Questo post è tutto tutto tutto vostro.
Mar. 22nd, 2008 09:21 am![[identity profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/openid.png)
![[community profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/community.png)
Avete letto QUI? NO? O_O ANDATE SUBITO!
...
...
*coff*
Questo è il post in cui scatenare il delirio, o vili sottoposti! (Perchè postate sotto di me, non perchè voi siate inferiori, ovviamente)
Andate, andate, e scatenate le fiamme dell'inferno! *inserire risata malvagia*
No, seriamente. Questo è il post in cui postare i racconti dell'unico, inimitabile ORIGINAL FEST.
Postateli nei commenti e di volta in volta il post sarà aggiornato con la lista dei racconti pervenuti, per un più facile accesso.
FANFIC ITALIA WANTS YOU!
Storie Pervenute
♠ - Comico - [Cadavere] - Penne - Deve comparire la frase 'Le mie ossa stanno scricchiolando' -
defenderxl -- qui
♠ - Comico, horror - [una divinità] - banana - deve contenere la frase "Dannato sia tu e il tuo bananeto! Che mai più una banana nasca e cresca fino alla settima generazione!" -
defenderxl -- qui
♠ - Comico - [M+F] - Gara di Rutti -
juliettesaito -- qui
♠ - Comico - [M+F] - "Mi sento tradita." "Una capra è più sexy di te, sai?" -
tina_nocturne -- qui
♠ - Comico - [Prigioniero] - "In realtà studiavo molto ed ero anche bravo!" -
tina_nocturne -- qui
♠ - Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!" -
iosonosara -- qui
♠ - Erotico, F+F- [disordine incontrollabile] -
ephaistion85 -- qui
♠ - Fantascienza - [addetto alla manutenzione] - Paratìa interna di un astrocargo. I [razza fantascientifica] sono un popolo dall'igiene discutibile, ma hanno un gran senso dell'umorismo. -
juliettesaito -- qui
♠ - Fantascienza, Comico - [Un piatto di frutti di mare] - "battuta obbligatoria: 'Questo non è Star Trek, bello'" -
defenderxl -- qui
♠ -
Fantascienza - [Donna] - Una nuova razza senziente è scoperta sulla Terra - Una razza che non sia conosciuta e i cui componenti non abbiano forma umana -
defenderxl -- qui
♠ - Fantascienza, Erotico - [M+Alieno] - Sesso con l'alieno - Un alieno che non abbia forma umana -
katrinbisiani -- qui
♠ - Fantascienza, Generale - [Donna muscolosa e vegetariana, uomo magro e piuttosto gracile] - Lumache -
galveila -- qui
♠ - Fantascienza - [musicista] - Suonare di fronte a un gruppo di alieni -
defenderxl -- qui
♠ - Generale - [cioccolato fondente, cioccolato bianco] - "granella di nocciole" - si deve parlare di razzismo -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale e/o Comico - [Juliette+Fiore] - Fanfiction -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Divergenze -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Sindrome del tunnel carpale -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Tastiera e tè verde -
defenderxl -- qui
♠ - Generale, Comico - [punto e virgola, due punti] - pioggia di punti fermi - "maledizione, ho lasciato la graffa a casa!" -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale, Erotico - [Pasticciera] - siringa per dolci -
defenderxl -- qui
♠ - Generale - [gatto] - piscina - il gatto deve saper nuotare -
defenderxl -- qui
♠ - Generale - [Pazuzu, Juliette] - Bacon grigliato -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale - [Prete, Prostituta] - "Allora perché sei qui?" - Non si tratta di una confessione, di una predica o di un'elemosina -
su_ni -- qui
♠ - Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso -
tina_nocturne -- qui
♠ - Generale, Sentimentale - [cantante folk al tramonto + punkabbestia diciassettenne] -
lauriechan -- qui
♠ - Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro" -
enfasi -- qui
♠ - Horror, Surreale - [M] - Come hobby, collezionava lingue. -
izzieanne -- qui
♠ - Noir - [Detective della omicidi di Los Angeles] - Le sue labbra erano blu quando l'hanno trovata -
iosonosara -- qui
♠ - Noir - [Donna] - Una donna tradita si vendica - Lei ammazza il marito e riesce a farla franca -
defenderxl -- qui
♠ - Steampunk, Generale - [Donna pesce o Sirena] - Razzismo -
juliettesaito -- qui
♠ - Storico, Drammatico – [M+Donna condannata per stregoneria] – La bruciarono sul rogo, aveva capelli rossi come le fiamme. - *Tra i due personaggi non deve esistere una relazione di nessun tipo, il punto di vista di M deve essere esterno.* -
galveila -- qui
♠ - Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato" -
pojypojy -- qui
♠ - Storico, Noir - [Giovane donna] - Le fogne di Parigi, qualsiasi epoca - Serial killer -
ladymacbeth77 -- qui
♠ - Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne -
fiorediloto -- qui
♠ Surreale, Horror - [Scrittore folle] - manette -
mihok -- qui
♠ - - [Bad username or site: . @ livejournal.com] -- qui
Statistiche:
Prompts: 193
Claim: 47
Racconti completati: 35
...
...
*coff*
Questo è il post in cui scatenare il delirio, o vili sottoposti! (Perchè postate sotto di me, non perchè voi siate inferiori, ovviamente)
Andate, andate, e scatenate le fiamme dell'inferno! *inserire risata malvagia*
No, seriamente. Questo è il post in cui postare i racconti dell'unico, inimitabile ORIGINAL FEST.
Postateli nei commenti e di volta in volta il post sarà aggiornato con la lista dei racconti pervenuti, per un più facile accesso.
FANFIC ITALIA WANTS YOU!
Storie Pervenute
♠ - Comico - [Cadavere] - Penne - Deve comparire la frase 'Le mie ossa stanno scricchiolando' -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Comico, horror - [una divinità] - banana - deve contenere la frase "Dannato sia tu e il tuo bananeto! Che mai più una banana nasca e cresca fino alla settima generazione!" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Comico - [M+F] - Gara di Rutti -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Comico - [M+F] - "Mi sento tradita." "Una capra è più sexy di te, sai?" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Comico - [Prigioniero] - "In realtà studiavo molto ed ero anche bravo!" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Erotico, F+F- [disordine incontrollabile] -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Fantascienza - [addetto alla manutenzione] - Paratìa interna di un astrocargo. I [razza fantascientifica] sono un popolo dall'igiene discutibile, ma hanno un gran senso dell'umorismo. -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Fantascienza, Comico - [Un piatto di frutti di mare] - "battuta obbligatoria: 'Questo non è Star Trek, bello'" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ -
Fantascienza - [Donna] - Una nuova razza senziente è scoperta sulla Terra - Una razza che non sia conosciuta e i cui componenti non abbiano forma umana -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Fantascienza, Erotico - [M+Alieno] - Sesso con l'alieno - Un alieno che non abbia forma umana -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Fantascienza, Generale - [Donna muscolosa e vegetariana, uomo magro e piuttosto gracile] - Lumache -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Fantascienza - [musicista] - Suonare di fronte a un gruppo di alieni -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [cioccolato fondente, cioccolato bianco] - "granella di nocciole" - si deve parlare di razzismo -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale e/o Comico - [Juliette+Fiore] - Fanfiction -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Divergenze -
![[profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Sindrome del tunnel carpale -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Tastiera e tè verde -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale, Comico - [punto e virgola, due punti] - pioggia di punti fermi - "maledizione, ho lasciato la graffa a casa!" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale, Erotico - [Pasticciera] - siringa per dolci -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [gatto] - piscina - il gatto deve saper nuotare -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [Pazuzu, Juliette] - Bacon grigliato -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [Prete, Prostituta] - "Allora perché sei qui?" - Non si tratta di una confessione, di una predica o di un'elemosina -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale, Sentimentale - [cantante folk al tramonto + punkabbestia diciassettenne] -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Horror, Surreale - [M] - Come hobby, collezionava lingue. -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Noir - [Detective della omicidi di Los Angeles] - Le sue labbra erano blu quando l'hanno trovata -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Noir - [Donna] - Una donna tradita si vendica - Lei ammazza il marito e riesce a farla franca -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Steampunk, Generale - [Donna pesce o Sirena] - Razzismo -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Storico, Drammatico – [M+Donna condannata per stregoneria] – La bruciarono sul rogo, aveva capelli rossi come le fiamme. - *Tra i due personaggi non deve esistere una relazione di nessun tipo, il punto di vista di M deve essere esterno.* -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato" -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Storico, Noir - [Giovane donna] - Le fogne di Parigi, qualsiasi epoca - Serial killer -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ Surreale, Horror - [Scrittore folle] - manette -
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
♠ - - [Bad username or site: . @ livejournal.com] -- qui
Statistiche:
Prompts: 193
Claim: 47
Racconti completati: 35
Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
Date: 2008-03-23 04:51 pm (UTC)Rating: R
Conteggio Parole: 814
Note: Grazie a Fiorediloto per aver letto e corretto :*
- Pronto? Giusitta? Sono io, Marilù! Ciao tesoro!
Marilù si è chiusa a chiave in camera da letto sperando che Tonino non la senta al telefono, ma la casa è piccola e anche i muri parlano.
Tonino apre un giornale, tenta di leggere, ma in realtà non può evitare di seguire i discorsi che Marilù fa al telefono.
- Giusy, ti ho chiamata perché questa volta ho il dovere morale di contarti questa cosa… che? Non mi senti? E non posso urlare, gioia, c’è Tonino nell’altra stanza e non vorrei che sentisse. No, no, che vederci! Io te lo devo dire ora. E no che Tonino non sente. Statti zitta piuttosto, che ora c’ho da parlare.
Tonino affonda la testa nel giornale, quasi potesse tuffarcisi dentro e scomparire dalla stanza. Potrebbe mettersi la giacca, prendere le chiavi e uscire di casa, così da non sentire il ‘racconto’ di Marilù, ma è inchiodato alla poltrona.
- Giusy, hai presente Mimmo? Sì, Mimmuzzo, il garzone del panettiere, lui.
Tonino accende la tv e alza il volume per non sentire, poi lo abbassa perché Marilù ride e vuol capire di che ride.
- Lo sai come funzionano queste faccende… una cosa tira l’altra. Poi mi sconcicava da tempo, e la carne è debole, si sa.
Tonino spegne la tv e inizia a girare per la stanza.
- E dove vuoi che sia stato? Qui, nel mio letto. A causa sua c’era la moglie col picciriddo di pochi mesi… ma no che Tonino non capisce!
Tonino si rigetta sulla poltrona, dovrebbe entrare nell’altra stanza e darle un cinque lire.
- I particolari? Ma che dici, Giusitta, sei una sporcacciona!
Tonino si ‘gguanta con le mani la capoccia. Ebbene sì, è disperato e inerme, eppure non può mica andare di là e cacciarla di casa, avrebbe dovuto pensarci minimo minimo due o tre annetti fa, quando per la prima volta la vide a letto con un uomo che non era lui stesso medesimo.
Ma come si può cacciare via di casa un angelo come Marilù…? È tanto bella e buona e cara.
- Se è stato meglio o peggio del panettiere? Giusy, ma che domande sono queste? Ogni uomo è un universo a sé, il padrone ce l’ha grosso e il garzone ce l’ha lungo, è come chiedere se è meglio il salame dolce o quello salato, ognuno c’ha i sui pregi ma sempre buono è!
Tonino riaccende la tv, neanche le lacrime agli occhi gli salgono, tanto è abituato a tutto questo. Cambia canale freneticamente e spera che le immagini che si inseguono a gran velocità lo aiutino ad estraniarsi dai fatti.
