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Titolo: Remember.
Autrice: Mokona89.
Capitolo: unico.
Trama: E' pazzo e sa di esserlo. Tutto qui.
Fandom: Original.
Generi: Drammatico.
Personaggi/Coppia: Lui.
Rating: Pg.
Conteggio parole: 558w (Criticoni).
Avvertimenti: Accenni di violenza e di problemi mentali.
Note: partecipa alla Criticombola di Criticoni. La mia tabella è la numero 70, e il prompt è il numero 77, Remember.
Disclaimer: E' mio, tutto mio. Il mio tesssoro! *_*




E' da quando era piccolo che la madre gli regala quei suoi sguardi un po' tristi e un po' inquietati. Da che si ricorda lo ha sempre osservato con occhi spenti e rassegnati, come se non si aspettasse niente da lui.
Quando le portava uno dei disegni che aveva fatto a scuola non li guardava neanche, si limitava ad accarezzargli la testa e a dirgli che era un bravo bambino. Lui la ammirava con gli occhioni spalancati, la testolina rivolta verso l'alto e la bocca aperta. La mamma era la Dea, all'epoca. Ci è voluto un po' perchè si accorgesse che non era davvero così.

Renée è solo una donna, adesso lo ha capito. Una donna che non è soddisfatta della sua vita, che vorrebbe che le cose fossero diverse. Vorrebbe un figlio normale, in primis. Ovviamente non l'ha mai detto ad alta voce. Probabilmente si impedisce addirittura di pensarci, ma il concetto è sempre lì, in agguato sotto la superficie, pronto a riemergere alla prima occasioni. Come quando la chiama la polizia, avvisandola che Lui è stato nuovamente arrestato. O quando la psichiatra le propone di iniziare una cura sperimentale, perchè chiaramente niente di ciò che hanno provato fin'ora ha avuto alcun effetto.
Lui sa di non rientrare negli standard canonici di 'figlio' e neanche in quelli di 'sanità mentale', ma ha scoperto che non gli importa molto. E' pazzo, tutto qui. Un po' ci è nato, un po' hanno contribuito tutte le schifezze che si è infilato in corpo nell'adolescenza.
(Voleva sentirsi come gli altri ma ha scelto il metodo peggiore.)

Nelle cliniche ha conosciuto un sacco di gente e tutti avevano in comune una cosa: negavano di essere pazzi. Lui invece ha sempre saputo di esserlo e l'ha sempre ammesso. Che senso avrebbe fingersi sani? Nessuno. Sarebbe una finzione totalmente inutile. Quelli come lui si riconoscono subito. Hanno un odore diverso dal resto della gente. Sono unici, particolari. Vedono il mondo da una prospettiva del tutto nuova.
Renée non l'ha mai capito, questo. Per lei tutti i pazzi sono uguali. Povera illusa. Crede che lui possa guarire, deve solo trovare la cura. Non ci arrivi, non si accorge proprio che lui non vuole essere curato. Sta bene così, pazzo. Vede il mondo dalla sua prospettiva, non deve conformarsi alla società, non deve obbedire a nessuno. Vive a modo suo e nessuno può dirgli niente.
La realtà è molto sopravvalutata, dal suo punto di vista.


E' il suo quinto compleanno. Renée gli ha preparato una torta al cioccolato. Sopra ci sono cinque candeline disposte a forma di stella. E' tutto così ordinato... Gli fa un sorriso e gli dice di fare il bravo, deve andare a prendere una cosa. Lui la guarda e si domanda cosa voglia dire 'fare il bravo'.
Quando Renée torna, la torta è spiaccicata. Lui ricoperto di cioccolato dalla testa ai piedi e si sta dilettando a pasticciare i muri, usando le candele come pastelli a cera. Si accorge che sua madre è scossa, ma non gli importa molto. Vuole solo giocare con i colori.
Poi, lei commette un errore colossale: tenta di fermarlo. E' allora che lui la morde. Scalcia, sbava, urla e affonda i dentini da latte nella sua mano bianca che sa di panna. Urla anche lei e lo lascia. Allora Lui torna a pasticciare il muro, soddisfatto di sentire la paura di sua madre. E' una bella sensazione.





Note conclusive: Adoro i personaggi fuori dalla norma. *_*

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