franz temette che potesse scoppiare di nuovo in lacrime, ma Billy sporse il labbro inferiore in un broncio e continuò a lamentarsi.
“Ho diciassette anni, non sono abbastanza grande per lei? Ok, lei ne ha diciannove, ma ha sempre detto che ero maturo per la mia età.”
“Uh, hai diciassette anni? E io che te ne davo dodici!”
Stranamente Billy non ebbe voglia di offendersi, come tutte le volte che capitava che qualcuno gli dava del ragazzino. Anzi, trovò divertente accordare il proprio tono a quello di bonario divertimento di Franz.
“Ma quanto sei stronzo! Si vede che sei vecchio e ti è calata la vista!”
Franz scoppiò a ridere e poi si chinò su di lui. Per un solo brevissimo istante, Billy ebbe la sensazione completamente folle che Franz si fosse sporto per dargli un bacio sulla bocca ma poi l’altro gli diede una testatina sulla fronte ringhiando per gioco e Billy si dimenticò dell’attimo appena trascorso.
Quando le risatine quasi isteriche si calmarono, Franz allontanò Billy da sé, gli tolse i capelli dagli occhi e lo fissò intensamente per dirgli con un tono rassicurante.
“Ehi, lo so che fa male, ma alle volte capita di essere lasciati.”
Billy abbassò le palpebre solo un momento, con una lacrima ancora impigliata nelle ciglia scure, per poi tornare a guardare Francesco e annuire una sola volta.
“Vedrai che troverai presto un’altra ragazza di cui innamorarti.”
Questa volta Franz fu ricompensato con un sorrisino minuscolo negli occhi verdi di Billy.
“Sei…” Franz esitò un attimo e Billy colse l’imbarazzo di un maschio etero che rivolge un complimento ad un altro maschio. “Sei carino, no? Insomma, piaci alle ragazze…”
Billy si scostò i capelli dagli occhi con un gesto noncurante e asserì convinto.
“Anche tu piaci alle ragazze, ho visto come pomiciavi con quella tipa l’altro ieri dopo la partita,” Billy notò appena la smorfia infastidita di Franz, forse per essere stato beccato in atteggiamenti intimi, ma non la sottolineò, continuando con il proprio ragionamento. “Ma non ci parli mai della tua misteriosa ragazza.”
La linea delle labbra di Franz si indurì d’un tratto e la risposta fu molto più secca di quanto Billy si aspettasse.
“Non ho nessuna misteriosa ragazza… preferisco divertirmi.”
Billy sbuffò divertito e poi si allontanò un po’ meno disperato e isterico dal mezzo abbraccio in cui erano ancora incastrati. Si mordicchiò le labbra in imbarazzo e poi chiese velocemente.
“Ehi, mi daresti un passaggio a casa?”
Franz tornò a sorridere illuminandosi e poi gli rispose.
“Solo se ti dai una mossa, sai essere una tale lumaca alle volte.”

***

Più tardi, in macchina, Billy abbassò il volume della radio e si schiarì la voce un paio di volte prima di riuscire a dire quello che gli premeva.
“Ehi, beh… grazie per prima, in spogliatoio.” Alla scrollata di spalle noncurante di Franz riprese fiato e chiese un altro favore.
“Senti, non è che potresti star zitto con mia sorella e Jo? Facciamo che non sia successo niente?”
Franz rise e gli allungò un pugno scherzoso sulla spalla prima di rispondergli.
“Ok, sarà un nostro segreto.”

***

Uno dei tanti che ho con te, amore.

Pensò Francesco seppellendo il proprio rammarico e la propria disperazione in fondo ad un sorriso gentile per lo sguardo grato del ragazzo che amava.

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