- Oh Giusi’, ma ancora con questi paragoni? Ti ho detto che non ne faccio di paragoni con Tonino. Toni’ è Toni’, io lo amo e mi rifiuto di accostarlo ad altri uomini.
Marilù è seria, perentoria, e Tonino un po’ si rincuora. Be’, è una lieve soddisfazione, Toni’ è Toni’ e Marilù comunque lo ama e lui è felice così. Questa santa donna è comunque sua moglie e non del panettiere, non del garzone, neanche dell’arrotino o del falegname, né del meccanico o dell’idraulico, del postino o del commercialista. C’è sicuramente qualcun altro da inserire nell’elenco…
- Giusitta, no che non sono così tanti gli uomini che mi son fatta, tu mi lusinghi gioia mia, ma cinquecento sono troppi anche per me, diciamo la metà.
… sì, sicuramente qualcuno da aggiungere all’elenco c’è, ma in questo momento gli sfugge, eppure non è questo il problema. Non esiste nessun problema. Lui è cornuto e lo sa, cornuto ma felice.
- Giusi’ ora ti devo lasciare prima che Tonino venga a chiamarmi. Ci vediamo bella, baci.
(continua sotto…)
Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
Date: 2008-03-23 04:51 pm (UTC)Marilù si avvicina a lui e nel mentre si lega i lunghi capelli neri in una coda, lo guarda e sorride. Poggia la mano sullo schienale della poltrona, si china leggermente e gli dà un bacio sulla guancia.
- Cosa ti preparo per pranzo, eh Toni’?
- Quello che vuoi, Marilù. - Tonino si gira e le posa un bacio sulle labbra – Oggi sei più bella del solito, sai? – La afferra per i fianchi e se la mette sulle ginocchia.
- Ma che dici Tonino? – Ride Marilù come se nulla fosse. Sì, perché Marilù tutto quello che fa, lo fa con l’innocenza.
Tonino le morde un orecchio, un po’ per passione e un po’ per vendetta.
- Ah, Tonino vuoi fare il torello? Andiamo nella stanza, allora.
Tonino si lascia portare in camera da letto. Ha già dimenticato tutto. Marilù è tutta sua, nell’abbondanza di lei e per la pazienza di lui.
Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Generale - [Uomo paziente, Donna focosa] - Cornuto e felice - "deve essere citato un toro"
From:Re: Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!"
From:Re: Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!"
From:Re: Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!"
From:Re: Comico - [Un bidello] - Una scuola media - Deve comparire la frase "Io non sono Uma Thurman!"
From:Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
Date: 2008-03-24 03:57 pm (UTC)Rating: G
Conto Parole: 740
Personaggi: Adolf Hitler (!), OFC
Genere: Storico
Le luci dell'Akademie der Künste si accendono con un sonoro "clanc", illuminando a giorno i modelli urbanistici. Non c'è nient'altro oltre ai plastici che si dipanano di stanza in stanza, già enormi sebbene in scala ridotta rispetto al risultato finale. L'uomo, la mano sinistra ancora sull'interruttore, si ferma un attimo in contemplazione, anche se è già venuto qui decine di volte.
Poi attraversa due sale, superando i modelli dei singoli edifici per arrivare alla veduta d'insieme in scala 1:1000. Gli brillano gli occhi mentre ne percorre lentamente il perimetro, misurandolo a lenti passi. Arriva all'estremità dell'enorme prospettiva, o boulevard che dir si voglia (per ora si chiama solo "Grande Strada"), e si china portando lo sguardo a livello del terreno di legno levigato. In fondo, lontanissimo e tuttavia ancora gigantesco, l'arco di trionfo più grande del mondo.
Il suo architetto ha fatto un lavoro superbo, ovviamente dietro sua spinta e ispirazione, ma è caratteristica di ogni grande capo saper scegliere i collaboratori di maggior talento. Certe volte, si sente come se l'unica persona degna della sua invidia fosse proprio il dottor Speer. In un mondo ideale, i loro lavori sarebbero perfettamente identici; ci sarebbe un'idea astratta - una creazione - che poi viene trasformata in realtà. Cemento, pietra, concretezza.
La verità, purtroppo, è che non è tutto così lineare. Lui deve lavorare su materiali molto più instabili ed inaffidabili di cemento e pietra. Se fosse una personapiù debole, già solo questa frustrazione lo farebbe diventare pazzo.
C'è un rumore, e l'uomo istintivamente alza lo sguardo per vedere se uno dei riflettori è scattato da solo. Invece, sulla soglia, vede un ometto più o meno della sua età, con la divisa del museo, che lo guarda facendo tanto d'occhi. I suoi tempi di reazione sono comicamente lenti.
"Io..." farfuglia, prima di ricordarsi la procedura più ovvia, così banale da essergli sfuggita di mente: "Heil Hitler!" esclama, con voce un po' troppo acuta ed alzando la mano destra.
Hitler corruga le sopracciglia, senza nascondere il suo fastidio. Se viene qui di notte, è perché non vuole essere disturbato.
"Mein Führer! Non intendevo disturbare" dice il custode, addirittura abbozzando un inchino. Senza cambiare espressione, Hitler si avvicina lentamente, le mani dietro la schiena, e si ferma ad un paio di metri dall'altro.
"Tutti sanno che qui deve rimanere chiuso fino all'alba. Dietro miei precisi ordini", dice, con calcolata calma e senza un grammo di cortesia. In mezzo a tutto il fastidio che gli provoca questa situazione, si fa strada un vago divertimento di fronte alla palese difficoltà in cui sta mettendo l'inserviente, che si affretta a giustificarsi:
"Sono solo un sostituto qui, mein Führer! Il signor Krüger ha avuto un permesso per un lutto in famiglia, e io sono stato incaricato di sostituirlo all'ultimo minuto, mein Führer. Nessuno mi aveva informato delle sue direttive, mein Führer! Quando ho visto le luci accese mi sono allarmato, e -"
Hitler alza la mano con un gesto annoiato. "E lei, come si chiama?"
"Peters, mein Führer. Adolf Peters."
Hitler emette un suono di naso che potrebbe essere sia l'inizio di una risatina che uno sbuffo di disappunto. Lo stesso nome, la stessa statura, presumibilmente la stessa età. Non si assomigliano, per il resto - Peters ha i capelli rossi e il volto glabro, eppure, per un attimo, gli sembra di vedersi allo specchio.
"E come mai è finito a fare il custode supplente di un museo, Peters? Dubito che sia un'occupazione molto ambita."
[continua sotto]
Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
Date: 2008-03-24 03:57 pm (UTC)"Io... sono un pittore, mein Führer. O meglio, volevo esserlo. Ma apparentemente non sono abbastanza bravo da mantenere una famiglia coi miei quadri. Facendo il custode guadagno di più, e almeno rimango vicino all'arte che amo, mein Führer."
"Bravo, Peters. Molto responsabile, da parte sua" commenta Hitler con un secco cenno d'assenso "è congedato."
"Heil Hitler!" dice il custode, stavolta con più prontezza, e gira i tacchi, andandosene con una velocità che farebbe quasi pensare stia scappando.
Hitler si volta di nuovo a guardare il plastico, e per la prima volta prova un sensazione sgradevole di fronte a lui. Quella spinta verso il futuro, quell'anelito creativo - stanotte sono morti, uccisi dal fallimento dei piccoli sogni del piccolo custode, così simili a quelli che erano stati i suoi.
Se ne va spegnendo le luci dietro di sé, e percorre al buio il corridoio che l'ha portato lì. Guarda la Cancelleria, le alte finestre rettangolari come buchi neri affacciati sul cortile; e si ripete, si ripete fino a crederci, che lui non è, né sarà mai più, Adolf Peters.
Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:Re: Storico - [Hitler] - Fuhrer - "prima persona o terza con POV focalizzato"
From:no subject
Date: 2008-03-29 01:30 pm (UTC)Rating: NC17 (tanto per stare sicuri)
Conto Parole: 603
Personaggi: OFC+OFC Alieno
Genere: Fantascienza
Una mano è stretta attorno al bicchiere, pieno di un liquido che ha smesso di avere un nome o di essere riconoscibile dieci o venti correzioni prima di atterrare al suo tavolo.
L’altra mano tiene una sottile striscia di plastica tubolare piena di una fanghiglia dal colore indefinito tra le dita.
Morfina semi-diluita in micro-capsule.
Un’ottima merce di scambio quando si tratta con organismi alieni come quello tra le sue gambe, impegnato ad avvolgerglielo e stringerlo nella sua morbida tiepidezza.
Il piccoletto, lui lo chiama così perché è meno alto di un metro, è un drogato tossico ma ha il sacrosanto vantaggio di non essere in grado di trasmettere malattie agli esseri umani.
Farselo succhiare e farsi scopare da quelli come lui è come avere un valido sostituto ad una figa in un’epoca in cui le donne ormai o lavorano a scopo riproduttivo, nelle organizzate Case dell’Infanzia sui pianeti civilizzati, oppure sono castrate ed hanno un’attitudine volta alla castrazione della vita altrui.
Il piccoletto è caldo e morbido e riesce a scivolare con facilità tra le sue cosce con la sua consistenza languida ma non viscida.
Si muove, cola attorno al suo pene, avvolgendosi e rilassandosi con piccoli movimenti che fanno quasi incrociare gli occhi al pilota.
E’ come essere immersi in una bocca accogliente ma non umida e, giove fottuto, gli era mancata quella sensazione.
Quella e quella di una morbida e lieve carezza al suo ano. Non c’è il problema di cercarsi un lubrificante, di cavarsi i pantaloni e di farsi infilare dita in un posto che non ha una naturale voglia di allargarsi tanto.
Il piccoletto scivola dentro con naturalezza, riempiendogli il buco ed andando a strofinarsi dove ha imparato che piace agli umani. Scivola su e giù, aumentando leggermente la massa che scivola all’interno per meglio pesare e strofinarsi sulla prostata.
Il pilota allarga le gambe, puntellando gli stivali anti-gravitazionali di quindicesima mano sul terreno lercio sotto il tavolo. Le punte urtano contro qualcosa, ma lui non riesce a spingersi ad indagare su cosa è.
Non quando sta venendo scopato senza provare dolore. Non quando il suo pene è ancora avvolto nella morbidezza e nel calore e la sua prostata gli sta facendo vedere stelle al posto di un soffitto sporco di cervella e sangue alieno.
Preme la schiena contro lo schienale della panca e solleva il bicchiere, vuotandolo e quasi soffocandosi con il liquido mentre sente l’orgasmo crescergli dentro fino a fargli vedere tutto bianco.
Tossisce, abbandonandosi in avanti e facendo sbattere i gomiti rumorosamente sul tavolo. Il respiro gli esce in ansiti soffocati, e per qualche secondo vede doppio.
Poi il calore scivola via dal suo ano e dal suo inguine, scivolando sulla coscia per uscire fuori dai suoi pantaloni e ricadere sulla panca attorno a lui.
Il pilota tossisce di nuovo, poi si volta a guardare l’essere ameboso accanto a sé. Se lo incontrasse per strada lo scambierebbe per una pozzanghera schifida.
E’ largo ed irregolare, non più alto di qualche centimetro, senza una vera consistenza né arti visibili. Ha un colore bluastro spento, un po’ grigiastro per tutto lo sperma che avrà inglobato nel corso della giornata.
La gente che passa accanto al tavolo non presta attenzione a nessuno dei due. Non sono niente più che un elemento nel folklore locale.
L’uomo non dice nulla e la creatura, non essendo compatibile per la comunicazione con la razza umana, neanche. Lui si limita a vuotargli sopra la morfina semi-diluita ed accendersi una sigaretta.
