Le labbra di entrambi non tardano a sanguinare, e – dio, Stefan aveva quasi dimenticato il sapore di quello di Katherine, ma ora è come non aver mai smesso di assaggiarne. Come la prima volta, ti ricordi della nostra prima volta, Stefan? Katherine gli parla senza bisogno delle parole, come se lo stesse soggiogando solo tramite il contatto della loro pelle, e a quel punto, anche se tutto gli grida di fermarsi, Stefan si accorge di non poterlo fare. Non ne ha abbastanza. Ne vuole ancora. Bere da lei, averla, farle del male, è l'unica necessità. Le strappa i vestiti di dosso, rapido e brutale come farebbe col collo di una vittima, e fa scorrere rudemente la bocca sul suo collo, sui suoi seni, succhiando e mordendo, provando una gioia crudele e selvaggia nel sentirla urlare e poi sanguinare. Ancora, Stefan. Il profumo del sangue è la voce di Katherine. Il sapore del sangue gli ordina di non smettere, di affondare i denti fino a quando non si sarà saziato e stordito, come con Elena non ha mai potuto fare. Elena... E' relegato nel buio, il suo ricordo, vinto dal potere di Katherine che gli è strisciato silenziosamente sotto pelle, squarciando ogni certezza, avvelenandolo. Un attimo dopo, già nudo quanto Katherine, è schiacchiato tra la parete ruvida e appuntita della caverna e le curve di lei, la morbidezza della sua pelle e dei suoi movimenti, ma è questione di un attimo prima che i ruoli si ribaltino. La ragione annebbiata dalla furia, Stefan si porta le cosce di Katherine attorno ai fianchi, e, senza concederle nulla, nemmeno una carezza o un respiro più intenso, la penetra di colpo, fino in fondo. Il gemito osceno di dolore e – possibile? stupore – di Katherine gli manda un brivido incontrollabile lungo la spina dorsale, alimenta la voglia che lo guida, l'istinto di spingersi in lei con ogni stilla di disperazione e di odio che possiede. Più forte. Le lacera la gola con un morso, ansimando e annegando in un piacere folle, proibito, ma quando si allontana per guardarla negli occhi – per vedere estasi e dolore sconvolgerla - , il viso di Katherine è trasfigurato. "Sii gentile con me, Stefan...” lo implora, con un'espressione spaventosamente indifesa, innocente. "Non farmi male..." Così non da Katherine. E' talmente simile ad Elena, che Stefan si sente gelare dal terrore, rendendosi conto che non saprebbe distinguere chi sia, la ragazza che ha contro di sè, e quel lampo di angoscia è sufficiente a farlo svegliare di botto.
Sudato e tremante, si tocca febbrilmente le labbra prima ancora di rendersene conto, ma non trova il sangue che si aspettava. C'è solo il sapore di Katherine - Katherine che è lì, le gambe incrociate, seduta a pochi passi da lui, con un sorriso perverso e soddisfatto a deformarle i lineamenti. “Un incubo, Stefan?” chiede con finta curiosità divertita. “Torna a dormire, la notte è ancora lunga”
Re: The Vampire Diaries, Katherine/Stefan, nella tomba
Come la prima volta, ti ricordi della nostra prima volta, Stefan?
Katherine gli parla senza bisogno delle parole, come se lo stesse soggiogando solo tramite il contatto della loro pelle, e a quel punto, anche se tutto gli grida di fermarsi, Stefan si accorge di non poterlo fare.
Non ne ha abbastanza.
Ne vuole ancora.
Bere da lei, averla, farle del male, è l'unica necessità.
Le strappa i vestiti di dosso, rapido e brutale come farebbe col collo di una vittima, e fa scorrere rudemente la bocca sul suo collo, sui suoi seni, succhiando e mordendo, provando una gioia crudele e selvaggia nel sentirla urlare e poi sanguinare.
Ancora, Stefan.
Il profumo del sangue è la voce di Katherine.
Il sapore del sangue gli ordina di non smettere, di affondare i denti fino a quando non si sarà saziato e stordito, come con Elena non ha mai potuto fare.
Elena...
E' relegato nel buio, il suo ricordo, vinto dal potere di Katherine che gli è strisciato silenziosamente sotto pelle, squarciando ogni certezza, avvelenandolo.
Un attimo dopo, già nudo quanto Katherine, è schiacchiato tra la parete ruvida e appuntita della caverna e le curve di lei, la morbidezza della sua pelle e dei suoi movimenti, ma è questione di un attimo prima che i ruoli si ribaltino.
La ragione annebbiata dalla furia, Stefan si porta le cosce di Katherine attorno ai fianchi, e, senza concederle nulla, nemmeno una carezza o un respiro più intenso, la penetra di colpo, fino in fondo.
Il gemito osceno di dolore e – possibile? stupore – di Katherine gli manda un brivido incontrollabile lungo la spina dorsale, alimenta la voglia che lo guida, l'istinto di spingersi in lei con ogni stilla di disperazione e di odio che possiede.
Più forte.
Le lacera la gola con un morso, ansimando e annegando in un piacere folle, proibito, ma quando si allontana per guardarla negli occhi – per vedere estasi e dolore sconvolgerla - , il viso di Katherine è trasfigurato.
"Sii gentile con me, Stefan...” lo implora, con un'espressione spaventosamente indifesa, innocente.
"Non farmi male..."
Così non da Katherine.
E' talmente simile ad Elena, che Stefan si sente gelare dal terrore, rendendosi conto che non saprebbe distinguere chi sia, la ragazza che ha contro di sè, e quel lampo di angoscia è sufficiente a farlo svegliare di botto.
Sudato e tremante, si tocca febbrilmente le labbra prima ancora di rendersene conto, ma non trova il sangue che si aspettava.
C'è solo il sapore di Katherine - Katherine che è lì, le gambe incrociate, seduta a pochi passi da lui, con un sorriso perverso e soddisfatto a deformarle i lineamenti.
“Un incubo, Stefan?” chiede con finta curiosità divertita.
“Torna a dormire, la notte è ancora lunga”