Si riallaccia la cintura magnetica e si alza, andandosene e già rimpiangendo di non averne di più per farsi scopare una seconda volta.
no subject
Date: 2008-03-29 05:37 pm (UTC)No davvero, tanto di cappello O_O
Secondo te lo trovo nei negozi un vibro-slime del genere?
(no subject)
From:(no subject)
From:(no subject)
From:(no subject)
From:(no subject)
From:(no subject)
From:Generale - [Prete, Prostituta] - "Allora perché sei qui?" - Non si tratta di una confessione...
Date: 2008-04-03 11:40 am (UTC)Prompt: Generale - [Prete, Prostituta] - "Allora perché sei qui?" - Non si tratta di una confessione, di una predica o di un'elemosina
Autrice: suni
Beta-reader: ahm… la mia mamma…
Personaggi: Prete, prostituta, speculatore, avvocato, vari ed eventuali
Rating: …pg13?
Conteggio Parole: 8922 (eh… la solita logorrea)
Riassunto: a padre Jack gli sfruttatori non piacciono, e quando arriva in paese non ha paura di farlo sapere. Mariù, invece, è sfruttata in silenzio. Sullo sfondo di una lotta all’abuso senza quartiere i loro percorsi si intrecciano, cambiando in tronco le rispettive vite.
Note: è tutto confuso e probabilmente verrò tacciata di pressappochismo. Me ne scuso in anticipo, e vi assicuro che non avevo intenzione di svilire argomenti che considero d’importanza capitale come quello della criminalità organizzata. Inoltre, non so come interpretare il “generale”, sicuramente non ho rispettato le consegna e pastrocchiato come mio solito. Last but not least, tengo a precisare che i personaggi entrano nel confessionale ma non per una confessione (non pensate male, maialini, siete fuori strada), per cui almeno questo punto dovrebbe andare.
DEVI STARE AL TUO POSTO
“Padre Jack?”
Giacomo sollevò appena la testa per spostare gli occhi dal Vangelo. Non erano ancora le sette e mezza di mattina e in sacrestia c’era soltanto lui, con addosso ancora i pantaloni della tuta e il maglione di lana di sua nonna, che indossava solo perché evidentemente la Divina Provvidenza così voleva, dal momento che il coriaceo indumento resisteva a tutti i violenti lavaggi cui lui lo sottoponeva nella speranza che si disfacesse.
Di fronte a lui c’erano due uomini. Sui trent’anni, poco più giovani di lui. Il primo aveva gli occhiali da sole sul naso, era ben vestito, con pantaloni stirati con la piega e una camiciola azzurra. Immediatamente alle sue spalle c’era il secondo visitatore, avvolto in appariscenti jeans pezzati e una larga felpa da rapper. Creavano un bizzarro contrasto.
“Sono io,” rispose cordialmente, nonostante l’intrusione inattesa del duetto fosse stata poco educata, chiudendo il volume e tenendo il segno col dito.
“Saluti da Antonio,” annunciò l’uomo elegante con un sorriso compiaciuto.
Don Giacomo, o Jack o Giacomino come lo chiamava ancora sua madre, e a volte suo fratello, nonostante avesse trentatre anni, riuscì appena a sussultare di sorpresa e lanciare uno sguardo consapevole e disperato verso la porta d’uscita, comunque irraggiungibile a causa dei due uomini frapposti ad essa. Non fece nemmeno in tempo ad iniziare ad alzarsi dalla sedia. Il rapper sollevò il braccio armato e gli svuotò contro il caricatore, sette colpi in rapida sequenza. Rimbombarono nell’ampia sala come violente esplosioni mentre il corpo del prete si accasciava sulla sedia e da lì scivolava morbidamente a terra, senza un gemito né un lamento.
Il sangue iniziava appena ad allargarsi a macchia d’olio sul pavimento, quando i due uomini sparirono com’erano arrivati.
(Non sapevo postare una scena sensata senza doverla spezzare, per cui ho messo solo l'inizio che è uno sputacchio a se stante.) Trovate il resto QUI (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=220814&i=1)
Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso
Date: 2008-04-05 06:15 pm (UTC)Rating: PG
Conteggio Parole: 420
Note: Grazie a
«La mia vita è diventata incredibilmente difficile,» sbotta Gustav, rimbalzando un pochino su se stesso. È una capacità che ha sviluppato con il tempo e con grandi sacrifici, perché non si nasce saltellanti: bisogna fare attenzione ad imprimere la giusta forza sui propri spigoli più affilati e poi darsi una spinta. Gustav è fiero di ciò che sa fare, su questo nessuno avrebbe da ridire, perché Gustav è anche un sasso terribilmente orgoglioso e sicuro di sé.
Gerardo lo osserva pigramente dall’alto della roccia su cui qualcuno lo ha messo – calciato. I sassi non provano dolore, ma a volte, si sa, infastidisce essere sempre sballottollati di qui e di là. Gerardo dice, «Mio caro amico, cosa è accaduto di talmente nefasto da farti lamentare un lamento simile?» Gerardo sembra sempre così calmo e zen riguardo tutto. Gustav è tanto invidioso di Gerardo.
«Tu non potrai mai capire la mia anima tormentata,» dichiara drammaticamente Gustav, tirandosi indietro una invisibile ciocca di capelli. Lo farebbe, ovviamente, se avesse dei capelli. A volte vivere a contatto con un branco di umani ti trasforma in un sasso eccentrico. «Mi è successa una disgrazia! Una disgrazia, Gerardo mio, una vera, catastrofica disgrazia!» Per accentuare il dramma della situazione, Gustav cerca di sbarrare i propri occhi, come ha visto fare parecchi umani. «Sono stato trasferito! Sono stato trasferito, dopo tutti i miei anni di duro lavoro, di impegno in ciò che mi veniva richiesto di fare, dopo tutto quello che ho dovuto sopportare per arrivare a questo punto della mia carriera di sasso! Hanno osato trasferirmi! E io non so proprio più che fare dal lunedì al venerdì, mio caro Gerardo, penso di star diventando pazzo! Tutti questi ragazzetti strillanti! Tutte queste matrone bercianti! Tutti questi imprenditori urlanti! Non c’è più rispetto per i sassi! Non c’è più rispetto per il silenzio, padre di tutte le intelligenze!»
Gerardo lo osserva con aria sorniona, e se fosse possibile, si sistemerebbe meglio sul naso i suoi occhiali immaginari. «Gustav, dovresti aggiornarti sulle terminologie umane. ‘Matrone’ fa tanto duemila anni fa, lo sai?»
Gustav lo osserva per qualche secondo, interdetto, e poi replica, «Ha parlato quello che dice ancora ‘nefasto’».
Gerardo compie un immaginario gesto casuale con la mano che non possiede, e risponde, «Ora come ora non importa. Stavamo parlando della tua vita difficile: torniamo su quell’argomento.»
Gustav si illumina in viso e ricomincia a parlare di come non ci sia più rispetto per i sassi, lasciando perdere i ‘nefasti’ di Gerardo. Gerardo ridacchia fra sé e sé.
Re: Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso
Date: 2008-04-05 06:58 pm (UTC)...
...
PERCHE' NON SCRIVI DI QUESTE FOLLIE PIU' SPESSO?
E' adorabile, dolce, originale, fresco, divertentissimo... insomma, NE VOGLIO ANCORA. Ora. Subito. Qui.
..
..
ç___ç
Re: Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso
From:Re: Generale - [sasso] - silenzio - mi raccomando, dal punto di vista del sasso
From:Generale, Comico - [punto e virgola, due punti] - pioggia di punti fermi - "maledizione, ho lasciato
Date: 2008-04-14 08:52 pm (UTC)Titolo: Crack #2
Rating: PG
Conteggio Parole: 443
Note:
Il punto e virgola scuote la testa, sconsolato, e pensa, “La mia vita è terribilmente difficile.” Sta piovendo, cosa che normalmente non accade in un paragrafo di testo. Il punto e virgola si raddrizza le spalle e cerca di sembrare più sicuro di se stesso e delle proprie capacità: il suo sguardo è fermo e il paio di lenti che porta sul naso gli danno un’aria vagamente saputa, abbastanza saggia e un po’ di qualcos’altro che non riesce proprio a farsi venire in mente. Il punto e virgola sta usando una parentesi quadra per ripararsi dalla pioggia; la quadra ha sempre avuto un debole per il punto e virgola, e lui non ha pensato due volte prima di approfittarsi della sua cotta per lui. Poco fa ha pensato, “Maledizione, ho lasciato la graffa a casa!”, indispettito con se stesso, ma solo perché è molto più brava a coprire gli altri segni di punteggiatura dalle ondate di punti fermi che, a volte, si presentano nel loro capitolo. La graffa è ammalata, però, e non riesce proprio a sottostare alle richieste del punto e virgola, che è in ogni caso dannatamente bravo a implorare con occhioni dolci le altre parentesi per ottenere ciò che vuole.
Il punto e virgola si sposta un attimo dalla sua postazione, cambiandola, e si ritrova voltato nella parte opposta di prima: la sua virgola è molto, molto flessibile, e questo ha sempre provocato un sacco di complimenti e malizie da parte degli altri punti e virgola. “Sei così virile,” gli sussurrano spesso le parentesi tonde, tutte graziose e simpatiche: per questo motivo il punto e virgola ha sviluppato un ego enorme che nessuno ha ancora pensato di sgonfiare, “Perché è così tremendamente carino,” cinguettano i puntini di sospensione: in realtà sono tre gemelle, ma qualcuno ha deciso di chiamarle con un nome maschile.
Il punto e virgola è orgoglioso della posizione che ha raggiunto in questo particolare capitolo, in questo particolare paragrafo, ma a volte desidera affrontare nuove sfide, nuovi ostacoli: nuove cose, insomma, cose che non potrebbe mai trovare in queste righe talmente scontate da essere noiose. Il punto e virgola cerca da mesi un compagno per andare alla ricerca di nuovi personaggi a cui dare sentimento e inflessione; e ora, sotto la pioggia battente di punti fermi, rimugina fra sé e sé e prende una decisione: domani andrà a far visita ai due punti, quelli che vivono insieme da qualche parte verso la tredicesima interlinea, e farà loro una proposta che non potranno rifiutare.
Più rilassato, si mette a contare pigramente tutti i punti che ricadono vicino a lui, e li saluta con un vago cenno del capo.
Re: Generale, Comico - [punto e virgola, due punti] - pioggia di punti fermi - "maledizione, ho lasc
Date: 2008-04-19 07:09 am (UTC)Tinin, il tuo crack è sempre delizioso *gnam* *muore*
Storico, Noir - [Giovane donna] - Le fogne di Parigi, qualsiasi epoca - Serial killer
Date: 2008-04-17 05:45 pm (UTC)Beta:
Rating: G
Conteggio Parole: 814
Parigi, 1912
Madeleine aprì lentamente gli occhi, tentando di scorgere qualcosa nel buio che la circondava. Niente, la vista non l’aiutava. Poteva solo sentire l’odore nauseante proveniente dal liquido che scorreva vicino ai suoi piedi. Capì che non era un sogno; quello che era successo la sera prima era reale, per sua sfortuna. La consapevolezza le fece battere il cuore in petto per il terrore; provò ad urlare, ma lo straccio ficcato in bocca le impediva di articolare qualsiasi suono.
Si mosse piano per allontanarsi da quel liquame che le stava sporcando l’orlo del vestito; i suoi polsi sfregarono contro la catena arrugginita che la teneva bloccata alla parete, facendole male. Invano gridò per il dolore, producendo solo un rantolo soffocato.
In silenzio pianse, ripetendosi mentalmente quanto fosse stata stupida.
Una stupida ragazzina romantica e sognatrice.
Madeleine Béjart, la giovane cantante che desiderava diventare famosa, che voleva vedere il suo nome stampato a caratteri cubitali sulle locandine, e che nel frattempo divorava romanzi d’amore nella speranza di trovare l’uomo della sua vita.
Come invidiava Christine Daaé, la giovane protagonista del suo romanzo preferito, Il fantasma dell’Opera!
Lo aveva letto e riletto, nascosta nei camerini per le comparse della grande Opéra, tra una pausa e l’altra della rappresentazione. Quando cantava, i suoi occhi erano fissi sul palchetto n°5; sapeva che lui era lì e che la stava ascoltando. E non importava che la sua voce fosse solo una tra le tante del coro, lei era sicura che il fantasma l’avrebbe notata e l’avrebbe fatta emergere dalla massa.
Qualcosa di peloso le passò vicino la pianta del piede, facendola sobbalzare. Grazie alla debole luce proveniente da un tombino vide un ratto grosso come un gatto che la fissava con occhi famelici, pregustando forse il lauto banchetto; per la paura, Madeleine cominciò a tirare calci all’impazzata, colpendo a caso nell’oscurità. Riuscì a centrarlo: l’animale gemette per il dolore e cadde nella melma del canale, scomparendo dalla vista. Poi il luogo ripiombò nel silenzio.
Era immersa nei suoi sogni di fama e amore, quando una sera fu avvicinata da uno strano signore completamente vestito di nero. Non riusciva a scorgere niente del suo aspetto fisico perché buona parte del suo viso era coperta da una sciarpa pesante e da un cappello a cilindro calato con forza sulla testa. Solo gli occhi spuntavano da quel travestimento, due occhi azzurri freddi come il metallo.
Le altre ragazze lo evitavano terrorizzate, ma non Madeleine. Lei aveva capito tutto: quell’uomo così misterioso non poteva essere altro che il suo fantasma. Girava mascherato per nascondere la sua deformità, come Erik, ma col suo aiuto sarebbe diventata la miglior soprano di tutta la Francia. Era stato lui ad andare da lei, l’aveva prescelta per le sue capacità canore, non c’erano dubbi.
Tornò da lei tutte le sere, elogiando la sua bravura, ma non volle mai mostrare il suo volto; la ragazza lo lasciava fare, convinta che sarebbe riuscita a piegarlo con la forza della sua passione, ed ogni sera cantava per lui, solo per lui.
Un rumore metallico destò Madeleine dal suo stato di dormiveglia; si guardò intorno, ma per un tempo che a lei parve lunghissimo non riuscì a distinguere niente. Poi udì un passo… due… tre… qualcuno si stava avvicinando. Con il cuore in gola, pregò che fosse un uomo venuto a salvarla e non il suo aguzzino.
(continua sotto)
Re: Storico, Noir - [Giovane donna] - Le fogne di Parigi, qualsiasi epoca - Serial killer
Date: 2008-04-17 05:46 pm (UTC)Stupida… stupida… stupida…
Continuava a ripeterselo mentre i passi si facevano sempre più vicini; da dietro l’angolo sbucò una figura scura. Non riusciva a vedere chi fosse, ma quando scorse per un attimo il bagliore di una lama capì di non avere più scampo.
Povera, ingenua ragazza… se solo per un attimo avesse lasciato da parte i suoi romanzi d’amore e avesse dato una semplice occhiata alla cronaca locale, avrebbe saputo dell’esistenza di un uomo che seviziava e uccideva giovani donne nelle fogne di Parigi.
La polizia non era ancora riuscito a prenderlo, era come un fantasma.
Horror, Surreale - [M] - Come hobby, collezionava lingue.
Date: 2008-04-19 04:15 pm (UTC)Autrice:
Beta:
Rating: R {per i temi trattati}
Conteggio Parole: trecentotredici parole {313 W}
Note: Non so se in molti ci vedranno del “Horror” nel vero senso della parola ma… beh, per me lo è abbastanza. Mi incute un bel po’ di schifo, e so che il personaggio della storia l’ho creato proprio io ò_o
Per il resto: NONSENSE. NONSENSE. NONSENSE.
Cannibalismo, omicidio, psicopatico protagonista…
Ed è dedicata interamente a
*
Clic.
Si guarda intorno e pensa a qualcosa. Qualcosa di misto, niente di definito – non ama definire.
Eliminare il passato è al centro di tutto, però.
Iiiek.
Apre il suo armadio e sbircia dentro i barattoli che ha messo lì, nel passare dei mesi: li osserva tutti quanti, per bene.
Tante tante lingue, tanti ricordi di momenti un po’ buffi.
Crak!
La prima persona che ha amato? Il suo primo ricordo crudo? Ha mozzato la sua lingua per paura delle sue parole riguardanti il suo hobby. Quello insolito, che aveva un tempo: le orecchie.
Un tempo erano orecchie.
E dopo, da quella lingua, tutto è mutato e adesso sì che può definirsi pazzo. Perché lui ci vede persino un senso - un certo simbolismo - in quelle lingue.
Sono la metafora della sua stessa vita.
Oh!
Ha tagliato la lingua a tutte le persone che ha avuto intorno. L’avevano amato? Lui le ha distrutte.
Aspettare. Tagliare. Distruggere.
Stuck! Cranc! Sdrungh!
Ed ora che guarda quelle lingue – di amici, nemici, parenti – si rende conto che non ne può più. Gli fa male guardarle.
Ora.
Ne prende una (una, da quei barattoli) e cerca di ricordare a chi apparteneva.
No!
Una sua vecchia fidanzata, l’ha mollato nel momento più bello della sua vita.
No! Aveva urlato. No, no, no… no.
(Ingoia la lingua) dopo averla masticata. Non gli piace il suo sapore, ma prova comunque a portare avanti il suo scopo.
(Ne ingoia un’altra) …era suo cugino, forse?
(Ancora una) ricorda i pianti – suoi e degli altri – quando la verità è arrivata.
(Ancora, ancora, ancora) rumori di sirene, poliziotti in arrivo? La fine è vicina.
Prende un coltello.
L’ha fatto tante volte, non risulterà difficile.
Chiude gli occhi (come sempre) preme forte (come sempre) e sente il dolore (questo è diverso, invece).
Arriva la polizia!
Stac. Crunk!
Per ultima, ingoia la sua lingua.
Re: Horror, Surreale - [M] - Come hobby, collezionava lingue.
Date: 2008-04-22 12:29 pm (UTC)Re: Horror, Surreale - [M] - Come hobby, collezionava lingue.
From:Steampunk, Generale - [Donna pesce o Sirena] - Razzismo
Date: 2008-04-26 06:07 pm (UTC)Genere: Steampunk, comico
Rating: PG-13 per linguaggio allusivo e qualche tetta accennata ma non mostrata
Prompt: Steampunk, Generale - [Donna pesce o Sirena] - Razzismo
La Segretaria
(Assumere segretarie è sempre una tragedia... (http://sophie-tentacle.livejournal.com/6826.html))
Surreale, Horror - [Scrittore folle]
Date: 2008-05-04 04:04 pm (UTC)Prompt: Surreale, Horror - [Scrittore folle] - manette - un personaggio dello scrittore, che lo scrittore ha ucciso nell'ultimo romanzo, viene a trovarlo...
Il professor Rufus LaConnier, docente universitario, abitava in un appartamento al numero 99 di Fleet Street e ogni giorno si svegliava puntuale alle sette e zero-zero. Non possedeva una sveglia perché, diceva, lo stressava terribilmente il pensiero di un trillo improvviso e fastidioso.
Al professore piaceva molto dormire. Come un morto, diceva lui, e tale si considerava quando spegneva la luce sul comodino.
Anzi, ne era talmente convinto che la targhetta sulla porta d’ingresso recitava “Prof. Rufus LaConnier morto dal 1840” , così nessuno lo avrebbe disturbato.
Rufus cominciava sempre la giornata con una visitina al bagno durante la quale si accertava che nessun alligatore spuntasse dal gabinetto. Espletato il bisogno primario beveva un caffé nero, senza zucchero, una cosa rivoltante che odiava terribilmente e gli procurava forti dolori di stomaco ma che, per logica, lo teneva sveglio.
Mentre si lavava accuratamente, Rufus amava osservare allo specchio il suo viso cambiare. Un attimo prima era quello della sua infanzia, un attimo dopo sembrava quello di un uomo che stesse per morire, e rideva mostrando inesistenti denti giallastri e spaccati da cui vedeva uscire vermi.
A essere sinceri il suo bagno rifletteva lo stato di putrefazione del suo corpo: l’acqua dei rubinetti era giallastra, un orribile fetore risaliva dagli scarichi, i tubi perdevano acqua e le pareti erano ricoperte di muffa o semicadenti.
Poi si ricordava che ormai era sveglio e non era morto e tutto tornava alla normalità, la sua immagine come il suo bagno.
Fischiettava sotto la doccia e mentre si radeva vedeva sempre nello specchio qualcuno che da dietro lo sgozzava.
Rufus si diceva che tutto quello che vedeva era il reflusso delle sue idee giovanili in materia letteraria. Era sempre stato un po’ macabro ma non gli era mai piaciuto pensare di trarre qualcosa da ciò, piuttosto era diventato uno scrittore di romanzi di vita con ambientazioni moderne.
Forse per riflesso dei i suoi precedenti gusti, aveva preso l’abitudine di far morire i personaggi dei suoi romanzi nello scioglimento finale della trama.
Il professore passava la metà delle sue giornate come docente e il resto del giorno rimaneva chiuso in casa a scrivere, con un bicchiere di latte accanto alla macchina da scrivere, una vecchia Olivetti perfettamente lucidata e linda a cui rimaneva seduto per molte ore di seguito.
Questa era la vita di Rufus, che non aveva contatti con nessuno se non a lavoro. Usufruiva del servizio a domicilio per le vettovaglie, il portiere del condominio si occupava della spazzatura e lui rimaneva nel suo mondo casalingo dove il ticchettio di un orologio poteva nascondere un ordigno.
Forse anche per questo motivo, quando non si trovava immerso nella sua immaginazione, era un tipo ordinato e metodico e l’appartamento lo rispecchiava.
Un pomeriggio, al rientro dal lavoro, si comportò come tutti i giorni.
Girò la chiave con attenzione per non attirare l’attenzione di alcun vicino e sbirciò da uno spiraglio per accertarsi che non vi fosse nessuno in casa. Chiusa la porta dietro di sé, posò l’impermeabile e mise una padella sul fuoco per cucinarsi un pasto già pronto che sicuramente non era quel miscuglio di cervella e bulbi oculari che vedeva scoppiettare sul fuoco e schizzarlo di sangue.
Mise tutto su un piatto, dopo aver ripulito la padella e sistemato la cucina, e si mise al tavolo di fronte alla finestra.
Prima però accese la radio, sintonizzandosi automaticamente su urla umane e strepiti convulsi. No. Girò ancora la manopola e trovò la sintonia giusta.
Alla finestra sembrava stesse piovendo, grandine o bombe a grappolo, non seppe distinguere e finì rapidamente di mangiare così da potersi mettere immediatamente a scrivere.
(Continua nel commento seguente)
Re: Surreale, Horror - [Scrittore folle]
Date: 2008-05-04 04:06 pm (UTC)Rufus sentì tre colpi di pistola uccidere il silenzio tombale di casa sua, e si gettò a terra. Un quarto rintocco gli ricordò una funzione della porta che ormai da troppo tempo non rammentava più.
Eppure c’è scritto che sono morto, pensò.
Chi bussava era alquanto insistente, faceva delle brevi pause ogni tre colpi. Ad ogni passo, e ad ogni rintocco, Rufus sentiva una campana funebre.
L’uomo tolse il chiavistello, girò la chiave, fece scattare il paletto e aprì la porta.
“Alexiel…” disse lui, atterrito, la bocca bloccata e gli occhi che fissavano la donna sulla soglia di casa sua.
“Proprio così.” Sibilò lei, spingendo la porta per entrare e scostando Rufus con malagrazia. L'uomo la richiuse di schianto.
“Tu sei morta…!” Disse, sorreggendosi alla parete.
“Sarei qui, allora?”
Rufus si allontanò dalla parete ricomponendosi, sbattendo le palpebre per qualche istante.
Era solo un’altra allucinazione.
“Fai come se fossi a casa tua.” Disse allora Rufus, tornando al suo tavolo di lavoro, decisamente incurante della presenza di lei.
In fin dei conti doveva finire di scrivere il suo terzo romanzo, in fretta. Era la storia di un ciabattino, o era un impiegato, ancora doveva definire il personaggio principale, l’ambientazione e la trama.
Ma prima o poi doveva cominciare anche se aveva visioni alquanto reali.
Bevve d’un sorso il bicchiere di latte sul tavolo e, non contento, si preparò della vodka ghiacciata.
"Ancora qui?" Disse all'allucinazione in gonnella che si stava accendendo una sigaretta.
"Non ho alcuna intenzione di andarmene." Disse lei. Aspirò e gli tolse il bicchiere di vodka dalle mani.
Rufus non seppe cosa dire o come reagire sul momento. Alexiel era una bella donna dallo sguardo glaciale, con capelli lunghi e biondi ed occhi grigio perla. Insomma, era proprio come Rufus l'aveva immaginata in ogni singola movenza, ed espressione.
La donna era un personaggio del suo precedente romanzo rimasta uccisa da una massiccia dose di arsenico. Era determinata, forte, poco incline alla pietà.
Esattamente la sensazione che adesso sentiva sulla pelle.
"Se te lo stai chiedendo," riprese lei " no. Tu non mi hai ucciso. O almeno, non ci sei riuscito." Detto questo, mandò giù la vodka e si sedette di fronte a Rufus.
Solitamente le visioni non interagivano molto con lui, se ne stavano in disparte, disturbavano solo qualcuno dei suoi sensi. Alexiel invece sembrava proprio in carne ed ossa.
La luce rugginosa proveniente dalla lampadina del soffitto della cucina dava una sfumatura brunita ai capelli biondi che incorniciavano il suo viso. Poteva sentirne la voce uscire dalla sua bocca e non sono nella sua testa. Percepiva chiaramente l'odore della sigaretta e il fumo soffiato via contro il suo viso mischiato alla vodka.
Rufus la toccò in viso, come per avere un'ulteriore conferma.
"Dunque tu esisti sul serio? Come sei sopravvissuta?"
La sensazione di parlare ad un fantasma era svanita, c'era qualcun altro con lui in casa.
"Non ne ho la minima idea, non ci sei riuscito e visto che hai distrutto la mia vita ho deciso di venire da te."
Alexiel non sembrava turbata, indifferente piuttosto.
Rufus tacque. Le pareti sembravano stringerglisi attorno, suscitandogli una grande inquietudine. D'improvviso c'era soltanto lei, nella sua candida bellezza.
Niente più bombardamenti fuori dalla finestra, nessun fantasma con la mannaia faceva capolino dalla porta, nei barattoli sulla credenza c'erano solo spezie.
Quanto era bella. Indossava lo stesso vestito con il quale ricordava di averla uccisa, una gonna grigia molto attillata e una maglia di lana sul rosa, molto semplice, ma era il suo viso ad esprimere tutto ciò che il corpo non comunicava.
C'era qualcosa però che non andava, come un impercettibile rumore sordo che lo martellava. Qualcosa di sbagliato nella presenza così vivida di quella donna che sembrava assorbirlo come un buco nero, un tunnel che escludeva tutto il resto.
Rufus senti un piccolo spasmo muscolare alla mano destra. Si alzò e senza essersene nemmeno reso conto aveva colpito violentemente Alexis con la bottiglia di vodka.
Lei era crollata, svenuta su un fianco.
(Continua)
Re: Surreale, Horror - [Scrittore folle]
From:Re: Surreale, Horror - [Scrittore folle]
From:Re: Noir - [Detective della omicidi di Los Angeles] - Le sue labbra erano blu quando l'hanno...
Date: 2008-05-31 09:51 pm (UTC)Adoro questa fic! *_*
E sono contentissima che abbia presto tu questo prompt che amo tanto tanto.
Passando alla fic, come mi hai anticipato è davvero super angst, amara e triste da far star male, ma è così ben scritta e vera che lascia a bocca aperta. Il fatto che Brett fosse incinta del figlio di Patrick ha incupito ancora di più l'atmosfera, e il suo non rendersi conto, il suo sconcerto nell'accorgersi, solo alla fine, che lei era davvero morta, anche se la sua mente aveva respinto fino ad allora quel pensiero è davvero straziante.
La amo, la amo, la amo questa fic.
Come sempre adoro il tuo stile, i tuoi personaggi originali, le tue original proprio. Sai veramente rendere reali i personaggi e le trame.
Un enorme complimento! *__*
♥
Re: Noir - [Detective della omicidi di Los Angeles] - Le sue labbra erano blu quando l'hanno...
From:Comico - [Cadavere] - Penne - Deve comparire la frase 'Le mie ossa stanno scricchiolando'
Date: 2008-05-18 11:11 pm (UTC)Rating: 13+ per presenza di cadaveri fumatori
Conteggio Parole: 500 esatte
Disclaimer: la Nera Signora (Morty) appartiene a
Riassunto per chi vivesse nel peccato, non avendo mai letto la serie: la personificazione della Morte, un Angelo che adora inciampare e una principessa con gusti splatter sono le protagoniste di una serie di avventure comico-demenziali.
Avvertimenti e note: CRACK. Sangue. Character Death, con somma gioia di
Le comicronache di Lady Morte, Nicoletta del Torrione e l'Angelo Inciampato - Ragù
- Uh, è morto.
- Sì, me n'ero accorta pure io. Sto invecchiando, sai? - borbottò, guardandosi le mani perfettamente screpolate e assolutamente bisognose di una decina di sedute da una manicure.
- Mh?
- Massì, le mie ossa stanno scricchiolando, ho un mal di schiena inaudito, e come se non bastasse tutto ciò mi sento pure le vampate della menopausa, - commentò con voce falsamente lamentosa. - E ho fame. In questi momenti vorrei... puff! morire.
- Non dire assurdità.
- E tu cerca di non essere sempre così irritante, certe volte mi ricordi -
- Ah no, non ci provare, - sentenziò l'altra, scrollando le sue piume in segno di stizza e dando un calcetto a quel corpo che avrebbe dovuto essere un po' più inerte. - Avresti sentito qualche parolina più delicata ed eterea di "assurdità", come...
Un istante di silenzio di troppo, forse.
- Li mortacci delle vacche frigide di tu'nonna!
- Esattament - no, aspetta. Princy cara, sei tu? - chiosò l'Angelo Inciampato con stupore.
- E chi vuoi che sia, Biancaneve con tutti e sette i nani? - sbuffò innervosita, reggendo con una mano l'abito macchiato di rosso e camminando a balzelloni. - Ma perché dovete sempre trovarvi in posti scomodi da raggiungere tu e quell'altra, che fa finta di non sentirmi ma che le orecchie ce le ha ancora tutte e due attaccate alla testa?
- Io -
- L'asse posteriore della carrozza si è spezzato in due senza motivo apparente, questo sentiero è una mulattiera piena di sassi e buche, e infine ho dovuto attraversare un campo di grano, un fiume e questo pascolo ricolmo di cac- oh, no, l'ho pestata!
- Princy, scusami se ti faccio questa domanda così inopportuna, ma... visto che non eri di scena e non sei stata invitata, perché sei qui a rompere tacchi alti e a pestare cacche di vacca?
- Oh Morty, vi ho viste col cannocchiale dal Castello affaccendate intorno a un cadavere, speravo di fare quattro chiacchiere e di rimirare un po' di sangue sgorgare da raccapriccianti ferite! - ribatté, fingendo un esilarante broncio.
L'Angelo Inciampato e Lady Morte si guardarono, per poi scoppiare a ridere.
- Niente mutilazioni, il tizio era già morto, volevo solo riprendermi il portafogli e la serie di Excel Saga! Ma dal tuo vestito oserei insinuare che non sentivi la mancanza del sangue, - disse ridendo la Nera Signora, indicando le macchie scarlatte.
- Queste? Beh, in verità stavo preparando il ragù per le penne.
- Penne! Ragù! E tu non ci inviti a pranzo! - esclamò piccata Shanael, inciampando nella salma. - Aspetta, ragù di cosa, per l'esattezza?
- Basta chiedere! Foglie di pianta carnivora, squame di serpente amazzonico, quattro etti e mezzo di basilico, sale, pepe e carne fresca di troll.
Un istante di silenzio di troppo, purtroppo.
- Beh, andiamo? - cinguettò Nicoletta del Torrione, prendendo sottobraccio le due amiche rassegnate per condurle a sicura indigestione.
Alle loro spalle, il cadavere si accese una sigaretta.
Re: Comico - [Cadavere] - Penne - Deve comparire la frase 'Le mie ossa stanno scricchiolando'
Date: 2008-05-19 06:06 am (UTC)Re: Comico - [Cadavere] - Penne - Deve comparire la frase 'Le mie ossa stanno scricchiolando'
From:Comico - [M+F] - Gara di Rutti
Date: 2008-05-19 01:48 pm (UTC)Fandom: Originale
Parte: 1/1
Rating: R non grafico, parolacce
Prompt: Oggetti Animati (http://community.livejournal.com/fanfic_italia/57808.html) @
Note: Questa la regalo a
No sex allowed in the labs
Joe Mangano jr odia la sveglia con rinnovato fervore quando il suo suono stridulo gli percuote il cranio dolente.
Ou. Ou. OUH!
Alzare la testa è un grosso, grosso sbaglio, provare a voltarsi è quasi un suicidio – ha come l’impressione che, se proverà a mettersi a sedere, farà la morte pietosa di Elvis, soffocato nel vomito che gli preme contro la gola.
Pazuzu ha preso la decisione giusta, visto lo stato in cui Joe è tornato a casa dopo una delle infami feste di famiglia, e se n’è andato a dormire sul davanzale della finestra, luogo ottimo per tenere d’occhio il circondario – soprattutto la gattina bianca al settimo piano della scala B – e per evitare spruzzi inconsulti di qualsiasi materiale organico.
Mi si sarà sciolto il cervello?
Joe abbraccia il cuscino senza neanche provare ad aprire gli occhi, tanto ha le palpebre talmente incollate che sarebbe un’impresa fallita in partenza.
Non ci vado più, giuro.
Giura tra sé e sé, ma ogni volta cede di nuovo.
Le feste della succursale americana della famiglia Mangano sono poco meno fragorose e distruttive di quelle della casa madre, e soltanto perché la quantità degli invitati è direttamente proporzionale all’intensità del baccano prodotto.
Una festa dei Mangano che non sia iniziata tre giorni prima con i preparativi, e non si sia protratta per ben altri due giorni dopo il termine, in un vespaio di scambi di saluti, complimenti, e tieni Angelì, portati a casa na ‘nticchia di pasta, la mangiate domani, non può definirsi, appunto, ‘una festa dei Mangano’.
L’arrivo della polizia in tarda serata, su irosa richiesta dei vicini esasperati, aggiunge punti preziosi al convivio e prepara l’argomento per una festa successiva.
Joe trova sempre un pretesto diverso per non andare, pretesto che puntualmente fallisce se sottoposto all’inesorabile macchina della verità della signora Immacolata.
“Mamma, ho da lavorare, davvero, stavolta non posso…”
“Non dire sciocchezze, Giuseppe, ti mandano a lavorare di notte?”
“Mamma, non chiamarmi Giuseppe. Devo fare gli straordinari.”
“E va bene, fai come vuoi.”
Il ‘fai come vuoi’ è il colpo di grazia. Joe sa benissimo che è una trappola, ma non può resistere a quelle parole pronunciate con triste rassegnazione.
“Uffa, vedrò cosa posso fare.”
A quel punto ha già capitolato, si illude soltanto di aver conservato un minimo di autonomia nella propria scelta.
Prossima volta mi invento un viaggio all’estero.
Joe è riuscito a tirarsi a sedere senza inconvenienti. Certo, esclusa la testa che all’improvviso gli pesa come se fosse ripiena di piombo. Dal rumore che fa quando la muove, invece, sembrerebbe più probabile un ripieno al liquore, nel quale galleggia il cervello, come una ciliegina rinsecchita all’interno di un cioccolatino.
Ok, ora proviamo a metterci in piedi.
Il primo tentativo è a vuoto e Joe precipita seduto nel letto, il mal di testa moltiplicato dallo sforzo.
Pazuzu salta giù dal davanzale e viene a strofinare la coda morbida contro le caviglie nude di Joe, poi scatta in direzione del cucinino.
“Sé sé, arrivo…”
Di nuovo in piedi, ciabatta scoordinato fino al bagno per spargere un po’ d’acqua.
È lì tutto assorto nella filosofica e soddisfacente operazione, quando sente la vocina.
“Ehi, fai piano.”
Sul momento non se ne accorge.
“Ti ho detto di fare piano!”
Re: Comico - [M+F] - Gara di Rutti
Date: 2008-05-19 01:49 pm (UTC)“Sono qui sotto… come fai a non vedermi?”
Molto perplesso, Joe si guarda di nuovo intorno, poi termina l’impresa e fa per rassettarsi.
“No, non mi rimettere dentro, dai, sono claustrofobico… e ho paura del buio.”
Joe guarda in basso e sbatte le palpebre, incerto.
“Tu… parli?”
“Certo che sì” risponde serafico Joe jr.
È finita, sono impazzito.
“Perché non ci facciamo la doccia?”
L’idea non è malvagia, per quanto sia – passate il francesismo – un’idea del cazzo, così Joe apre l’acqua nella doccia e getta via il pigiama.
“Ora va meglio” commenta Junior crogiolandosi sotto l’acqua, “però mi prometti una cosa?”
Il picchiettio dell’acqua calda sullo scalpo dolente è abbastanza da attenuare il dolore alla testa, quindi Joe si sente generoso.
“Dimmi…”
“Non mettermi più l’impermeabile, mi dà prurito. E… non infilarmi in posti strani, ho paura.”
Joe smette di respirare.
“Ma che diavolo stai dicendo?”
Sono troppo vecchio per queste cose. Forse sto morendo e ho le allucinazioni.
“Quello che ho detto. E poi non mi piace quella tizia con le tettone.”
La tizia con le tett…
I ricordi tornano a grappoli, sparati come un treno a tutta velocità. La festa, il liquore, la cassata di tre chili, il tristissimo angolino dei giovani e… porca miseria, devo chiamarla! … la cugina Grazia.
“Che ne sai tu di Grazia?”
“Più di quanto ne sappia tu, direi.”
“Vuoi dire che…?”
“Vuoi dirmi che non sai cosa hai fatto con tua cugina?”
Joe spegne il getto della doccia e si infila a casaccio un accappatoio, poi si siede sulla tazza, con la testa che gli gira.
“A parte il fatto che Grazia è mia cugina di sesto grado, quindi…”
“Ma comunque non ti ricordi cosa hai fatto con lei!”
“Sì ma non ha importanza…”
“Questo lo dici tu, e comunque preferirei che non lo facessi più.”
“Sì ma…”
Il rutto viene a salvarlo dall’empasse, e smuove nelle torbide acque della sua mente un paio di ricordi imbarazzanti, che avrebbe preferito dimenticare.
Ah. Ora ricordo. La gara di rutti.
Tra cuginetti urlanti, madri, zie, nonne e commari alle prese con un po’ di sano taglia e cuci, e l’imbarazzo palpabile dei parenti meno stretti, Joe era infatti sul punto di impazzire. O di scoppiare in lacrime. O di scoppiare e basta, vista la quantità di cibo.
Poi in un angolino ha visto Grazia, seduta da sola con una birra e il giornale sportivo.
“E sei andato all’attacco, porco!” strilla Junior, mentre Joe asciuga entrambi.
“Ma non sono andato all’attacco, e non sono un porco. L’ho salutata, mi sono seduto a bere un po’ di birra con lei, e alla fine abbiamo fatto una gara di rutti. Non pensavo che stesse al gioco.”
“E poi?”
E poi Joe non lo sa. Si ricorda il sorriso di Grazia e la curva del suo braccio mentre solleva la bottiglia di birra per chiudere le belle labbra rosse sull’imboccatura e tirarne una lunga sorsata. O anche il sobbalzare del suo seno generoso nell’elegante rutto che ne è seguito. E poi di nuovo il sorriso, e i suoi capelli scuri e lucidi che si spostano mentre si china verso di lui e sorride, chiedendo scusa per la sua maleducazione.
“E poi non lo so, non mi ricordo più niente…”
Re: Comico - [M+F] - Gara di Rutti
From:Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne
Date: 2008-05-19 03:07 pm (UTC)Fandom: Originale
Rating: PG
Conteggio parole: 1465 (W)
Prompt: Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne
Ringraziamenti: A
Conversazioni notturne
L’armadio, un vecchio Luigi XVI a due ante con le tarsie smangiucchiate dai tarli, si svegliava sempre per primo. Gli anni ormai pesavano anche per lui, e nonostante la sua forte fibra di mogano resistesse strenuamente alle offese del tempo, non riusciva più a indulgere nel pacifico sonno della sua gioventù. In quegli anni felici in cui marchese e principesse facevano a gara per affidargli i loro vestimenti, Luigi era in grado di dormire anche per un mese difilato, senza sentire il bisogno di svegliarsi né di socializzare col resto dell’arredamento. Al tempo non aveva ancora compreso gli insegnamenti del suo maestro, un anziano comodino Luigi XIV con i pomelli in oro lucidati a specchio, che gli parlava con malinconia e stanchezza di irrequietudini notturne e di un incredibile, impensabile bisogno di sgranchirsi i cassetti. Era giovane, Luigi, e non conosceva ancora la tremenda maledizione dei cardini arrugginiti.
Ben piantato sui piedini rotondi, Luigi girò pianino la chiave con la nappina impolverata e aprì le ante in un fragoroso sbadiglio. La sedia Liberty rabbrividì dalla cima dello schienale all’imbottitura rimpinzata del sedile a fiori.
«Ma signor Luigi, mi scusi, lei ha un alito tremendo!» squittì tutta compunta, agitandosi sulle flessuose gambe di noce. Zampettò in punta di piedi uno o due passi più in là, verso l’aristocratico tavolo Rococò.
«Pardonnez moi» proferì Luigi con voce cavernosa. «Stamani monsieur le propriétarie mi ha asperso di un certo unguento contro i parassiti. Alla mia età, purtroppo… vous comprenez…»
«Non mi sembra un buon motivo per alitare antitarlo di fronte a tre signore» ribatté Liberty, piccata.
«Quattro signore» osò puntualizzare Zabuton, un largo cuscino quadrato posato sul tavolo Rococò perché non si sporcasse. (A Rococò, detto Rocco, non dava fastidio, ma Liberty fremeva al pensiero che il suo adorato fosse costretto a una tale intimità con “quella”.)
«Ah-ah» fece Liberty. «Riprovaci quando avrai le gambe, culona.»
Zabu sollevò un angolino stretto a pugno, ma Frau intervenne prontamente. Era un’altezzosa signora tedesca, una grassa poltrona rosso ceralacca dall’aria materna e l’imbottitura di piombo. Frau sosteneva che fosse dovuto alla sua purissima origine germanica e che solo pochi grandi uomini potessero accomodarsi agevolmente su di lei, ma si malignava che il suo sedile così duro avesse triturato, in gioventù, perfino le natiche d’acciaio di Herr Führer.
«Fräuleins, non litigate» le ammonì col suo pesante accento continentale. «Non diamo spettacolo di fronte a Herr Ludwig e Herr Rockocko.»
«E io chi sono, il parente povero?» si lamentò una voce offesa in mezzo alle gambe del tavolo.
Frau arricciò le impunture della fodera, ma per amor di pace rispose con tirata cortesia: «E di fronte a Herr Nachttöpf, naturalmente».
«Ben detto. Proprio ben detto, oh sì sì!» esclamò costui, mettendosi faticosamente su un fianco e rotolando fuori dall’ombra di Rocco fino a lasciarsi cadere trionfale tra Liberty e la sdegnata Frau. «Io, mie care signore, sono stato per anni il più fedele servitore della regina Maria Antonietta! Ella non cercò mai i servigi d’altri che non fossi io! Proprio così, mademoiselle Formosa, proprio così! Il vostro Pot De Chambre non dice bugie!»
Luigi, alle spalle del gruppetto, si limitò a sorridere e non disse nulla. L’anziano armadio sapeva bene che vasi da notte di ben altra levatura si erano incaricati delle reali deiezioni di Sua Maestà, ma le vanterie di Pot erano innocue e non c’era motivo di sbugiardarlo di fronte alle signore.
[continua...]
Re: Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne
Date: 2008-05-19 03:08 pm (UTC)Formosa era una signorina di buon cuore e Pot le era simpatico. Era la più giovane del gruppo, un’agile e scattante sedia da ufficio con l’imbottitura in feltro e le rotelle e un curioso difetto di pronuncia (che Liberty definiva “così chic”) che le allisciava tutte le erre in altrettante elle. Con grande umiltà Formosa aveva ammesso che potesse trattarsi di un errore di fabbrica, ma le altre si erano subito opposte all’idea. Una signorina sedia così ammodo, con due braccioli così ben modellati! Certamente doveva trattarsi d’altro, forse di un piccolo incidente occorso durante il trasporto, chi poteva mai saperlo? I proprietari a volte erano così noncuranti…!
In realtà, fin dal giorno del suo arrivo Formosa nascondeva un terribile segreto. Benché ufficialmente di origine anglosassone, la sedia da ufficio era stata modellata e assemblata in un’isola asiatica, come rivelava il minuscolo marchio di fabbrica impresso sotto il suo sedile. Se Liberty e Frau l’avessero scoperto, europee purosangue com’erano, eredi di troni e poltrone presidenziali, non le avrebbero più rivolto la parola. Per fortuna nessuna di loro, né tanto meno Rocco o il vecchio Luigi, era in grado di piegarsi per sbirciare così in basso, e Zabu stava sempre appollaiata da qualche parte a stiracchiarsi gli angolini e litigare con Liberty. L’unico che avrebbe mai potuto sbugiardarla era Pot, con quella sua mania di rotolare sotto le gambe degli altri, ma Pot era piuttosto miope e, detto tra noi, non sapeva neppure leggere granché bene.
«Roccocchino…» cinguettò Liberty, sfiorando sensualmente una delle gambe del tavolo con il piedino sottile. «Ti piace il mio cappellino?»
Nel pomeriggio una cliente aveva dimenticato un largo cappello Panama sullo spigolo dello schienale di Liberty; era un bel modello con una fascia di raso fucsia, che si intonava perfettamente ai fiori del suo sedile.
«Caruccio, tesò» assentì l’interpellato.
«E hai visto che mi hanno dato la cera, ciocchettino? Ora sono tutta lucida lucida come piaccio a te» lo incalzò Liberty, zuccherosa.
«Come sei caruccia, amò» confermò il tavolino.
«Peccato per quel problemino imbarazzante…» mormorò Zabu tra sé e sé.
Liberty si irrigidì e si protese accusatrice verso il cuscino, tanto che il cappello le tremò in bilico sullo spigolo. «Ti hanno imbottito la stoffa col polistirolo, nana?»
Zabu si grattò con sussiego il bordo rivolto verso Liberty. «Dicevo, peccato per quel problemino» ripeté a voce alta. «Non è elegante perdere aria in quel modo così rumoroso e volgare ogni volta che qualcuno si siede…»
Rocco scoppiò a ridere fragorosamente, Pot De Chambre prese a rotolarsi avanti e indietro per la stanza e perfino Formosa accennò una breve risatina che convertì all’istante in un colpo di tosse. Liberty, riscaldandosi fino alla cima dello schienale, si guardò pateticamente intorno gridando al culmine dell’imbarazzo: «Non è vero! Non è vero! Io non perdo… io non le faccio quelle cose!». Poi il legno di noce tornò del solito colorito, anzi ancora più scuro, e Liberty si voltò verso Zabuton e disse: «Tu! Brutta piattona anemica! Piadina lercia col culo di poliestere! Quelle come te le sprimacciano con la piallatrice, straccetto!»
«Brutta anoressica pacchiana coi chiodi sporgenti!»
«Straccio per pavimenti!»
«Vai a farti raddrizzare le gambe!»
«Vai a ficcarti in una lavatrice!»
«Culo scucito!»
«Elefante!»
Il litigio continuò sotto lo sguardo scandalizzato di Frau e quello paziente di Luigi, e le due litiganti sarebbero certamente venute alle mani se avessero avuto le mani e se qualcuno non le avesse fermate. Fu per quello che sopra gli stridii legnosi di Liberty e il puffettare di Zabu si levò infine, forte e chiaro come lo spezzarsi di un asse, un sonoro
«AHÒ!»
che fece ammutolire la stanza.
[continua...]
Re: Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne
From:Re: Surreale - [Armadio, Quattro sedie, Tavolo, Vaso da notte] - Conversazioni notturne
From:Il prompt nell'oggetto non riesce a entrare XD
Date: 2008-05-22 11:32 pm (UTC)Titolo: Le comicronache di Lady Morte, Nicoletta del Torrione e l'Angelo Inciampato - Banane
Rating: 13+ per presenza di cadaveri, veri o presunti
Conteggio Parole: 500 esatte
Disclaimer: la Nera Signora, Shanael e Nicoletta del Torrione bla bla bla
Avvertimenti e note: CRACK. CRACK. CRACK. CRACK. E okay, sì, una frasetta di insulti e imprecazioni.
Le comicronache di Lady Morte, Nicoletta del Torrione e l'Angelo Inciampato - Banane
Si aggirò furtiva, prestando attenzione ad ogni minimo scricchiolio che potesse tradire la sua presenza all'interno di quel luogo fetido e malsano, quella stanza tre metri per tre e cinquanta in cui non avrebbe dovuto, ma soprattutto voluto essere.
Era così concentrata da non aver neanche pensato di imprecare con garbo, nel momento in cui era inciampata sulla scala che portava al piano superiore e al luogo del nuovo incarico; si era limitata a sospirare leggera, un passo dopo l'altro verso l'obiettivo.
Strinse ancor più forte la sua mano eterea e ben curata sul sostegno della lama, pronta a colpire; poteva sentirla fremere mentre impugnava la Falce, gentile prestito della Nera Signora per l'ingrata missione. In fondo era facile, e molto probabilmente sarebbe stata anche piuttosto appagante per i suoi gusti sofisticati.
Aveva temuto di essere stata scoperta o quantomeno sentita, nel momento in cui aveva involontariamente spaccato un fragile... coso non meglio identificato con uno dei tacchi, ma un sordo grugnito inequivocabilmente maschile aveva riempito il silenzio e sventato il pericolo con la sua sconfinata grazia.
La porta cigolò appena nell'aprirsi lentamente verso l'interno; un altro segno dell'incuria del Nero Signore, si disse Shanael mentre avanzava all'interno del maniero, togliendosi di dosso stizzita le foglie di banano impigliatesi tra i morbidi capelli appena usciti dal coiffeur. Fece un cenno alla compagna, che fece balenare appena la lama alla luce della luna, e insieme avanzarono verso l'obiettivo: la camera da letto dell'Oscuro ex-Consorte. La Principessa Nicoletta del Torrione già pregustava la vista della lussuosa alcova profanata dal sangue e dalle membra squartate dell'Impunito, ma si impose un ferreo autocontrollo affinché la missione potesse avere un successo su tutta la linea.
Si avvicinarono entrambe circospette al suo talamo, mentre nell'aria aleggiava il delicato tanfo di una mezza dozzina di sigari Avana appena fumati.
La Principessa levò alta la falce, con un movimento ieratico, per poi conficcarla furibonda cento e cento volte nel letto di fronte a lei, mentre l'Angelo Inciampato mirava silenziosa al punto dove pensava si potesse trovare la testa, con fendenti rapidi e precisi della sua spada.
- Li mortacci tua, brutto protozoo, sottomerda tra le sottomerde, muori! Tiè, tiè, tiè!
I minuti passarono lenti, inesorabili, mentre la divinità e la principessa compivano la loro sistematica, brutale opera di distruzione; finalmente si fermarono, ansanti, e Shanael fece scattare l'interruttore.
- La scena non è esattamente quella che prevedevo, sai Shanny?
- Uhm, direi che sono d'accordo con te, - ribattè l'altra incredula, ammirando lo sfacelo arrecato a un mucchio di banane della pregiata coltivazione dell'Oscuro Consorte.
- Dannato sia tu, Nero Signore! Dannato sia tu e il tuo bananeto! Che mai più una banana nasca e cresca fino alla settima generazione!
- Perdindirindina, Princy, come mai così fine e leggiadra stasera? - esclamò stupita Shanael, aprendo un portale e tremando all'idea della rottura del contratto CoCoCo per inadempienza della parte firmataria e del conseguente pagamento della forte penale.
- La luna nel cielo è così romantica, - disse semplicemente.
Re: Il prompt nell'oggetto non riesce a entrare XD
Date: 2008-05-23 06:41 am (UTC)<b>Erotico, F+F- [disordine incontrollabile] Precipitevolissimevolmente</b>
Date: 2008-05-26 10:11 am (UTC)RatingNC-17
Conteggio Parole
Note Grazie a
Precipitevolissimevolmente (http://organt.livejournal.com/10888.html#cutid1)
Generale e/o Comico - [Juliette+Fiore] - Fanfiction
Date: 2008-05-27 01:59 pm (UTC)Rating: PG
Conteggio Parole: 371
Note:
L'idea generale è quella di convincere Julie a scrivere una fanfiction. Fio', soddisfatta dalle proprie elucubrazioni, si sistema gli occhiali sul naso e si diletta nello scrivere porno senza trama sul suo OTP.
È a metà di una scena piccante - Nathan ha appena cominciato ad arrendersi alle mani della detta Fio', che lo sta costringendo a subire l'attacco di un sexpollen!Pete - quando si rende conto di una cosa.
"E se Julie avesse perfino dimenticato la definizione di OTP?", si chiede, mezza preoccupata; anzi, a ben pensarci lo è. Talmente tanto che non riesce a continuare a scrivere e si abbandona a un mare di pensieri agitati.
Fio' si contorce nel proprio dolore da fandom: questo implica un sacco di grattatine dietro l'orecchio e tanto desiderio di poter essere un gatto, così da poter far fare gli altri questo ingrato compito.
Fio' si sistema a gambe incrociate sulla propria sedia. Non è una sedia particolarmente comoda: si tiene traballando su quattro gambe di legno e lo schienale è rovinato, ma oltre a ciò, funziona ancora bene. Fio' ci si è abituata.
Fio', quando pensa, lo fa nel modo giusto. Si impegna a pensare nel migliore dei modi; ha trascorso mezza vita a pensare e l'altra metà a pensare a come fare a pensare. Tutto il pensare che ne è conseguito non è risultato d'aiuto nella sua lotta contro se stessa per finire in tempo una storia per un compleanno - cosa accaduta qualche mese prima. Da allora, Fio' non crede più al suo pensante essere interiore e si limita a pensare per le normali ore delle normali persone. Il resto del tempo lo passa scrivendo storie a rating alto su due tizi di un certo telefilm che le hanno rubato l'anima e gliela restituiranno solo quando cambierà fandom. Ma, seriamente, chi potrebbe farne una colpa? Non è colpa sua se sono tanto carini insieme...
Ora che ci pensa, forse Julie ha ragione. Il fandom le ha mangiato le cervella e di conseguenza le sue capacità di logica razionale.
Fio' riflette sul da farsi, fa spallucce; controlla l'orologio, sono già la sette di sera. Deve assolutamente finire quella storia sui mafiosi, o non si sentirà bene per tutto il giorno successivo.
Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Sindrome del tunnel carpale
Date: 2008-05-28 03:22 pm (UTC)Rating: PG
Conteggio Parole: 342
Note:
Cristina ha il respiro affannato.
Il sudore le imperla la fronte e le sue guance sono arrossate; ha le mani legate strettamente dietro la schiena, ma le gambe sono libere. Sta correndo a rotta di collo verso l'albero che aveva intravisto il giorno prima: sa che quando ci arriverà sarà in salvo – il suo vero problema è arrivarci. E poi salirci su, ma a questo penserà più tardi.
Cristina ha i capelli ridicolmente scompigliati e appiccicaticci. Non riesce quasi più a sentirsi le gambe; sta scappando, ha paura, vuole mettersi in salvo.
Cristina sente qualcuno gridare il suo nome. Alza lo sguardo che teneva fermamente a terra: vede una figura ombreggiare sull'albero. La porta della casa sull'albero è aperta, e a Cristina quasi manca un battito del cuore, ma poi riconosce la persona e si rilassa. (Per quanto possa rilassarsi, ovviamente. Ha una decina di Carpalizzati alle costole, nessuna voglia di essere (ri)catturata e poco tempo per salvarsi la pelle.)
Cristina vede la casa sull'albero avvicinarsi. O forse è lei ad avvicinarcisi: l'approccio alla faccenda non le è del tutto chiaro e forse non le importa. Vede una mano tendersi, cercare di afferrarla; e un attimo dopo, viene ritratta; Cristina quasi tira un urlo disperato, ma la mano ritorna, portando una scala che viene buttata giù per permetterle di salire.
"Sbrigati!", le fa fretta l'altra. La aiuta a salire, strattonandola con poca gentilezza.
Cristina non vuole voltarsi e guardare; si morde il labbro, strizza gli occhi e impiega le sue forze rimaste per salire su per i pioli della scala. (Non è facile. Almeno, non è facile quando si ha le mani legate – letteralmente.) Una volta in cima, sente l'altra tirare su la scala e riporla da qualche parte con un tonfo. Nel frattempo, Cristina prende un paio di respiri profondi e cerca di calmarsi. Poi si gira, e dice: "... quand'è che hai intenzione di liberarmi da queste corde?"
Valeria la guarda storto e le risponde: "Quando avrò capito come sopravvivere. Dannazione, sapevi che non c'è nessun tipo di cibo, quassù?"
Generale, Erotico - [Pasticciera] - siringa per dolci
Date: 2008-05-28 10:28 pm (UTC)Rating: 13+ per vaghe allusioni eccetera eccetera
Conteggio Parole: 419
Disclaimer: posate le zampine che è roba mia dalla prima all'ultima idiozia.
Avvertimenti e note: Kinky!Panna, Lime.
Panna
Il sabato è la giornata che preferisco; sono in pochi a venire, quasi tutti si limitano ad una brioche o a un cornetto da accompagnare al buon caffè della Nora, alla porta accanto.
È il giorno in cui posso assecondare la mia creatività, la mia voglia di fare.
Alcuni, per scherzare, mi ricordano che il sabato somiglio in maniera impressionante a una torta, e non sono del tutto in errore: non mi curo della crema che magari scivola inavvertitamente lungo le mie braccia, o del cioccolato che mi impiastriccia le mani; mi limito a sperimentare, decorare, creare; e dar gioia a tutti, che siano bambini, adulti o semplicemente me stessa.
Con la siringa più grande traccio sicura un contorno sull'enorme torta già ricoperta di glassa leggera: il contorno di quell'uno così spigoloso pare la sagoma di un giovane, un uomo che ha da poco fatto capolino nelle mie fantasie. È passato di qui questa mattina soltanto, concedendosi un krapfen appena arrivato in vetrina; forse la Mariangela l'avrebbe bollato come "poco interessante", con quegli occhiali anonimi e il vestiario forse ancor più sobrio e modesto, ma mi ha davvero colpito al cuore: quel filo di barba non fatta, gli occhi così intensi e simili al cioccolato fuso lentamente a bagnomaria, e una felpa stropicciata che nascondeva un corpo così normale e per questo così intrigante… ecco, lo sapevo, ho esagerato con la panna e ora mi ritrovo con quel ciuffetto indesiderato proprio all'altezza della bocca.
Maledizione.
Cerco la spatolina per tentare di rimuoverne l'eccesso senza fare troppi danni, poi a un tratto ci ripenso e mi fermo così, bloccata come un'istantanea mal riuscita, con l'attrezzo a mezz'aria e un'espressione perplessa marchiata a fuoco sul volto. Non so perché, probabilmente è un'assurdità, ma ora mi sembra un'idea geniale allungare, affondare il mio dito nella voluttà della panna, prenderla e portarla alla bocca, lentamente; è buona come sempre, mi dico mentre l'assaggio con gaudente lentezza, prima sfiorando appena la punta del dito, poi rinunciando ad ogni resistenza e succhiandolo avidamente, le labbra a cercare quel contatto come quelle di un bambino che abbisogna del seno di una madre.
Un contatto voluttuoso tra il ricordo del passato, l'eccitazione del presente, la speranza e il desiderio del futuro.
Un contatto infinito che dura un istante soltanto, mentre la porta si schiude per lasciar entrare la mia collega.
Riprendo a seguire i contorni dell'otto che manca alla torta, mentre spero che domani quell'uomo torni, interessato alla pasticciera un po' goffa e rotondetta che spasima per lui.
no subject
Date: 2008-05-28 11:02 pm (UTC)Nota finale OT.Quel banner sarà MIO. Non si discute. Punto.
Re: Generale e/o Comico - [Un membro della vostra f-list] - Tastiera e tè verde
From:Generale - [Pazuzu, Juliette] - Bacon grigliato
Date: 2008-05-29 01:54 pm (UTC)Rating: PG
Conteggio Parole: 468
Note:
Julie si rigira la penna fra le dita. Il viso è appoggiato sull'altra mano, quella destra; lo sguardo è contorto nello sforzo di arrivare a capo di ciò su cui sta rimuginando. (Nel frattempo, l'orologio appeso sulla parete davanti a lei ticchetta. L'unico altro rumore nella stanza è quello del computer che vibra e starnazza come suo solito.)
"Pazuzu," dice Julie. "Cosa ne dici di quest'idea?", e sospinge verso il gattone accoccolato sulla sua scrivania il blocchetto su cui stava tentando di scrivere. Il gattone fa le fusa, poi protende la testa e legge ciò che Julie ha scritto.
"Prrrrrrr," le risponde. Julie lo intende come un "Sei completamente impazzita, donna malvagia?". Julie sospira. (Pazuzu risponde sempre con "Prrrrrrrr". È Julie che di volta in volta lo interpreta differentemente.) Le idee non vengono, e senza idee in mente non riesce a scrivere niente di interessante. (È così da parecchi giorni.)
"Pioggia e depressione," dichiara Julie. (Pazuzu è abituato a interpretare le parole sconnesse che la sua padrona emette. "Pioggia e depressione" sono uno delle tante espressioni di malcontento malcelato che Julie usa abitualmente.)
Julie osserva il foglio ancora per qualche istante. Poi rilassa i muscoli del viso in un'espressione meno aggrottata di prima. Si alza, avendo cura di strascicare la sedia il più possibile, e si dirige verso la cucina con passo volutamente lento. "Niente cibo per te, oggi," dice a Pazuzu. Pazuzu non ne è terribilmente preoccupato. Julie glielo dice almeno un paio di volte al giorno, e lui è ancora sano, in forma, e al massimo al massimo un po' sovrappeso. La fame non è un suo problema.
Julie ritorna dopo qualche minuto passato a frugare nel frigorifero che Pazuzu sa essere piuttosto vuoto. "Non c'è più niente di commestibile," si lamenta. Pazuzu risponde cambiando posizione sulla scrivania di Julie. (Quando la padrona sta morendo di fame, è sempre meglio non rivolgerle la coda: si potrebbe offendere.)
Julie rimane in piedi sul ciglio della porta della sua stanza, meditando. Poi una luce le brilla negli occhi: non può portare a niente di buono. A Pazuzu si rizza il pelo, presagendo qualcosa di cattivo. "...non mi dispiacerebbe un po' di bacon gigliato, oggi.", dice Julie. Julie si sfrega le mani, tutta contenta, e Pazuzu si ritrae inavvertitamente. Julie comincia ad avvicinarglisi con lentezza studiata. Pazuzu si sente bloccato sul posto, quando vorrebbe fuggire a zampe levate.
Pazuzu, in preda alla disperazione, miagola: "Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr," e Julie sembra riscuotersi dall'apatia felinicida in cui era caduta. Sbatte un attimo le ciglia, e sembra stupita di se stessa. "Cosa stavo dicendo, caro? Che avevo fame? Ora vado a vedere cosa c'è in cucina." Pazuzu aspetta che Julie giri sui tacchi e sparisca dalla sua vista; poi, prudentemente, si affaccia dalla finestra e salta.
'I pericoli è meglio evitarli', pensa, ancora scosso.
Storico, Drammatico – [M+Donna condannata per stregoneria] – La bruciarono sul rogo, aveva...
Date: 2008-05-29 03:48 pm (UTC)Rating: R
Conteggio parole: 200
Prompt: Storico, Drammatico – [M+Donna condannata per stregoneria] – La bruciarono sul rogo, aveva capelli rossi come le fiamme. - *Tra i due personaggi non deve esistere una relazione di nessun tipo, il punto di vista di M deve essere esterno.*
Note: Spero di non aver fatto qualche errore storico.
Era giovane e bella, come ogni figlia del peccato.
Era giovane e audace, come ogni amante del diavolo.
I suoi compaesani la giudicarono colpevole di stregoneria e le mostrarono la loro rabbia.
I suoi compaesani la legarono alla pira di legno nel centro del villaggio e le le diedero fuoco.
E lui che passava di là per recarsi in visita da un suo parente, la vide bruciare.
E lui che passava di là per recarsi in visita da un suo parente, vide il fuoco lambire lascivo quella pelle bianca.
Le sue grida lo fecero fermare.
Le sue grida lo fecero fremere.
I movimenti del suo corpo lo fecero scandalizzare, giacché ella non aveva vergogna.
I movimenti del suo corpo gliela fecero desiderare, giacché ella aveva movenze di fiamma.
E lui, che era in grazia del Signore, gioì della sorte della strega.
E lui, che era in grazia del Signore, conobbe il peccato e rimpianse di non poter conoscere quella carne morbida e bianca.
La bruciarono sul rogo, in una fredda mattina di ottobre, lei che aveva gli occhi del colore delle foglie in aprile.
La bruciarono sul rogo, in una fredda mattina di ottobre, lei che aveva i capelli del colore delle fiamme.
Noir - [Donna] - Una donna tradita si vendica - Lei ammazza il marito e riesce a farla franca
Date: 2008-05-29 06:13 pm (UTC)Rating: 13+ per cadaveri e omicidi
Conteggio Parole: 300
Disclaimer: Roba mia, sì, tutta quanta. TINA, non mi avrai.
Avvertimenti e note: Kinky!Chewing-gum, Character Death.
Cicca
Sono vedova da due ore e quarantasette minuti, dice tra sé con aria annoiata e muovendo appena le labbra, e si mette a rovistare nella borsetta alla ricerca di una gomma da masticare; manda un messaggio al suo amante prima di varcare il portone di casa sua e cominciare ad avvicinarsi senza alcuna fretta al suo obiettivo, un gradino alla volta, mentre le sirene riecheggiano fastidiose all'interno dell'atrio.
Percorre di corsa gli ultimi scalini, per poter meglio recitare la sua parte senza destare sospetti, ma decide d'un tratto di lasciare la porta socchiusa in modo da permettere alla polizia e ai conoscenti di entrare senza indugi - e a quegli impiccioni dei vicini di pianerottolo di occhieggiare e curiosare nel torbido, perché non aspettano altro che diffondere ogni succoso pettegolezzo di un qualche interesse.
Ingoia il chewing-gum per potersi dare un contegno, anche se preferirebbe evitare di restare lì, con gli occhi sbarrati, di fronte al cadavere; risparmiarsi di fingere di essere affranta, distrutta dal dolore, sofferente per la morte di quel vecchio porco bavoso che giace ancora lì, su quel tappeto decisamente dozzinale donato dalla sgualdrina per il loro matrimonio, sarebbe stato un sollievo impagabile. Per far passare il tempo, nota che gli arabeschi dei colori del sole sono irrimediabilmente macchiati del suo sangue, come in un perverso quadro post-moderno, e intimamente si compiace della possibilità di poterlo far sparire facilmente dalla circolazione entro ventiquattr'ore. L'ha sempre odiato, dopotutto.
Lascia una breve deposizione all'ispettore, inframmezzata tra falsi singhiozzi e principi di mancamenti, e poi decide di ritirarsi nella sua camera, abbandonando la scena di un delitto di cui non sarà mai sospettata, per poter riposare e riprendere le forze dopo uno shock tanto grande.
Prende un altro confetto di gomma da masticare e lo addenta con lentezza studiata, soddisfatta.
Generale - [gatto] - piscina - il gatto deve saper nuotare
Date: 2008-05-29 08:54 pm (UTC)Rating: 9+
Conteggio Parole: 100 (Drabble)
Disclaimer: Roba mia, sì, tutta quanta. TINA, non mi avrai.
Avvertimenti e note: Nessun avvertimento di nota. Vagamente ispirata al Concorso delle Personificazioni indetto qualche mese fa da
Ignavia
Passa il suo tempo a crogiolarsi - all'ombra, naturalmente, perché il sole caldissimo di giugno lo sfianca e gli toglie quelle poche energie che ancora possiede.
Potrebbe cercar refrigerio nell'acqua fresca, magari in quella scontata e banale piscina gonfiabile, ma è troppo faticoso pensare di poter trovare le forze, o pensare alla possibilità di gironzolare o di nuotare un po'.
E allora si limita a far le fusa, stanco ancor prima di stancarsi; e decide come ogni giorno di non far nulla e di star lì, a ciondolare e contemplare l'acqua immobile che, a poca distanza da lui, ammicca inutilmente.
Re: Generale - [gatto] - piscina - il gatto deve saper nuotare
Date: 2008-05-30 07:19 pm (UTC)Re: Generale - [gatto] - piscina - il gatto deve saper nuotare
From: